giovedì, Novembre 6, 2025

I consigli dell’UE per le mete turistiche più sostenibili

Consapevole che il turismo è un settore prevalentemente estrattivo, che negli ultimi anni è diventato sempre più impattante, la Commissione europea ha selezionato 50 mete che definisce “storie di successo che stanno mettendo in pratica la sostenibilità”. Pochi i luoghi italiani, quasi tutti inusuali, tra cui Taranto

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Redazione EconomiaCircolare.com

Se non sai ancora dove andare in vacanza l’Unione Europea ti suggerisce le mete più interessanti, nel nome del turismo sostenibile. Lo fa attraverso l’iniziativa Sustainable EU Tourism for Tomorrow, portata avanti dalla Commissione, con la quale fornisce sostegno alle destinazioni turistiche all’interno del Transition pathway for tourism, il percorso di transizione per un settore che negli ultimi anni è diventato sempre più centrale nelle nostre vite, sempre più impattante dal punto di vista ambientale e sempre più estrattivo dal punto di vista sociale ed economico.

Il progetto è iniziato a dicembre 2023 e terminerà a dicembre 2025 e, come scrive la stessa Commissione europea, “pone l’accento sulla garanzia del benessere economico, sociale e culturale delle comunità locali, insieme alla conservazione dei loro ambienti naturali”. Insieme alla teoria la Commissione offre anche un kit di strumenti di comunicazione,  “progettato per aiutarti a promuovere pratiche turistiche sostenibili, innescare il dialogo e ispirare il cambiamento”.

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In questo kit, oltre ai contenuti sui social media già pronti da condividere, ci sono 50 storie di successo in tutta Europa che dimostrano come questi luoghi stanno mettendo in pratica la sostenibilità. Di seguito le storie più interessanti.

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Le mete turistiche più sostenibili secondo la Commissione

C’è da dire che il file di 155 pagine stilato dalla Commissione sulle 50 mete turistiche più sostenibili è poco agevole, al netto delle intenzioni comunicative. Si tratta comunque di un file importante perché individua una serie di “sfide chiave” dal punto di vista economico, sociale, ambientale e gestionale che ciascun luogo individuato ha più o meno affrontato o, quando va bene, superato. Per ogni luogo vengono poi definiti il contesto di partenza, il tipo di turismo, le soluzioni implementate, il potenziale replicabile, i fattori di successo e le barriere, gli impatti e le raccomandazioni.

Nell’elenco della Commissione ci sono grandi città come Barcellona e Torino, intere regioni come l’Andalusia ma in prevalenza ci sono città di dimensioni medie e, al contrario delle attese, pochi paesi. Dell’Italia, ad esempio, vengono citati gli esempi di Torino, Firenze, Madonna di Campiglio, Carbonia e Taranto. A parte Firenze e Madonna di Campiglio, che però è più facile associare all’overtourism che al turismo sostenibile, le altre mete sono abbastanza inusuali. 

turismo bordeaux

Per comprendere tali scelte, tuttavia, è utile fare un salto a Bordeaux. Una scelta solo apparentemente controintuitiva, a leggere ciò che scrive la Commissione. “Bordeaux può essere famosa per il suo vino e la sua grande architettura – scrive la Commissione – ma oggi sta facendo notizia per una ragione completamente nuova. Il fascino di Bordeaux va ben oltre il suo look da cartolina. Dietro le quinte, l’ex capitale europea del turismo intelligente del 2022 ha trasformato silenziosamente il suo modello turistico per renderlo accessibile, privo di barriere e socialmente sostenibile. Mentre questa città francese offre vigneti di fama mondiale, è anche all’avanguardia quando si tratta di viaggi inclusivi e pronti per il futuro. Dalle linee di tram senza gradini e dai musei adatti alle sedie a rotelle alle mostre tattili e alle visite guidate sulla lingua dei segni, la città si assicura che nessuno sia lasciato indietro. Anche le bici tandem e le mappe rialzate aiutano a garantire che tutti possano scoprire la bellezza di Bordeaux a modo loro”.

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L’esempio di Taranto

Così, allo stesso modo, si comprendono meglio le scelte italiane. Se Taranto continua anche in questi giorni a essere sotto la luce dei riflettori per via del mega impianto industriale dell’ex Ilva resta innegabile che la città pugliese è una città magari complessa ma bellissima. Silenziosamente in questi anni Taranto ha puntato sul turismo come alternativa alla mono-economia dell’acciaio. E i risultati, secondo la Commissione Europea, sono evidenti. “Pratiche commerciali efficienti nell’uso delle risorse e la diversificazione dell’offerta turistica sono fondamentali per Taranto – scrive la Commissione – al fine di proteggere l’ambiente, garantire la redditività economica a lungo termine e migliorare l’esperienza dei visitatori. Per realizzare questo cambiamento generale verso una maggiore sostenibilità, Taranto si impegna a sensibilizzare la comunità e i turisti sui temi della sostenibilità, incoraggiandoli a compiere scelte di consumo più sostenibili e a partecipare attivamente a questa transizione”.

Sono tanti i progetti citati in questo senso dalla Commissione e incentivati dalle istituzioni europee: si va dallo Ionian Dolphin Conservation al CTE CALLIOPE project, da ECOSISTEMA Taranto a Taranto capitale di mare. Per migliorare ulteriormente, suggerisce la Commissione , “si raccomandano investimenti in attività di ecoturismo e nel miglioramento delle risorse naturali locali, il che richiede una forte cooperazione tra la comunità, gli enti di ricerca e le organizzazioni non governative. È molto efficace costruire reti e connessioni con gli stakeholder locali e coinvolgerli direttamente nella definizione dell’identità della destinazione e nella tutela dell’ambiente e della cultura”.

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