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sabato, Luglio 6, 2024

Agrivoltaico, la proposta del decreto ministeriale all’esame della Commissione europea

Il ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica ha inviato alla Commissione la proposta di decreto ministeriale per utilizzare gli 1,1 miliardi di euro previsti dal PNRR per lo sviluppo dell'agrivoltaico. Nella proposta previsti contributi in conto capitale e tariffe incentivanti per le imprese

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Redazione EconomiaCircolare.com

Agrivoltaico, ci siamo quasi? Dopo mesi di stallo e attese, il 14 aprile il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto ha approvato la proposta di decreto per promuovere la realizzazione di impianti agrivoltaici innovativi. Il testo è stato poi trasmesso alla Commissione Europea, dalla quale si dovrà attendere il via libera per l’effettiva entrata in vigore. L’obiettivo dell’intervento, così come previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, è di installare almeno 1,04 gigawatt di impianti fotovoltaici in terreni agricoli entro il 30 giugno 2026.

La sensazione però è che sull’agrivoltaico, nonostante gli annunci, i tempi siano piuttosto lenti: sono passati due anni  e tre governi (Conte, Draghi e Meloni) da quando il PNRR approvato dall’Unione europea prevedeva, tra i 209 miliardi di euro per la ripresa post-Covid, appunto la diffusione su larga scala dell’agrivoltaico, con lo scopo di ottenere “riduzione delle emissioni di gas serra stimabile in circa 0,8 milioni di tonnellate di CO2”. Non va poi dimenticato che la misura del PNRR prevedeva due ulteriori indicazioni:

  • l’implementazione di sistemi ibridi di agricoltura e produzione di energia senza compromissione dei terreni dedicati all’agricoltura, anche valorizzando i bacini idrici con soluzioni galleggianti;
  •  il monitoraggio delle realizzazioni e della loro efficacia, con la raccolta dei dati sia sugli impianti fotovoltaici sia su produzione e attività agricola sottostante”.

In attesa del decreto ministeriale (ma sarebbe più auspicabile una legge), sull’agrivoltaico, a disposizione ci sono poco più di due anni e mezzo per effettuare tali pratiche. Ce la farà l’Italia?

Leggi anche: Agrivoltaico, ecco le linee guida per favorire l’integrazione tra produzione agricola ed energetica

I (pochi) contenuti del decreto sull’agrivoltaico

Nell’annuncio sul proprio sito il MASE, così come era capitato con l’analogo annuncio sull’altrettanto atteso decreto sulle comunità energetiche, non fornisce la bozza inviata alla Commissione europea. Così bisogna accontentarsi dei pochi dettagli fatti trapelare dal ministero.

“Il decreto ministeriale – si legge sul sito del MASE – prevede in particolare il riconoscimento di un incentivo composto da un contributo in conto capitale nella misura massima del 40% dei costi ammissibili e una tariffa incentivante a valere sulla quota di energia elettrica prodotta e immessa in rete. A essere sostenute saranno in particolare soluzioni costruttive innovative, prevalentemente a struttura verticale e con moduli ad alta efficienza. Per promuovere la realizzazione degli interventi presso il mondo dell’imprenditoria agricola, per l’accesso alle procedure sono previsti due distinti contingenti di potenza: un primo contingente di 300 megawatt destinato al solo comparto agricolo per impianti di potenza fino a 1 megawatt e un secondo aperto invece anche alle associazioni temporanee di imprese composte da almeno un soggetto del comparto agricolo per impianti di qualsiasi potenza”.

Il decreto, insomma, privilegia le imprese agricole e non le singole persone o realtà cooperative. Inoltre viene richiesta “la continuità dell’attività agricola e pastorale sottostante l’impianto per tutto il periodo di vita utile degli impianti e che siano monitorati il microclima, il risparmio idrico, il recupero della fertilità del suolo, la resilienza ai cambiamenti climatici e la produttività agricola per i diversi tipi di colture”. A gestire l’intera misura finanziata dal PNRR, così come l’accesso al meccanismo incentivante, sarà il Gestore Servizi Energetici (GSE).

.“L’autonomia energetica – spiega il ministro Pichetto – si costruisce anche puntando sulla vocazione agricola di una grande parte del nostro Paese. Oggi la sfida, che questo decreto interpreta con grande attenzione, è far coesistere nei campi l’eccellenza agricola con soluzioni nuove per generare energia pulita, aprendo opportunità di crescita del settore nel segno della sostenibilità e dell’attenzione all’ambiente. Assieme alle comunità energetiche – conclude Pichetto – questo è probabilmente uno dei provvedimenti più qualificanti per cambiare dal territorio il paradigma energetico del nostro Paese e guardare al futuro”.

Leggi anche: Agrivoltaico, in arrivo la norma UNI per chiarirne le caratteristiche (in attesa di una legge ad hoc)

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