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venerdì, Novembre 15, 2024

A Bruxelles il 95% delle torri del World Trade Center verrà recuperato

Dagli anni '70 è uno dei più caratteristici grattacieli della capitale belga. Entro il 2023 il Word Trade Center lascerà il posto al progetto Zin, che intende dare una seconda vita alla vecchia struttura. Un edificio collettivo e polifunzionale ricoprirà 110mila metri quadrati di superficie

Caterina Ambrosini
Caterina Ambrosini
Laureata in Gestione dell’ambiente e delle risorse naturali presso la Vrije Universiteit di Amsterdam con specializzazione in Biodiversità e valutazione dei servizi forniti dall'ecosistema. Da inizio 2020, collabora con l’Atlante Italiano dell’Economia Circolare nel lavoro di mappatura delle realtà nazionali e nella creazione di contenuti.

Sulla scia della nuova strategia della Commissione europea, il settore delle costruzioni ha il compito di trovare al più presto soluzioni per ridurre il proprio impatto sull’ambiente, tra emissione di CO2 e rifiuti prodotti. Infatti, nella sola Unione Europea i rifiuti da costruzione e demolizione rappresentano la più grande frazione di rifiuto in termini di massa con 374 milioni di tonnellate (dati 2016). Con questi numeri è quindi entrata di diritto tra le frazioni di rifiuto prioritarie del Piano d’azione dell’economia circolare del 2015, questo anche perchè l’Unione Europea crede fortemente nella possibilità di rendere la gestione dei rifiuti da costruzione e demolizione veramente circolare. Ha voluto partecipare a questa sfida il governo fiammingo (autorità della regione belga delle Fiandre) che a Bruxelles sta dando vita a un progetto di economia circolare su larga scala.

Con un bando lanciato nel 2017, le torri 1 e 2 del World Trade Center (WTC) di Bruxelles situate nel  Noordwijk (quartiere a Nord che costituisce il distretto finanziario della città) stanno lasciando il posto al nuovo progetto chiamato ZIN che si concluderà entro il 2023. Con questo progetto, viene data seconda vita al 95% dei materiali delle vecchie torri e allo stesso tempo affidate numerose funzioni alla nuova struttura: spazio di condivisione per cittadini, uffici, alloggi, aree sportive, hotel, negozi e ristoranti. L’obiettivo è quello di creare un edificio polifunzionale che possa essere trasformato nel tempo in base alle esigenze. Non più demolizione fine a se stessa, insomma.

Dai grattacieli tutto si ricicla (tranne l’amianto)

“ZIN è un progetto multifunzionale nel Noordwijk dove realizziamo 110mila metri quadrati  di superficie” spiega Werner Joris, capo del Business Development di Befimmo, operatore immobiliare specializzato in edifici per uffici, meeting center e spazi di coworking. “Creeremo una combinazione di funzioni. Ci sarà un hotel, si avrà una funzione residenziale e una zona uffici. È un progetto meraviglioso su cui lavorare”.

Befimmo ha selezionato gli studi di architettura belga 51N4E e Jaspers-Eyers Architects, e il francese AUC di Parigi per la progettazione di questa struttura ambiziosa. Le torri sono in fase di smantellamento: i materiali degli edifici originali vengono smontati e separati per essere riutilizzati come materia prima seconda. Il 63% dei materiali è preservato e il 32% riciclato. “Il 5% di rifiuti sarà comunque presente. Quei rifiuti sono principalmente amianto. Quindi il 95% viene conservato, riciclato o riutilizzato” spiega ancora Joris.

Quasi 300mila tonnellate di rifiuti che non lo sono più

Il progetto ZIN dà quindi nuova vita a quello che la grande maggioranza degli operatori nel settore costruzioni catalogherebbe come rifiuto. “La circolarità è qui, la applichiamo a questo progetto. In un’economia lineare ora accumuleremmo 280mila tonnellate di rifiuti – commenta Joris – con un’economia circolare immagazziniamo 280mila tonnellate di materia prima”. Il progetto consiste nello ‘smontare’ le due torri e lasciare solamente le strutture centrali in cemento. Si sta sfruttando al massimo l’edificio esistente mantenendo i piani interrati e le aree di circolazione, e i materiali ovviamente.

Quel 95% di materiali riutilizzabili dalle torri 1 e 2 del WCT è composto da circa 256 tonnellate di alluminio, 1.080 tonnellate di vetro e 19.250 tonnellate di pavimento in cemento. Anche parte del vecchio calcestruzzo utilizzato alla base delle torri verrà convertito in nuovo calcestruzzo. Alcuni materiali sono smontati e separati per essere recuperati: il vetro del vecchio edificio, ad esempio, è trasportato in un’azienda di riciclaggio dove verrà utilizzato per produrre vetro per bottiglie. Secondo Jonis, la scala su cui si sta lavorando nel cantiere ZIN per un progetto circolare non è mai stata vista nel paese: “Non è ancora applicato su questa scala in Belgio. Puoi vedere che questo edificio non viene demolito. E’ smontato. Tutto viene trattato separatamente, pezzo per pezzo. Separatamente questo seguirà diversi percorsi di riciclaggio. Ad esempio, siamo stati in grado di fornire pareti divisorie a una scuola”. Il progetto nella capitale belga sposa a pieno il principio dell’economia circolare per cui ciò che risulta rifiuto per un settore, può divenire risorsa per un altro.

Guardare al futuro in fase di progettazione

Il governo fiammingo ha dichiarato esplicitamente nel bando di gara che sarebbe stato richiesto per l’edificio un approccio amico dell’ambiente, ma non solo. Il nuovo complesso dovrà dare spazio a diverse funzioni: 70.000 metri quadrati saranno destinati alle autorità fiamminghe come uffici, 5.000 metri quadrati invece saranno adibiti per il coworking. Oltre alla funzione lavorativa, tradizionalmente appartenente al Noordwijk, il nuovo edificio ospiterà un albergo con 240 camere, 127 appartamenti, ma anche zone ricreative come aree sportive, ristoranti e negozi. Il progetto è stato pensato per abbracciare la città e rapportarsi con i cittadini grazie alla polifunzionalità del nuovo edificio.

Questo nuovo concetto flessibile permetterà alla nuova struttura di essere riutilizzata in futuro senza demolizioni o trasformazioni drastiche, adattandosi e evolvendo con il mondo circostante. Befimmo e gli architetti coinvolti non hanno semplicemente analizzato i bisogni della società odierna ma hanno guardato al futuro già dal tavolo di  progettazione, con una visione di lungo termine per l’edificio. Mantenendo la struttura di base dell’edificio identica per le diverse funzioni, si offrirà una grande flessibilità per possibili cambiamenti futuri.

Tra costi e collettività

Il governo fiammingo ha sempre avuto un occhio di riguardo verso la propria politica immobiliare e la gestione dei propri edifici, con risultati eccellenti. Per questo motivo, è stata creata nel passato la figura dell’architetto del governo fiammingo, responsabile di portare avanti la strategia immobiliare. Anche per il progetto ZIN gli architetti del governo fiammingo sono stati coinvolti in prima persona, e insieme a quelli di Bruxelles hanno spinto affinché venissero inseriti nel bando di gara criteri di selezione legati, oltre che alla qualità architettonica, anche al valore aggiunto per la società. Il quartiere nord della capitale belga ha  avuto negli anni un forte carattere monofunzionale, essendo riservato ad alloggi per funzionari pubblici e quindi rimanendo deserto dopo l’orario d’ufficio.

Per questo motivo gli architetti del governo hanno deciso di concentrarsi su un modello di edificio collettivo che possa essere un valore aggiunto per la società. Oltre ai nuovi uffici per le autorità fiamminghe, ZIN sarà pienamente integrato nel contesto urbano e sarà aperto alla città: gli spazi aperti comuni al piano terra, le aree sportive, i negozi e i bar daranno vita a un quartiere che al tramonto del sole è solito spegnersi. Questo bellissimo progetto, con il suo approccio circolare all’edilizia e il suo valore sociale, ha un costo molto alto (si stimano 375 milioni di euro), ritenuto da molti uno svantaggio. “Non credo ci sia bisogno di essere morbidi su questo: probabilmente c’è un costo aggiuntivo – commenta Jonis – Siamo all’inizio dell’economia circolare. Stiamo mobilitando un’industria per assecondarla. Se questo costasse un po’ di più oggi, è in futuro che non dovrebbe costare più di una traiettoria tradizionale”.

© Riproduzione riservata

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