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venerdì, Novembre 15, 2024

Finanza circolare, ecco come stanno investendo i grandi fondi

Il mercato è sempre stato visto come uno dei principali responsabili della crisi climatica. Ora prova a cambiare rotta, investendo in maniera sempre più decisa sull'economia circolare e sulla sostenibilità. Secondo le stime della Ellen MacArthur Foundation, si potrebbe arrivare addirittura a superare il triliardo di dollari

Simone Fant
Simone Fant
Simone Fant è giornalista professionista. Ha lavorato per Sky Sport, Mediaset e AIPS (Association internationale de la presse sportive). Si occupa di economia circolare e ambiente collaborando con Economia Circolare.com, Materia Rinnovabile e Life Gate.

“Una rapida transizione verso un’economia circolare non potrà compiersi senza un deciso cambiamento di rotta del mondo finanziario”. Questo è il messaggio semplice e diretto dell’evento virtuale The Role of a Circular Economy in the Climate-Finance organizzato dal WCEFplusClimate. In un momento in cui si registra una crescita esponenziale di strumenti di debito e di capitale legati all’economia circolare, il settore della finanza ha un ruolo fondamentale per fronteggiare la crisi climatica. Nell’immaginario collettivo è sempre stato visto come mondo guidato solo ed esclusivamente dalla logica del profitto, disinteressato agli impatti negativi dei propri investimenti sul clima e bersaglio di tante campagne ambientaliste.

Da qualche tempo però la finanza sostenibile, basata sui principi di analisi ESG, ha attirato l’interesse di numerosi fondi di investimento che hanno compreso i benefici economici nel puntare sull’economia circolare. L’acronimo ESG sta per Environmental, Social, Governance. Si utilizza per indicare tutte quelle attività legate all’investimento responsabile che tengono in considerazione aspetti di natura ambientale, sociale e di governance.

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È il momento della finanza sostenibile

“Ora è il momento per la finanza di capitalizzare questa trasformazione industriale, e aiutare a scalare l’economia circolare” afferma il documento della Fondazione Ellen MacArthur Foundation introducendo nuove analisi che evidenziano la rapida crescita degli investimenti dell’economia circolare in classi di asset e settori differenti. Emerge che l’importo totale degli investimenti verso un’economia circolare gestiti attraverso fondi di private equity  – una forma di investimento di medio-lungo termine in imprese non quotate ad alto potenziale di sviluppo – sia aumentato di 6 volte dall’inizio del 2020, da 0,3 miliardi di dollari a oltre 2 miliardi di dollari. Cifre importanti che testimoniano le potenzialità del settore nell’accelerare la transizione. La sensibilità verso una maggiore sostenibilità si sta rivelando significativa soprattutto da parte dei consumatori, sempre più attenti e consapevoli nel comprare prodotti meno impattanti dal punto di vista ambientale.

La ricerca suggerisce che se l’economia circolare fosse adottata in soli cinque settori chiave (acciaio, alluminio, cemento, plastica e cibo), le emissioni annuali di gas serra potrebbero diminuire di 9,3 miliardi di tonnellate di CO2  e nel 2050, equivalenti a eliminare tutte le emissioni dei trasporti a livello globale. “É rincuorante sentire come l’economia circolare sia riconosciuta ormai come strumento necessario per implementare la neutralità climatica – spiega Michiel De Smet, autore del report dell’Ellen MacArthur Foundation – Molte istituzioni finanziari inziano a comprendere le enormi, si parla di triliardi di dollari, opportunità che offre il modello circolare”.

Del totale delle emissioni di gas serra globale – si legge nel documento – il 55% deriva dalla produzione e consumo di energia, mentre il restante 45% da cibo e prodotti. “Si tratta di cambiare il sistema di produzione attraverso la rigenerazione dei materiali. In questo modo – continua De Smet – si ridurrà la domanda di energia semplicemente tenendo quell’energia dentro il sistema. Nel 2019 gli asset in fondi di private equity dedicati all’economia circolare rappresentavano circa 300 milioni, in marzo 2021 siamo arrivati a registrarne 6,7 miliardi”.

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Black Rock e il greewashing finanziario

Per fornire qualche dato in più sulla dinamicità di investimenti e innovazioni, le soluzioni circolari contano per il 13% dei ricavi di Philips nel 2019, mentre l’azienda Caterpillar offre attualelmente più di 7.600 prodotti rigenerati. Dal 2016 il numero fondi privati dedicati attività connesse all’economia circolare è decuplicato. Una tendenza simile è visibile nei prestiti bancari, finanziamenti di progetti e assicurazioni. Intesa Sanpaolo ha lanciato 5 miliardi di euro di credito, mentre Morgan Stanley ha investito su una società di rifiuti che mitighi l’inquinamento delle plastiche.

Da un lato ci sono concreti movimenti di denaro che testimoniano un cambiamento in atto, dall’altro annunci e promesse che spesso si trasformano in operazioni di marketing (greenwashing). BlackRock, il più grande asset manager del mondo, detiene ancora 85 miliardi in azioni in società la cui produzione dipende dal carbone, un anno dopo aver promesso di disinvestire completamente dal settore carbon-fossile . “A un anno di distanza pare davvero poco credibile vedere l’impegno per la sostenibilità di Larry Fink, ceo di BlackRock, come qualcosa di diverso dal greenwashing”, ha puntualizzato Lara Cuvelier, attivista di Reclaim Finance. “Se vuole davvero che BlackRock sia un leader climatico, dovrebbe iniziare ad allineare le parole verdi con le azioni verdi e dirigere il fantastico potere finanziario di BlackRock verso un futuro sostenibile. Dopo l’anno più caldo mai registrato, il minimo indispensabile per BlackRock è uscire dal carbone una volta per tutte“.

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La sinergia tra privato e istituti finanziari

“I governi devono mandare i giusti segnali al mercato – interviene Selwin Hart, Special Adviser of the Secretary General on Climate Action of the United Nation – e incorporare le divulgazioni relative al clima nel quadro politico dei Paesi. Abbiamo bisogno anche di intraprendere azioni su molteplici livelli e sicuramente la finanza ha grande responsabilità in questo poiché è colei che muove il denaro. L’architettura finanziaria in ottica climatica non è ancora implementata secondo il ritmo e scala che la scienza richiederebbe”.

Inter-American Development Bank che ha lo scopo di favorire lo sviluppo economico e sociale dei paesi dell’America Meridionale e dei Caraibi ha deciso di adottare l’economia circolare in 5 settori: acciaio, alluminio, cemento, plastica e cibo. “Annualmente stimiamo che le emissioni di gas serra cadranno di 10 milioni di tonnellate di anidride carbonica entro il 2050 – fa notare Mauricio Claver-Carone, presidente dell’istituto di credito – e sarebbe come tagliare le emissioni di trasporto in tutto il mondo. Il nostro portfolio finanziario dovrebbe essere circular perché l’economia circolare è diventate essenziale nella nostra agenda per lo sviluppa di queste regioni”.

Esistono da tempo strumenti finanziari che presentano benefici ambientali positivi come i bond green, lanciati in Italia in il 31 marzo. L’Inter-American Development Bank ha sviluppato anche impact bond di tipo circolare come rimborsi legati ad obiettivi di riciclo o alla creazione di posti di lavoro.

Morgan Stanley contro la plastica

Un recente sondaggio tra gli investitori del Morgan Stanley Institute for Sustainable Investing ha mostrato la che riduzione dei rifiuti di plastica, l’economia circolare e il cambiamento climatico si annoverano tra i temi che stanno più a cuore tra gli investitori. Nel 2019 la Morgan Stanley è stata la prima società finanziaria ad annunciare il proprio impegno a limitare i rifiuti di plastica. Attraverso la Morgan Stanley Plastic Waste Resolution, l’azienda ridurrà, secondo le stime, 50 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica dall’ingresso di fiumi, oceani, paesaggi e discariche entro il 2030.

“Abbiamo avviato il progetto del gruppo Global Sustainable Finance nel 2009 per integrare le pratiche ambientali, sociali e di governance in tutte le attività principali – interviene Courtney Thompson, Executive Director, Global Sustainable Finance at Morgan Stanley – quando gran parte di Wall Street non valutava la sostenibilità come possibile strategia di business. La scorsa settimana abbiamo aggiornato il nostro impegno a trovare soluzione finanziarie per economie a bassa emissione mirano a 750 miliardi di investimenti entro il 2030”.

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