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Robot con sistemi avanzati di visione per selezionare e differenziare correttamente i rifiuti in modo più rapido e accurato degli esseri umani grazie all’intelligenza artificiale. È la soluzione tecnologica di un’azienda statunitense del Colorado che spera di snellire le operazioni e aumentare i tassi di riciclo e dunque i guadagni. Con un’industria del riciclo alle prese con costi in crescita e standard sempre più esigenti per migliorare la qualità della raccolta, l’idea è piaciuta molto agli investitori, tanto che l’azienda AMP ha ottenuto 91 milioni di dollari di finanziamenti per espandere le operazioni.
Tutto ciò è possibile grazie al deep learning: un algoritmo si addestra continuamente analizzando milioni di immagini di rifiuti. Identifica i materiali riconoscendo gli schemi di colori, texture, forme e loghi delle etichette e così riesce a individuare più velocemente di qualsiasi occhio umano, ad esempio una bottiglia di plastica in un mare di rifiuti indifferenziati.
L’intelligenza artificiale applicata al riciclo, tuttavia, non si limita a migliorare e velocizzare la raccolta differenziata. Ci sono applicazioni specifiche per alcuni settori industriali, come il vetro, che permettono di ridurre lo spreco dei materiali. Mentre altre aziende come WestRock adoperano l’intelligenza artificiale per progettare imballaggi sostenibili e più facili da riciclare, accrescendo a monte la circolarità del sistema.

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Ridurre la contaminazione della raccolta differenziata
Esempi di aziende specializzate nel riciclo che investono nella raccolta differenziata con intelligenza artificiale si trovano anche in Europa. Greyparrot, un’azienda londinese, ha sviluppato la sua tecnologia AI adottandola in oltre 50 impianti di riciclo. I sistemi robotizzati utilizzano telecamere e apprendimento automatico per analizzare i rifiuti sui nastri trasportatori in tempo reale, identificando materiali come plastica, carta e metalli. Queste informazioni aiutano gli impianti a ridurre la contaminazione e a migliorare l’efficienza dello smistamento.
Un altro operatore, Recycleye, utilizza bracci robotici dotati di intelligenza artificiale per automatizzare lo smistamento. I robot sono in grado di identificare e separare rapidamente materiali come l’alluminio e la plastica PET, aumentando la produttività nonostante la carenza di manodopera. Lo stesso stanno facendo i Comuni: in Tasmania, Oceania, un impianto di recupero dei materiali dotato di sistemi di selezione con AI è usato per trattare i rifiuti di oltre 100.000 famiglie. Per realizzarlo è stato necessario un investimento da 24 milioni di dollari.
Una raccolta differenziata di qualità superiore ha un enorme potenziale ambientale: significa minore estrazione di materie prime, minore consumo di risorse e di energia e dunque meno emissioni di carbonio e inquinamento. Allo stesso tempo, i vantaggi economici sono sotto gli occhi di tutti: per le nazioni vuol dire ridurre la dipendenza dalle importazioni di materie prime, mentre le aziende risparmiano nell’acquisto di nuove materie vergini.
Il riciclo del vetro: dall’AI un doppio vantaggio
Se i casi citati finora riguardano la gestione dei processi di riciclo, l’intelligenza artificiale può essere usata dai singoli comparti industriali. Un esempio è il riciclo del vetro, dove ci sono principalmente due applicazioni, come ha spiegato Thomas Wesian, product manager nell’azienda Binder+Co AG, azienda austriaca attiva nelle tecnologie ambientali. Da un punto di vista più industriale, l’intelligenza artificiale aiuta ad analizzare i dati per supportare gli operai ai macchinari nelle operazioni quotidiane con suggerimenti mirati, rendendo più efficace il controllo dei processi, l’efficienza dell’impianto o la programmazione precisa dei lavori di manutenzione.
Altri aspetti sono strettamente legati al riciclo del vetro. Ad esempio, grazie a questa tecnologia, integrata nei sistemi di selezione basati su sensori capaci di analizzare e classificare ogni materiale che attraversa un impianto di riciclo, è possibile ottimizzare la produzione migliorando l’efficienza nella selezione. In particolare, l’intelligenza artificiale permette di riconoscere con precisione anche il vetro scuro, evitando che finisca erroneamente tra i rifiuti come ceramica, pietra e porcellana, garantendone il recupero come materiale di alta qualità.

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Gli effetti dell’AI sul mercato del riciclo
L’adozione di tecnologie rivoluzionarie come l’intelligenza artificiale sta creando una connessione sempre più stretta tra digitalizzazione ed economia circolare, due transizioni essenziali per un futuro sostenibile. Con ricadute immediate sul settore della gestione dei rifiuti che vanno oltre ai benefici economici visti finora e investono ambiti più ampi, come il mercato e l’occupazione.
Ad esempio, gli algoritmi di intelligenza artificiale consentono di analizzare grandi volumi di dati di mercato, tra cui prezzi, andamento della domanda e dell’offerta e identificare modelli all’interno dei dati per prevedere le tendenze future del mercato. Questo aiuta chi ricicla a prendere decisioni informate sull’acquisto, la vendita e la gestione, ad esempio, delle scorte di rottami metallici in base alla domanda prevista per determinati metalli e dunque a pianificare con più efficienza le operazioni commerciali.
Come ogni nuova tecnologia, tuttavia, ci sono dubbi sull’impatto che avrà sul mercato del lavoro, perché l’automazione può determinare licenziamenti e perdita di occupazione. Nel caso del riciclo non sembra essere questo, però, lo scenario. Secondo chi lavora in questo campo, infatti, c’è una costante mancanza di manodopera e quindi l’intelligenza artificiale risolve un problema: i robot possono lavorare 24 ore su 24, eliminando la necessità di un estenuante lavoro manuale di smistamento eseguito da lavoratori in carne e ossa, che sono sempre più difficili da trovare.
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