fbpx
sabato, Novembre 30, 2024

Plastica in mare, Marevivo: “Che fine hanno fatto i decreti attuativi della Legge Salvamare?”

La Fondazione Marevivo chiede urgentemente al governo e ai ministeri competenti i decreti attuativi che renderebbero pienamente operativa la legge Salvamare, che tra l’altro permette ai pescatori di portare a terra i rifiuti in plastica pescati in mare senza rischiare una denuncia penale per trasporto illecito

EconomiaCircolare.com
EconomiaCircolare.com
Redazione EconomiaCircolare.com

AAA decreti attuativi cercasi per cominciare a salvare il mare dalla plastica. Ricordate la legge Salvamare? Quella che, tra l’altro, permetterebbe ai pescatori di portare a terra i rifiuti pescati accidentalmente con le reti senza incorrere, come avviene oggi, nel delitto di trasposto  illecito di rifiuti? Bene, le legge c’è dal maggio 2022, ma mancano ancora, dopo un anno e mezzo, i decreti attuativi che la rendano pienamente operativa. Per questo, due settimana fa, uno dei promotori e dei maggiori sostenitori della proposta, la Fondazione ambientalista Marevivo, ha fatto sentire la propria voce con un flash mob e consegnano appelli al governo e ai ministeri da cui quei decreti dovrebbero essere pubblicati.

In questo lungo tempooltre 35.000 pescatori, che operano in 2.088 imbarcazioni da pesca a strascico, chissà quanta plastica avranno trovato nelle loro reti e poi rigettato in mare: cifre da capogiro!Quella che vediamo galleggiare rappresenta infatti solo il 15%, il restante è sui fondali e ne soffoca la vita. La Salvamare rappresenta un piccolo ma concreto passo per agire. Non c’è più tempo” è il grido d’allarme di Rosalba Giugni, presidente Marevivo.

Cosa prevede le legge Salvamare

Approvata, all’unanimità, in Senato l’11 maggio 2022, promossa tra gli altri da Marvivo e sostenuta da tutto il mondo del mare, la legge Salvamare consentirebbe ai pescatori di riportare a terra i rifiuti trovati nelle reti, cosa che attualmente è un’attività illecita: “Ora la plastica viene rigettata in mare per non incorrere in sanzioni”, spiega Merevivo. Perché, nonostante il testo della legge prevedesse la pubblicazione, entro 4 mesi dall’approvazione, dei decreti attuativi, “a distanza di un anno e mezzo dalla sua approvazione, però, questi decreti mancano ancora”, denuncia Giugni.

Le legge contiene anche altre misure per tutelare il mare dai rifiuti. Prevede, ad esempio, l’installazione di sistemi di cattura del materiale galleggiante dai fiumi, con un finanziamento di 2 milioni l’anno, previsto per gli anni 2022, 2023, 2024. “Di questo capitolo la programmazione non risulta pianificata e i fondi utilizzati andranno forse persi?”, si chiede la Fondazione, che ricorda come “l’80% della plastica arrivi in mare dai corsi d’acqua”.

La Legge si occupa anche di sostenere e incentivare campagne di pulizia e di sensibilizzazione in tutto il territorio nazionale, di entrare nelle scuole per creare una diffusa conoscenza del patrimonio marino, di disciplinare l’installazione di dissalatori, particolarmente necessari nei cambiamenti climatici che producono siccità e desertificazione, di regolamentare impianti di acquacoltura, “fortemente dannosi se mal concepiti”, di gestire correttamente le biomasse vegetali spiaggiate (come la posidonia), che “da problema possono diventare una risorsa, senza alterare il delicato ecosistema marino”. Non ultimo, i decreti attuativi devono stabilire i criteri e le modalità con cui i rifiuti pescati dal mare possano essere riusati, recuperati e riciclati.

Leggi anche: “Imballaggi? Prima di tutto ridurre”. Parliamo di ambiente, rifiuti e regole con Raffaella Giugni di…

Tutti i compiti a casa che i ministeri non hanno ancora fatto

Cosa dovrebbero regolamentare i famigerati decreti attuativi? Marevivo ha preparato un piccolo dossier a riguardo. Qui di seguito le questioni principali:

  • Il Minitero dell’ambiente e della sicurezza energetica (MASE) deve stabilire criteri e modalità per i quali le plastiche e i rifiuti accidentalmente pescati o recuperati in mare e nei fiumi cessano di essere qualificati come rifiuti ai sensi dell’articolo 184-ter del decreto legislativo n. 152 del 2006 per essere riciclati, recuperati o riutilizzati (termine attuazione decreto 25/12/2022);
  • il MASE e il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (MASAF) devono emanare il decreto in cui stabiliscono le misure premiali in favore dei pescatori che recuperino rifiuti dal mare (decreto che avrebbero dovuto già emanare entro settembre 2022);
  • La norma prevede la promozione di campagne di pulizie ma è necessario, a tal fine, che MASE e MASAF devono stabilire con apposito decreto le modalità per effettuare apposite campagne di pulizia (termine attuazione decreto 25/12/2022);
  • Affinché si possa dare attuazione alla legge è necessario che le Regioni individuino i criteri e le modalità per la raccolta, la gestione e il riutilizzo delle biomasse spiaggiate, sulla base delle essenziali norme tecniche dell’ISPRA e del SNPA;
  • Il MASE deve stimolare e indirizzare le Autorità di Bacino perché promuovano per i fiumi misure sperimentali per la cattura dei rifiuti galleggianti. Sul punto, la norma ha previsto lo stanziamento di due milioni di euro l’anno gestiti dal MASE per finanziare SUBITO progetti di recupero delle plastiche nei fiumi, sulla base delle previsioni delle Autorità di Bacino. Il MASE dovrebbe riferire sul programma triennale previsto, sulle attività e i fondi stanziati (2 milioni all’anno 2022/2024);
  • Il MASE e MASAF devono prevedere con apposito Regolamento un riconoscimento ambientale in favore dei pescatori meritevoli nel recupero dei rifiuti dal mare;
  • Un Regolamento del MASE sugli impianti di acquacoltura e piscicoltura, oltre che dalla Salvamare (termine attuazione decreto 25/12/2022) è stato già richiesto circa 15 anni fa dal d.lgs n. 152 del 2006.

Leggi anche: Trattato dell’alto mare firmato da 82 Paesi. Ecco perché è importante per la difesa degli oceani

Il flash-mob di Marevivo per la pubblicazione dei decreti attuativi

“C’è più plastica che pesci nelle reti dei pescatori, non c’è più tempo: Sveglia!”. L’urlo del mare è arrivato, con una canoa piena di plastica e di rifiuti, al centro di Roma nella sede galleggiante sul Tevere di Marevivo, dove si è svolto due settimane fa un flash-mob per lanciare “l’ennesimo appello al Governo” e sollecitare l’emanazione dei citati decreti attuativi.

A conclusione della manifestazione, gli attivisti di Marevivo, partiti in bicicletta dalla sede nazionale della Fondazione, hanno consegnato l’appello con “l’urlo del Mare” alla presidenza del Consiglio, al Ministero per la Protezione civile e delle Politiche del mare, a quello dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, al Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste e a quello dell’Istruzione e del Merito.

L’appello consegnato da Marevivo ai ministri competenti è stato sostenuto da Alleanza Cooperative Italiane Pesca, La Grande Onda, Lega Italiana Vela, Lega Navale Italiana, Fondazione Dohrn e Stazione Zoologica Anton Dohrn, Università Politecnica delle Marche, Tevere Day.
Qualche giorno fa, inoltre, l’urlo del mare è arrivato a Napoli, all’Istituto Bianchi, per richiedere ancora una volta i decreti attuativi della Legge Salvamare, “in particolare l’attuazione dell’Art.9 – ‘Educazione ambientale nelle scuole per la salvaguardia dell’ambiente’ – che prevede la promozione da parte del Ministero dell’istruzione, ‘nelle
scuole di ogni ordine e grado’, di attività volte a rendere gli alunni consapevoli dell’importanza della conservazione dell’ambiente e, in particolare, del mare e delle acque interne”.

© Riproduzione riservata

spot_img

POTREBBE INTERESSARTI

Ultime notizie