Una legge sul diritto alla riparazione è in arrivo nel Regno Unito. In una nota congiunta il segretario di Stato per gli Affari economici, l’Energia e la Strategia industriale Kwasi Kwarteg e il ministro per il Cambiamento climatico e la Responsabilità aziendale Lord Callanan hanno annunciato un provvedimento in materia. Dall’estate di quest’anno “i produttori saranno per la prima volta obbligati a rendere disponibili ai consumatori i pezzi di ricambio delle apparecchiature elettroniche in modo che queste possano essere riparate facilmente”.
Vita più lunga per gli elettrodomestici
Con questa misura si stima di allungare la vita di ogni elettrodomestico fino a 10 anni e di facilitare la riparazione di un prodotto anziché la sua sostituzione, giudicata solitamente più conveniente dal consumatore. La misura si applicherà a lavatrici, lavastoviglie, frigoriferi, display elettronici, motori elettrici, apparecchiature di alimentazione esterna e attrezzi di saldatura. Questo annuncio ha fatto seguito all’introduzione di nuove etichette energetiche sui prodotti elettrici ed elettronici a partire dal 1° marzo: l’idea è quella di orientare meglio il consumatore nella scelta, creando delle etichette esplicative dal punto di vista energetico per favorire la diffusione e l’uso di prodotti più efficienti e sostenibili.
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Impatto economico ed ambientale
Secondo le stime del governo britannico, tutto questo permetterà di agire su due fronti: quello economico, attraverso la riduzione della spesa per i consumatori, e quello ecologico, attraverso la riduzione dell’impatto ambientale. Nel primo caso, si parla di 75 dollari all’anno risparmiati sulle bollette grazie alla maggiore efficienza energetica degli elettrodomestici. Nel secondo, gli studi del governo quantificano la convenienza in circa 8 milioni di tonnellate di CO2 in meno nel solo 2021, con l’obiettivo di raggiungere quota zero entro il 2050.
“I nostri piani per irrigidire gli standard garantiranno che una quantità maggiore dei nostri prodotti elettrici possa essere riparata piuttosto che gettata in mucchi di rottami, rimettendo più soldi nelle tasche dei consumatori e proteggendo l’ambiente”, ha dichiarato Kwasi Karteg.
L’annuncio di introdurre per legge il diritto ala riparazione nel Regno Unito segue a quanto stabilito fra dicembre 2018 e gennaio 2019 dal Regno Unito, in all’epoca ancora Stato membro dell’Unione europea, e si applicherà alla sola Gran Bretagna. Lo scopo è andare verso una riduzione dell’impatto sull’ambiente, soprattutto di quei rifiuti elettrici ed elettronici per la produzione dei quali il Regno Unito è il secondo Paese al mondo, secondo il Global E-Waste Monitor 2020. I dati, infatti, dicono che il Paese produce circa 2 milioni di tonnellate di Raee all’anno, di cui il 40% è costituito da elettrodomestici e attrezzatura elettronica provenienti dalle abitazioni (tv, computer, giochi elettronici e simili).
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Strada ancora lunga per il diritto alla riparazione
Eppure, per il momento il piano del governo non sembra garantire completamente il diritto alla riparazione e quindi una minore produzione di Raee. L’annuncio, infatti, non specifica in quanto tempo le parti di ricambio saranno disponibili e se avranno un prezzo calmierato. Inoltre, non si fa riferimento a un altro aspetto legato al diritto alla riparazione e cioè il monopolio di chi è autorizzato a riparare gli elettrodomestici: soltanto chi possiede gli strumenti per farlo può effettivamente procedere alla riparazione. Inoltre nella maggior parte dei casi, come succede anche negli Stati Uniti, si tratta di un ristretto numero di persone autorizzate a farlo. Questi due elementi costituiscono dunque un costo ulteriore (in termini di soldi e tempi) che potrebbe portare il consumatore a scegliere, ancora una volta, di sostituire invece che riparare. La strada verso un’economia che possa dirsi davvero circolare è ancora lunga.
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