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sabato, Dicembre 14, 2024

Agenzia europea ambiente: “Produzione e consumo di plastica in Europa ancora insostenibili”

Nuovo strumento di monitoraggio dell'Agenzia europea per l’ambiente esamina i progressi della circolarità della plastica in Europa e boccia produzione e consumo: capacità di riciclo in aumento, ma ancora insufficiente

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Redazione EconomiaCircolare.com

“I modelli di produzione e di consumo di plastica in tutta Europa permangono insostenibili e devono essere resi più circolari per ridurre i rifiuti, l’inquinamento, i cambiamenti climatici e altri impatti negativi sull’ambiente”. È (quasi) senza appello il giudizio che emerge da un recente briefing dell’Agenzia europea dell’Ambiente (AEA) (“The role of plastics in Europe’s circular economy”, Il ruolo della plastica nell’economia circolare europea) che evidenzia anche l’introduzione di un nuovo strumento di monitoraggio “che consente ai cittadini, ai responsabili politici e ad altri soggetti di verificare i progressi della circolarità della plastica in Europa”.

Plastica, la bocciatura dell’Agenzia europea per l’ambiente

Il consumo e la produzione di materie plastiche, si legge nella nota, “incidono negativamente sull’ambiente e favoriscono i cambiamenti climatici. Un maggior numero di rifiuti marini sta risalendo sulle spiagge europee, alti livelli di microplastiche entrano nell’ambiente e, in futuro, la crescita del consumo di plastica significa che le emissioni di gas a effetto serra (GES) derivanti dalla catena del valore sono probabilmente destinate ad aumentare”.

In Europa, il consumo finale di plastica ha registrato un leggero calo da 58,8 milioni di tonnellate (Mt) nel 2018 a 56,5 Mt nel 2020. 107 kg pro capite all’anno, che fanno dell’UE uno dei più grandi consumatori pro capite di plastica. Il leggero calo del consumo va connesso alla crisi pandemica, e non rappresenta quindi un’inversione del trend che l’agenzia e gli altri osservatori globali prevedono in crescita: “Si prevede che il consumo di plastica dell’UE raddoppierà entro il 2060”, seppur con una crescita inferiore alla media mondiale prevista. Nel 2020, il settore degli imballaggi e quello dell’edilizia hanno assorbito più della metà delle materie plastiche in Europa, seguiti da: automotive; apparecchi elettrici ed elettronici; casalinghi, tempo libero e sport; agricoltura, agricoltura e giardinaggio; settore tessile.

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Fonte: AEA

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“Segnali incoraggianti” sulla circolarità

La circolarità della plastica “sta aumentando”, anche se “a un ritmo lento”, scrivono le ricercatici e i ricercatori dell’Agenzia europea per l’ambiente. Tuttavia le tendenze sono “incoraggianti”: “La capacità di riciclaggio meccanico è in aumento, le esportazioni di rifiuti di plastica nell’UE sono in calo, la capacità di produzione di bioplastiche sta crescendo lentamente, così come l’uso di plastica riciclata”.

L’uso di materiali plastici riciclati, in proporzione al totale di plastica utilizzata (il cosiddetto tasso di circolarità), ha raggiunto l’8,1% nel 2020, rispetto al 6,8% del 2018. Un aumento dovuto sia a un maggiore utilizzo di materiali riciclati sia alla contrazione dell’economia nel 2020.

Rispetto all’uso complessivo di materiali riciclati nell’UE (il tasso di utilizzo dei materiali circolari), l’AEA osserva che “la plastica è inferiore alla media UE per tutti i materiali, che era dell’11,7% nel 2020”. Tuttavia, avverte, “i risultati non sono del tutto comparabili, poiché i metodi di calcolo sono parzialmente diversi”.

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Fonte: AEA

Il riciclo della plastica

Nell’UE, il 99% della capacità di riciclaggio è costituito dal riciclaggio meccanico. Secondo l’AEA, la capacità di riciclo meccanico della plastica in Europa è aumentata significativamente dal 1996, passando da 2Mt a 11,3Mt nel 2021 (Plastic Recyclers Europe, 2021): “Si tratta di un aumento di quasi sei volte, che riflette i forti investimenti e la significativa attenzione legislativa per l’incremento del riciclo della plastica”.

Fino a poco tempo fa, non avevamo una capacità sufficiente per trattare i rifiuti di plastica raccolti per il riciclaggio nell’UE. Ciò significa che l’UE non era autosufficiente e gli operatori del settore non avevano altra scelta che esportare i rifiuti da riciclare. Tuttavia, negli ultimi tempi, “la capacità di riciclaggio meccanico è aumentata più rapidamente dei rifiuti di plastica raccolti”. Di conseguenza, “ora siamo in grado di gestire tutti i rifiuti di plastica inviati per il riciclaggio”, ricorda l’agenzia: “Il problema è che non tutti i rifiuti di plastica vengono raccolti o avviati al riciclo, in particolare la plastica non da imballaggio e quella incorporata in altri prodotti”.

Sempre relativamente al riciclo, l’AEA riflette che “la raccolta e l’invio di quantità elevate di plastica al riciclo non portano necessariamente a quantità altrettanto elevate di plastica riciclata prodotta. Una sfida fondamentale è rappresentata dalle perdite durante la lavorazione dei rifiuti plastici”. Attualmente, i riciclati di plastica prodotti dagli impianti di riciclaggio meccanico sono solo il 65% circa dei rifiuti di plastica che entrano in tali strutture: “Pertanto, in primo luogo è necessario porre maggiore enfasi sulla minimizzazione dei rifiuti di plastica”.

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Fonte: AEA

 

Il tool di monitoraggio e i limiti dei dati disponibili

Lo strumento di monitoraggio messo a punto dall’AEA, che è uno dei moduli tematici della più ampia iniziativa “Circularity Metrics Lab”, esamina i progressi compiuti in materia di circolarità della plastica in tutta Europa. Fornisce approfondimenti dettagliati sulla circolarità della plastica, con informazioni tecniche per i responsabili politici, le parti interessate e il pubblico. Il modulo sarà aggiornato annualmente con i dati più recenti e i nuovi flussi di dati man mano che emergeranno.

L’iniziativa “Circularity Metrics Lab” dell’AEA comprende un’ampia gamma di parametri sulla transizione verso un’economia circolare. Questa iniziativa affronta i modelli insostenibili di produzione e consumo di plastica, che favoriscono in modo significativo ai rifiuti, all’inquinamento, ai cambiamenti climatici e ad altri impatti ambientali.

Il Centro tematico europeo sull’economia circolare e sull’uso delle risorse dell’AEA ha prodotto una relazione di supporto che evidenzia le lacune nelle conoscenze e suggerisce miglioramenti nella raccolta dei dati e nelle operazioni di monitoraggio: “Attualmente, la maggior parte dei dati sulla produzione e sul consumo di plastica proviene dall’industria, il che suggerisce la necessità di un maggiore coinvolgimento delle autorità pubbliche”.

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Fonte: AEA

Trattato globale sulla plastica

Come EconomiaCircolare.com ha raccontato, il Comitato intergovernamentale per la negoziazione delle Nazioni Unite (INC) sta elaborando un trattato internazionale giuridicamente vincolante per eliminare l’inquinamento da plastica. Proprio l’aspetto della misurazione è una delle questioni al centro dei dibattiti: “Una componente critica di queste discussioni – sottolinea la nota dell’agenzia – è l’istituzione di solidi meccanismi di monitoraggio per sostenere e seguire gli impegni che possono essere infine concordati in questo processo internazionale”.

Leggi anche: Trattato globale sulla plastica, ce la faremo entro il 2024?

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