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lunedì, Dicembre 16, 2024

Finanza sostenibile, il documento di ISPRA rivolto alle imprese per contrastare il greenwashing

L'Istituto Superiore di Protezione Ambientale ha diffuso un documento ampio e dettagliato che fornisce 29 indicatori utili alle imprese alla luce delle ultime normative europee sulla rendicontazione di sostenibilità e sulla due dilingence. Fino al 31 agosto sarà possibile presentare i propri feedback

Di ISPRA conosciamo le attività e i report relativi alla protezione ambientale. Ma l’ente pubblico di ricerca si occupa anche di finanza sostenibile. Lo dimostra il documento tecnico “La sfida ambientale per la finanza sostenibile. Metodologie, informazioni e indicatori ambientali”, fortemente voluto dall’Istituto Superiore per la Protezione Ambientale e che è stato presentato negli scorsi giorni.

Si tratta di un manuale molto dettagliato, come si può intuire dalla mole – 279 pagine – che intende “sostenere aziende e operatori nel colmare quel gap dell’ultimo miglio, cioè la misurazione del proprio livello di sostenibilità, producendo un’informazione basata su dati scientificamente validi e quindi corretta e attendibile, utile per contrastare il greenwashing e i rischi che comporta dal punto di vista ambientale e finanziario”.

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Il documento dà seguito alle indicazioni di lavoro che il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha assegnato a ISPRA, in particolare per lo sviluppo di attività di supporto all’implementazione di norme in materia di finanza sostenibile, ed è coerente con quanto portato avanti dal Ministero dell’Economia e delle Finanze nell’ambito del tavolo nazionale sulla finanza sostenibile. Il documento tecnico verrà sottoposto a consultazione pubblica al fine di recepire feedback e le considerazioni da parte degli stakeholder. La consultazione avrà la durata di tre mesi. I contributi dovranno essere resi nel format dell’Allegato A e inviati entro e non oltre 31 agosto 2024 via email all’indirizzo: taskforcefinanzasostenibile@isprambiente.it.

Un lavoro molto utile quello di ISPRA e rivolto soprattutto alle imprese, che con le nuove norme europee sulla rendicontazione di sostenibilità e sulla due dilingence dovranno necessariamente mettersi alla guida della transizione ecologica. Come ricorda lo stesso istituto, “quelle interessate passeranno da 200 a più di 4.000, senza considerare quelle coinvolte indirettamente nelle filiere di valore e di fornitura”.

Leggi anche: Tassonomia, la cronologia degli interventi per costruire una finanza sostenibile

Quello che c’è da sapere sulla finanza sostenibile secondo ISPRA

Il documento di ISPRA necessita una lettura attenta ed è uno strumento prezioso per orientarsi nel complesso mondo della sostenibilità ambientale, specie alla luce della normativa europea sulla rendicontazione di sostenibilità. Inoltre nel testo sono inserite informazioni utili per  analizzare in maniera autonoma i rischi fisici derivanti da frane, alluvioni ed eventi estremi: attraverso un toolkit appositamente realizzato sulla piattaforma IdroGeo, l’azienda che opera in un determinato territorio può procedere a una prima autovalutazione effettuando l’indagine sul sito di interesse. Basterà inserire le coordinate geografiche per rilevare la propria esposizione a rischi idraulici o franosi.

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Con la nuova pubblicazione, ISPRA – che, ricordiamolo, per legge è il soggetto pubblico di riferimento nazionale, titolare dei dati e delle informazioni statistiche ambientali ufficiali – mette a disposizione il proprio potenziale di competenze e riunisce in un unico documento 29 indicatori, selezionati sulla base delle normative europee di riferimento, necessari per determinare l’impatto ambientale delle diverse attività. Da sempre basate su standard riconosciuti a livello europeo e internazionale, le metodologie proposte dall’istituto mirano a rendere le imprese autonome nella realizzazione del proprio bilancio green e a consentire il confronto delle proprie performance ambientali con quelle delle di altri operatori.

Ogni scheda indicatore contenuta nel documento, che ha visto il coinvolgimento di più di 100 esperti dell’istituto, contiene una descrizione analitica di come arrivare a generare l’informazione ambientale richiesta. Sono indicate le procedure metodologiche, le modalità di computazione e le fonti informative pubbliche, in alcuni casi anche degli applicativi web da consultare per accedere all’ informazione geo-referenziata e procedere a un’autovalutazione a partire dalla localizzazione geografica.

Ad esempio, nell’ambito della gestione dei rifiuti, il documento non solo indica in che modo devono essere classificati e la normativa di riferimento, ma fornisce anche gli strumenti per individuare il dato e arrivare all’informazione finale. Ancora, per l’inquinamento atmosferico sono stati elaborati dei fogli di calcolo con fattori di emissione per settori e sottosettori tecnologici, in modo da poterle calcolare a partire dai dati di attività (produzione e consumo).

Leggi anche: Finanza sostenibile, le nuove proposte della Commissione Ue su tassonomia e investimenti Esg

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