Abbiamo assistito in questi giorni ai nubifragi e alle drammatiche alluvioni in Romagna, mentre solo pochi giorni prima ascoltavamo gli allarmi per una siccità che ha ridotto i grandi fiumi italiani a livelli degni di una torrida estate. È il global warming, che polarizza gli eventi climatici rendendoli sempre più estremi e frequenti. Uno studio pubblicato di recente su Nature Water ci conferma che “l’alterazione del ciclo dell’acqua, in particolare dei suoi estremi (siccità e piogge), sarà una delle conseguenze più evidenti del cambiamento climatico”.
Per avere contezza di come la crisi climatica sia qui e ora, vi raccontiamo qui i dati salienti dello European State of the Climate 2022, redatta dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio raggio (ECMWF) per conto della Commissione europea sulla base dei dati del Copernicus Climate Change Service (C3S).
Precipitazioni: -10%
L’anno scorso, per l’Europa nel suo complesso, le precipitazioni annuali sono state inferiori alla media del periodo di riferimento 1991-2020, con stime che vanno dal -4% al -10% nei tre set di dati utilizzati per la stesura del rapporto. La scarsità delle precipitazioni rende i terreni duri e ostacola la graduale penetrazione dell’acqua piovana, aumentando il ruscellamento e il rischio, in caso di precipitazioni molto intense, di alluvioni.
Temperature (1): +2°C
Secondo il Copernicus Climate Change Service, gli ultimi otto anni sono stati i più caldi mai registrati per l’intero pianeta. Il 2022 è stato l’anno più caldo mai registrato per l’Europa occidentale e l’Africa nord-occidentale, per la Melanesia e la Polinesia. La temperatura media annua globale per il 2022 è stata tra 0,25°C e 0,30°C al di sopra di quella del periodo di riferimento 1991-2020.
Ciò la colloca tra 1,1°C e 1,2°C al di sopra di quella del periodo 1850-1900 (considerato rappresentativo del livello preindustriale). Le temperature nel 2022 sono state in media più di 2°C al di sopra del livello 1991-2020 in alcune parti della Siberia e della Penisola Antartica.
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Temperature (2): -17,7°C
Lo European State of the Climate 2022 ci dice che entrambe le regioni polari hanno registrato temperature autunnali record nel corso del 2022. A marzo l’Antartide ha vissuto un intenso periodo di caldo, con temperature ben al di sopra della media. Alla stazione di Vostok, nell’interno dell’Antartide orientale, ad esempio, la temperatura ha raggiunto i -17,7°C, la più calda mai misurata per il mese nei 65 anni di attività della stazione. Nell’emisfero settentrionale, le temperature sopra il centro della Groenlandia durante il mese di settembre sono state di 8°C superiori alla media.
Gas climalteranti: 416,7 parti per milione
La concentrazione media annuale globale di CO2 è stata di 416,7 parti per milione (ppm), mentre il metano (CH4) ha raggiunto 1894 parti per miliardo (ppb). Queste concentrazioni sono i livelli più alti mai misurati dal satellite. “In base ad altre fonti di dati – leggiamo nel report – sono anche le più alte da almeno centinaia di migliaia di anni”. Durante l’anno, le concentrazioni di CO2 sono aumentate di circa 2 ppm e quelle di CH4 di quasi 12 ppb. Per la CO2, l’aumento è stato paragonabile alla crescita degli anni precedenti; per il CH4, è stato significativamente più alto della media degli ultimi dieci anni, ma non quanto i livelli record registrati nel 2020 e nel 2021.
Calotte glaciali: 234 000 000 000 tonnellate
Nel 2021, la calotta glaciale della Groenlandia ha perso 234 Gt (miliardi to tonnellate, con un’approssimazione di ±86 Gt) di ghiaccio. Si tratta di circa il 13% in meno rispetto al 2020 (268 ± 76 Gt) e del 22% in meno rispetto alla perdita record di 301 ± 74 Gt registrata nel 2019, associata a un intenso evento di fusione superficiale causato da un’ondata di calore. Nel 2021, la calotta antartica ha perso 191 ± 150 Gt di ghiaccio, circa il 40% in più rispetto alla perdita di 137 ± 110 Gt dell’anno precedente.
Ghiacciai: 3,5 metri
Secondo lo European State of the Climate, nel 2022, i ghiacciai hanno continuato a perdere massa a tassi elevati, sia a livello globale che nelle Alpi europee. I ghiacciai di riferimento osservati hanno registrato una perdita media di ghiaccio di oltre 1 m di spessore. Dalle rilevazioni risulta che otto dei dieci anni di bilancio di massa più negativi sono stati registrati negli ultimi 12 anni.
I ghiacciai delle Alpi europee hanno registrato un nuovo record di perdita media di massa di oltre 3,5 m di spessore. Bilanci di massa fortemente negativi sono stati registrati anche in Alaska, sulle Ande, in Asia e in Nuova Zelanda. In controtendenza, bilanci di massa positivi sono stati registrati per la Scandinavia sudoccidentale.
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Mare: 9,7 cm
Il livello medio globale del mare è aumentato in media di 3,3 mm/anno dal 1993, con un incremento totale di 9,7 cm negli ultimi 30 anni. Il 30% dell’aumento del livello medio globale del mare può essere attribuito all’espansione termica degli oceani, mentre il restante contributo deriva principalmente dallo scioglimento dei ghiacciai e delle calotte polari. L’aumento del livello medio globale del mare è aumentato del 61%, passando da una tendenza di 2,6 mm/anno nel periodo 1993-2008 a una tendenza di 4,2 mm/anno nel periodo 2007-2022. Le tendenze regionali del livello del mare possono discostarsi significativamente dalla tendenza globale a causa dei processi oceanici. Per la maggior parte dei mari europei, il livello del mare è aumentato in media di 2-4 mm/anno negli ultimi 30 anni.
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