Ogni anno il 24 maggio la Giornata europea dei parchi ci offre una preziosa occasione per riflettere sul valore inestimabile delle aree protette. La ricorrenza, celebrata dal 1999 su iniziativa della Federazione Europea dei Parchi (EUROPARC), ricorda la data di istituzione del primo parco nazionale d’Europa, avvenuta in Svezia nel 1909.

In Italia, i primi parchi, il Gran Paradiso e il Parco d’Abruzzo (ora Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise), furono istituiti nel 1922, segnando l’inizio di un impegno concreto verso la conservazione del patrimonio naturale.
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Quanti parchi e riserve abbiamo in Italia
Oggi in Italia abbiamo 24 parchi nazionali, 135 parchi regionali, 147 riserve naturali statali, 32 aree marine protette, oltre 360 riserve regionali, cui si somma una vasta rete di siti protetti, la maggior parte dei quali rientranti nella Rete Natura2000 (dati ISPRA al 2024). In quest’ottica l’Italia si configura, quindi, come una “potenza euro-mediterranea” nella protezione della natura, custodendo oltre 1/3 delle specie animali distribuite in Europa e quasi il 50% della flora europea su una superficie di circa 1/30 di quella del continente (fonte MASE). Queste aree non sono semplici porzioni di territorio vincolate, ma veri e propri laboratori a cielo aperto, custodi di biodiversità, motori di sviluppo sostenibile e luoghi di benessere per le comunità.
Comprendere a fondo cosa rappresentano i parchi nazionali e regionali, la loro cruciale importanza e le innovative pratiche di economia circolare che alcuni di essi stanno adottando è fondamentale per garantire un futuro in cui uomo e natura possano coesistere in armonia e per pensare al lavoro svolto in tali riserve come a qualcosa di replicabile anche al di fuori. I parchi sono, infatti, in prima linea nella difesa della biodiversità, offrono un contributo essenziale alla tutela del territorio e al contrasto dei cambiamenti climatici, e rappresentano un’opportunità di crescita per le comunità locali, stimolando e incentivando un turismo responsabile e consapevole.
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Distinguere per proteggere: in cosa si distinguono parchi nazionali, regionali, aree protette e riserve naturali
In primis è importante fare chiarezza su qualcosa che spesso si ignora: ovvero comprendere la classificazione e gli obiettivi specifici dei parchi quale primo passo per apprezzarne il valore. A tal scopo, abbiamo consultato e riportato le differenze di classificazione delle aree naturali protette del Senato.
Cosa sono i parchi nazionali e chi li gestisce
I parchi nazionali in Italia sono aree terrestri, marine, fluviali o lacustri che racchiudono uno o più ecosistemi intatti o parzialmente alterati, di rilevanza internazionale o nazionale per i loro valori naturalistici, scientifici, estetici, culturali, educativi e ricreativi tali da richiedere l’intervento dello Stato ai fini della loro conservazione per le generazioni presenti e future.
La loro istituzione e gestione è, infatti, di competenza statale e del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), con l’obiettivo primario di conservare e valorizzarne il patrimonio naturale. Questi veri e propri “archivi viventi” della biodiversità preservano habitat unici e specie rare o in pericolo, fungendo da rifugi sicuri e contribuendo a mantenere l’equilibrio ecologico. Attualmente, come anticipato, l’Italia conta 24 parchi pazionali iscritti nell’elenco ufficiale delle aree naturali protette (EUAP), per una superficie complessiva di oltre 1,6 milioni di ettari (1,5 milioni di ettari a terra e 71mila a mare).
Chi gestisce i parchi regionali e interregionali e che aree comprendono
I parchi regionali e interregionali, d’altra parte, sono sistemi territoriali istituiti e gestiti dalle regioni o dalle province. Anch’essi hanno finalità di conservazione dei valori naturali, scientifici, storico-culturali e paesaggistici e comprendono aree terrestri, fluviali e lacuali. Queste aree costituiscono, nell’ambito di una o più regioni limitrofe, un sistema omogeneo, individuato dagli assetti naturalistici dei luoghi, dai valori paesaggistici e artistici e dalle tradizioni culturali delle popolazioni locali.
L’Italia vanta ad oggi 134 parchi regionali ufficialmente riconosciuti, che coprono una superficie di circa 1,3 milioni di ettari a cui si aggiungono altre aree istituite a livello regionale.
Cosa distingue un parco da una riserva
Le riserve naturali sono anch’esse costituite da aree terrestri, fluviali e lacuali. Rispetto ai parchi naturali regionali, i requisiti sono però differenti; le riserve naturali devono contenere una o più specie naturalisticamente rilevanti della flora e della fauna, ovvero presentano uno o più ecosistemi importanti per le diversità biologiche o per la conservazione delle risorse genetiche.
Possono poi essere statali o regionali, a seconda della rilevanza degli interessi attraverso di esse tutelati. Attualmente in Italia sono riconosciute 147 riserve naturali statali e oltre 360 riserve regionali.
Quando le aree marine sono comprese nei parchi nazionali e quando sono a se stanti
Le aree marine protette sono invece costituite da ambienti marini, dalle acque, dai fondali e dai tratti di costa prospicienti ricadenti nel demanio marittimo, e presentano un rilevante interesse per le caratteristiche naturali, geomorfologiche, fisiche, biochimiche, con particolare riguardo alla flora e alla fauna marine e costiere, e per l’importanza scientifica, ecologica, culturale, educativa ed economica che rivestono.

Nel caso in cui le aree marine protette siano contigue ai parchi nazionali terrestri, sono invece ricomprese integralmente negli stessi parchi. Le aree marine protette riconosciute nel nostro Paese sono attualmente 32.
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L’inestimabile valore dei parchi: oltre la bellezza paesaggistica
L’importanza dei parchi nazionali, regionali e delle riserve, trascende la mera contemplazione di paesaggi mozzafiato. Essi sono pilastri fondamentali per la conservazione della biodiversità, proteggendo una vasta gamma di specie animali e vegetali e i loro habitat, molti dei quali minacciati dalle attività umane. La tutela degli ecosistemi all’interno dei parchi è cruciale per garantire la stabilità ecologica, la protezione delle risorse idriche, la prevenzione dell’erosione del suolo e la regolazione dei cicli idrologici. Inoltre giocano un ruolo significativo nella lotta al cambiamento climatico, assorbendo anidride carbonica e mitigando gli effetti dell’inquinamento.
Al di là dei benefici ambientali diretti, i parchi e le riserve offrono innumerevoli vantaggi per il benessere umano e lo sviluppo sostenibile. Forniscono servizi ecosistemici essenziali come la purificazione dell’aria e dell’acqua e la regolazione del clima.
Incentivare, inoltre, un turismo sostenibile all’interno delle aree protette può generare significative ricadute economiche per le comunità locali, creando opportunità di lavoro e valorizzando le tradizioni culturali, a condizione che sia gestito in modo responsabile per non compromettere il patrimonio naturale. I parchi, quindi, non sono solo santuari naturali, ma anche motori di un’economia verde e inclusiva, capaci di coniugare la tutela ambientale con il progresso sociale ed economico. Investire nei parchi significa investire nella salute del pianeta e nel futuro delle prossime generazioni.
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Verso un futuro circolare: esempi virtuosi nei parchi italiani
L’adozione di pratiche di economia circolare all’interno delle aree protette italiane sta diventando sempre più importante per coniugare conservazione e sviluppo sostenibile. L’economia circolare, che mira a ridurre al minimo gli sprechi e a massimizzare il riutilizzo delle risorse, si sposa perfettamente con la missione dei parchi di tutelare l’ambiente e promuovere modelli di vita più sostenibili.
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La corretta gestione dei rifiuti
Un ambito fondamentale su cui investire è la gestione virtuosa dei rifiuti. Legambiente, con il suo dossier “Parchi Rifiuti Free” (si può leggere qui) monitora e promuove la corretta gestione dei rifiuti nei comuni situati all’interno dei parchi nazionali, evidenziando sia le criticità sia le eccellenze. L’obiettivo è ridurre la produzione di rifiuti (come imballaggi e prodotti monouso) e, laddove presente, incentivare la raccolta differenziata, che in molte aree protette ha ancora margini di miglioramento. Secondo l’ultimo rapporto, la media della raccolta differenziata dei 498 comuni presenti nei 24 parchi nazionali è del 59,62%, ben lontana dal 65%, previsto dagli obiettivi di legge.
I oarchi nazionali che raggiungono una raccolta differenziata media superiore al 65% sono 10: Dolomiti Bellunesi, Appennino Lucano, Pantelleria, Maiella, Cilento, Cinque Terre, Asinara, La Maddalena, Val Grande e Alta Murgia. Risultati spesso frutto di una stretta collaborazione tra l’ente parco, le amministrazioni comunali e le comunità locali.
Esistono anche iniziative specifiche come ‘Nei Parchi Marini Calabria…ogni lattina vale’, iniziativa nata 4 anni fa grazie alla collaborazione tra Ente Parchi Marini Regionali della Calabria (EPMR), CIAL-Consorzio Nazionale Imballaggi Alluminio e Coca-Cola, realizzata nell’ambito del progetto internazionale Every Can Counts (noto in Italia come Ogni Lattina Vale). L’obiettivo? Recuperare e riciclare le lattine per bevande consumate lungo le coste, sensibilizzando turisti e residenti.
Un altro esempio riguarda l’utilizzo di materiali riciclati per infrastrutture e arredi all’interno dei parchi. Ricordiamo un’iniziativa promossa nel 2021 da Procter & Gamble e Corepla, in collaborazione con Carrefour Italia e a favore di Federparchi, che ha previsto la donazione di arredi urbani in plastica riciclata (come tavoli, panchine e portabici) per le aree picnic di 11 parchi regionali e nazionali. Una dimostrazione tangibile dei benefici del riciclo.
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La promozione di un turismo sostenibile e responsabile
Infine, la promozione del turismo sostenibile attraverso strumenti come la Carta Europea per il Turismo Sostenibile nelle Aree Protette (CETS) è un ulteriore tassello. Diversi parchi italiani, come il Parco Nazionale delle Colline Metallifere e tutte le aree protette del Trentino, hanno aderito alla CETS, impegnandosi a sviluppare un’offerta turistica che rispetti l’ambiente, valorizzi le risorse locali e coinvolga attivamente le comunità.
Questo approccio favorisce la creazione di prodotti turistici specifici, incoraggia l’uso di pratiche a basso impatto e contribuisce a migliorare la qualità della vita delle persone residenti, generando al contempo benefici economici per il territorio in un’ottica di circolarità e sostenibilità a lungo termine.
Alcuni parchi, come il Parco Regionale del Serio in Lombardia, promuovono attivamente progetti di educazione alla sostenibilità ambientale che toccano temi come la biodiversità, l’agricoltura sostenibile e la gestione consapevole delle risorse. Anche la Regione Lazio sta esplorando la creazione di “distretti di economia circolare” coordinati dagli enti parco, con un progetto pilota nell’area della Marcigliana gestita da RomaNatura.
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Parchi e riserve: un patrimonio da custodire, un modello da seguire
I parchi, le riserve e le aree protette rappresentano un patrimonio di inestimabile valore, scrigni di biodiversità, regolatori di equilibri ecologici fondamentali e promotori di benessere per le comunità. La Giornata Europea dei Parchi ci ricorda l’importanza di sostenere queste aree protette, non solo come luoghi di conservazione passiva, ma come attori dinamici nella transizione verso un futuro più sostenibile. Le esperienze virtuose che iniziano a diffondersi, dalla gestione dei rifiuti alla promozione di un turismo realmente rispettoso, indicano la strada da seguire.
Tuttavia le sfide da affrontare rimangono ancora significative: dalla necessità di migliorare ulteriormente la gestione dei rifiuti in molte aree, al contrasto della pressione antropica e degli effetti del cambiamento climatico. È fondamentale che istituzioni, enti gestori, comunità locali, imprese e cittadini collaborino per rafforzare la tutela di questi tesori e per diffondere le buone pratiche. Sostenere i parchi significa investire nella qualità della nostra vita, nella salute del pianeta e nella costruzione di un modello di sviluppo che sappia realmente integrare le esigenze dell’uomo con quelle della natura.
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