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venerdì, Novembre 15, 2024

Il rischio sismico e l’importanza della divulgazione. Intervista a Lucia Margheriti

Dal primo incontro con le materie STEM fino alla nomina come Direttrice dell’Osservatorio Nazionale Terremoti dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). A colloquio con la sismologa Lucia Margheriti sul rischio sismico del nostro Paese e la necessità di divulgazione

Barbara Bonomi Romagnoli
Barbara Bonomi Romagnoli
Giornalista freelance, consulente in uffici stampa e comunicazione, ricercatrice indipendente in studi di genere e nel tempo libero apicultrice e esperta in analisi sensoriale dei mieli.

Esistono progetti in Italia di cui si parla poco, anche quando nascono per dare a loro volta visibilità a storie poco conosciute. È il caso del progetto 100esperte.it – nato nel 2016 dalla collaborazione fra l’Osservatorio di Pavia e l’associazione di giornaliste Gi.U.Li.A. – per avere una una banca dati online di esperte nelle materie STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) da contattare all’occorrenza ed evitare che nei media italiani vengano interpellati sempre e solo “esperti”.

Curiosando fra i profili presenti, che sono oramai molto più di 100, abbiamo incontrato Lucia Margheriti, sismologa e da gennaio 2024 Direttrice dell’Osservatorio Nazionale Terremoti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).

Margheriti racconta che per lei scegliere di studiare le materie scientifiche non è stato così insolito, perché aveva un modello in casa: “Mia madre insegnava matematica e scienze, quindi da bambina non ho mai sentito le materie STEM come maschili. Nella mia esperienza lavorativa il fatto di essere donna ha pesato più per le mie scelte personali che per fattori esterni. Ho due figli ormai adulti e per me le loro esigenze sono sempre venute prima del lavoro, ma mi sono impegnata e sono stata fortunata, riuscendo quasi sempre a conciliare il lavoro con la famiglia. Il passo che ancora credo non è stato fatto è quello di considerare normale che anche le donne, così come gli uomini, in alcuni periodi della loro vita possano invece dare precedenza alla realizzazione lavorativa”.

Inizi e formazione

La carriera di Margheriti inizia studiando Geologia all’Università degli Studi di Roma La Sapienza con una tesi sugli effetti di amplificazione locale delle onde sismiche, prosegue con una borsa di specializzazione all’estero in sismologia presso lo United States Geological Survey di Menlo Park, in California e poi continua la specializzazione presso l’Università degli studi de L’Aquila e al dipartimento di Fisica presso l’Istituto Nazionale di Geofisica (Ing) di Roma che nel 2000 diventa Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).

Dal 2007 al 2014 è stata responsabile di un gruppo di ricerca costituito da 25 ricercatori che si occupano di sismologia e struttura dell’interno della terra, ed è stata anche coordinatrice della rete sismica mobile del Centro Nazionale Terremoti dove si è occupata dell’organizzazione di attività di pronto intervento sismico.

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Le onde che attraversano la Terra

Margheriti trova particolarmente affascinante lo studio dei sismogrammi, in particolare le registrazioni di terremoti che avvengono dall’altra parte del pianeta e che quindi prima di arrivare alle nostre stazioni sismiche in Italia attraversano l’interno della Terra.

“È proprio dallo studio di queste onde che sono state individuate le discontinuità che separano la Crosta terrestre dal Mantello, il Mantello dal Nucleo – spiega la sismologa – Sempre guardando le onde sismiche si è compreso che il Nucleo esterno della Terra si comporta come un liquido mentre il Nucleo Interno come un solido. Le onde sismiche ed i sensori che le registrano ci permettono di fare un’ecografia della Terra e di vedere le profondità che sarebbero altrimenti impossibili da investigare. Per molti anni all’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia mi sono occupata dello studio nel Mantello dell’anisotropia sismica – proprietà per cui la velocità delle onde sismiche ha valori diversi in dipendenza della direzione in cui si propagano ed in cui oscillano – per analizzare le onde di terremoti avvenuti in Messico, in Cile, in Giappone e capire come il Mantello sotto l’Italia si sta deformando”.

Ed è proprio del rischio sismico nel nostro paese che le chiediamo di parlarci.

“È importante dire subito che i sismologi si occupano fondamentalmente di definire la pericolosità sismica: esiste una legge in Italia che prende in considerazione la mappa di pericolosità elaborata dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia per definire l’azione sismica di riferimento per la progettazione delle costruzioni sul territorio italiano”, precisa Margheriti e aggiunge: “Le aree con pericolosità più alta sono quelle delle zone dell’Appennino Meridionale, dell’Arco Calabro e della Sicilia Orientale, ma anche la zona Alpina del Friuli; comunque tutta l’Italia è terra sismica e quindi la sua popolazione deve imparare a convivere con i terremoti”.

“Ma la pericolosità – prosegue – è solo uno dei fattori che concorrono al rischio sismico, per definire il rischio si deve tener conto anche della vulnerabilità degli edifici e dell’esposizione: cioè della quantità di beni e vite esposte all’azione dello scuotimento del terremoto, questi fattori sono molto importanti nel determinare la probabilità di osservare perdite di vite umane ma anche danni e distruzione di opere, ma questi non sono studiati dalla sismologia”.

Oltre ad aver coordinato importanti gruppi di lavoro in progetti nazionali e internazionali che hanno coinvolto istituti e università italiane, europee e statunitensi – fra questi, il progetto RETREAT (2002-2007), il progetto Messina (2007-2009), il progetto FISR Sale Operative Integrate e Rete di Monitoraggio futuro: INGV 2.0 (2018-2020) – Margheriti è da sempre attiva nelle attività di divulgazione ed informazione dell’INGV rivolte alle scuole, al pubblico e ai media.

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L’importanza della divulgazione

Margheriti è infatti convinta che la divulgazione sia importantissima: “Gli studi di sismologia, quello che sappiamo sui terremoti e su come difenderci da essi deve arrivare alla cittadinanza – afferma senza esitare – La consapevolezza del rischio è il primo passo per difendersi dai terremoti. Divulgare la scienza e farla conoscere a bambine e bambini, ragazze e ragazzi è l’unico modo per progredire nelle conoscenze ed avere nuovi scienziate/i che continueranno gli studi. Per i ricercatori non è sempre facile fare divulgazione è quindi importante che negli istituti di ricerca e nei progetti di ricerca siano sempre presenti esplicitamente attività di comunicazione. L’INGV ospita almeno due volte a settimana scuole di vario ordine e grado e guida le/i partecipanti all’interno della Terra attraverso le varie discipline”.

Provando a tradurre in un linguaggio, semplice ma non riduttivo, quello della scienza. Ad esempio, la ricerca di Margheriti si è concentrata negli ultimi anni sull’analisi di sequenze sismiche per l’individuazione delle faglie attive e lo studio delle possibili variazioni delle caratteristiche della crosta terrestre durante l’occorrenza delle sequenze stesse, che significa avere contezza di quali sono le zone che maggiormente si deformano e cercare di comprendere meglio i meccanismi della sismogenesi: questo ci aiuta nella prevenzione e nella definizione delle aree a maggior pericolosità sismica.

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