Accumuliamo borse e zaini nei nostri armadi, spesso danneggiati dopo solo qualche utilizzo, a causa della bassa qualità dei materiali e dai prezzi stracciati che ci invogliano a comprare sempre nuovi modelli a ogni stagione. Secondo la Fondazione Ellen MacArthur l’87% delle fibre utilizzate finisce in discarica o negli inceneritori, solo 1% dei tessuti viene riciclato in nuovi prodotti e 380 miliardi di sterline vengono perse ogni anno a causa del poco utilizzo o della mancanza di riciclo. Ad aggiungersi al quadro poco incoraggiante, un quarto delle risorse del settore moda è rappresentato da indumenti sprecati o avanzi di tessuto, racconta il Global Fashion Agenda. In Italia esistono realtà che sposano l’economia circolare e dicono no a una moda usa e getta, dando vita a produzioni che nascono dallo scarto di altri cicli produttivi per la creazione di borse e zaini diversi dal normale ma in linea con le tendenze del momento, dove nuovo valore è dato a materiali che non avremmo mai pensato.
Dal traffico della città al tuo abbigliamento
Avete mai pensato di poter sfoggiare una vecchia auto o bicicletta nel vostro outfit? Non parliamo di una stampa che le rappresenti, ma della trasformazione di tessuti provenienti da tappezzerie di auto in disuso, cinture di sicurezza, copertoni e camere d’aria di bici. Dalla lavorazione di questi materiali a fine vita, Recrea e Exseat sono stati capaci di creare borse e zaini unici.
Secondo l’ultimo Rapporto Rifiuti Speciali di Ispra, la produzione nazionale di rifiuti da veicoli fuori uso ha toccato 1,4 milioni di tonnellate nel 2018, con un tasso di reimpiego e riciclaggio di circa 82,6% del peso medio del veicolo, a fronte di un target europeo all’85% entro il 2015 (Direttiva 2000/53/CE), e una percentuale di reimpiego e riciclaggio sempre pari all’82,6%, ben lontano dall’obiettivo europeo fissato al 95% al 2015. La Direttiva europea è nata con l’obiettivo di prevenire la produzione e il volume da smaltire dei rifiuti derivanti da veicoli a fine vita, promuovendo già dagli inizi del nuovo millennio una progettazione e produzione di nuovi veicoli che favorisca la demolizione, il reimpiego, il recupero e il riciclaggio dell’auto a fine, ma anche dei suoi componenti. Per quanto riguarda le bici, la società italiana ESO che gestisce anche rifiuti sportivi, riporta che in Italia ogni anno vengono gettati nell’indifferenziata circa 2 milioni di pezzi di copertoni e altri 2 milioni di camere d’aria di biciclette, che però potrebbero trovare un nuovo impiego. Le realtà dell’Atlante Italiano dell’Economia Circolare raccontano di produzioni che nel loro piccolo partecipano alla valorizzazione delle componenti più difficilmente reimmesse nel mercato. Il punto di partenza dei laboratori: dare nuova vita a ciò che è considerato scarto creando opportunità di lavoro sul territorio.
La moda è creatività, anche nel riciclo
Recrea è un’azienda di Torino che con il suo progetto Positive Causes aderisce a una modalità di produzione attenta all’ambiente e al lavoro, promuovendo la creatività di nuovi artigiani indipendenti. Componenti di scarto di bicicletta vengono valorizzati da due marchi aderenti al progetto, per sottolineare come sia sufficiente ricreare quello che già esiste per soddisfare i nostri bisogni. Cingomma produce borse realizzate in camere d’aria usate di bicicletta, ridando vita a qualcosa che sarebbe finito in discarica. L’attività si basa sulla valorizzazione del lavoro degli artigiani locali, su una produzione locale e un uso limitato dell’e-commerce per evitare conflitti con gli altri distributori del territorio. Altro marchio che dagli scarti delle bici crea nuovo valore è Neomeno, che con camere d’aria e copertoni ha sviluppato una collezione di borse per tutti i gusti. In questo caso i pezzi realizzati sono numerati per certificare la loro unicità e quantificare i materiali di scarto reimmessi sul mercato.
A dare nuova vita agli interni delle auto ci pensa invece Exseat, realtà della provincia di Fermo. Le cinture di sicurezza e la tappezzeria di veicoli ormai in disuso vengono trasformati in borse e zaini alla moda, sottraendo alla discarica quei componenti che difficilmente trovano nuova utilità. Il percorso dall’auto al tavolo di lavorazione delle borse e zaini Exseat è lungo e impegnativo, partendo dall’interno del veicolo dove con attenzione vengono recuperati tessuti e cinture: ogni prodotto Exseat è progettato infine per mantenere vive le linee originali del sedile dell’auto e la storia del materiale. La competenza degli artigiani permette di garantire che da materiali di recupero si possano rispettare gli standard di qualità prefissati, ma anche la creazione di opportunità di lavoro nel territorio: la produzione locale permette a Exseat di avere una collaborazione stretta con i fornitori e un controllo sul rispetto del lavoro nella filiera. Sul tavolo di progettazione delle borse e degli zaini del laboratorio le parole chiave sono: robustezza, per garantire durabilità al prodotto, versatilità e riduzione degli scarti.
Fornitori locali di scarti
Parte da materiali di scarto e avanzi di produzione di altri cicli produttivi anche l’attività di REDO Upcycling. Un recupero a chilometro zero che coinvolge diverse realtà del Trentino (associazioni, enti, cittadini) che condividono i principi dell’economia circolare e capaci di fornire materiali con ancora grande valore per i designer e gli artigiani del laboratorio REDO Upcycling. Centro della produzione di REDO la creazione di borse e zaini di design per ogni occasione prodotti con avanzi e scampoli di lavorazioni varie, come tessuti per divani, componenti di calzature, presidi sanitari e banner pubblicitari. La realtà, che lavora all’interno dei laboratori della cooperativa A.L.P.I, mette a disposizione un vasto catalogo di prodotti adatti a ogni esigenza: si va da piccole pochette, a zaini e borsoni per lo sport, fino a una particolare borsa con doppia sacca da poggiare nel portapacchi posteriore della tua bici. Si riesce quindi a conciliare estetica, utilità e circolarità. Da non dimenticare anche l’unicità di ogni pezzo che viene prontamente numerato dopo l’accurata lavorazione artigianale e il contributo artistico di designer e modellisti locali: nel 2019 REDO Upcycling ha contato una produzione superiore a 30 mila pezzi con un recupero di oltre 38 mila metri quadrati di materiali. REDO lavora a stretto contatto con alcuni musei regionali per creare un vero e proprio sistema circolare: il laboratorio recupera i banner pubblicitari delle mostre e degli eventi per trasformarli in nuovi prodotti da vendere nei bookshop dei musei o in gadget per successive edizioni.
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