giovedì, Novembre 6, 2025

In Irlanda gli uffici pubblici acquistano 60.000 pc ricondizionati

Il contratto, della durata quadriennale e per un valore di 30 milioni di euro, mette il governo irlandese all’avanguardia nell’economia circolare. Grazie all’acquisto di computer ricondizionati ci sarà un risparmio del 30% per le casse dello stato. Soprattutto si taglieranno 19 milioni di kg di CO2 ,il consumo di 11 miliardi di litri d’acqua e 72 milioni di kg di risorse minerarie

Tiziano Rugi
Tiziano Rugi
Giornalista, collaboratore di EconomiaCircolare.com, si è occupato per anni di cronaca locale per il quotidiano Il Tirreno Ha collaborato con La Repubblica, l’agenzia stampa Adnkronos e la rivista musicale Il Mucchio Selvaggio. Attualmente scrive per il blog minima&moralia, dove si occupa di recensioni di libri. Ha collaborato con la casa editrice il Saggiatore e con Round Robin editrice, per la quale ha scritto il libro "Bergamo anno zero"

L’Irlanda ha recentemente concluso un accordo quadro con la pubblica amministrazione perché gli enti pubblici acquistino computer portatili ricondizionati, invece di nuovi prodotti. Si tratta, secondo le parole del governo irlandese, “di un’iniziativa unica nel suo genere tra gli Stati membri dell’Unione Europea” che conferma quanto l’Irlanda sia all’avanguardia sul tema del riuso e del riutilizzo, attraverso cui passa la transizione verso l’economia circolare andando oltre al riciclo.

Negli ultimi anni l’Irlanda ha introdotto una politica e una legislazione volta a proteggere l’ambiente e ridurre la dipendenza dalle materie prime. Una parte importante di questa politica è stato il piano di acquisti della pubblica amministrazione. Lo scorso aprile 2024 il governo irlandese ha pubblicato “Buying Greener: Green Public Procurement Strategy and Action Plan 2024-2027”, che definisce una serie di azioni e obiettivi per promuovere pratiche di acquisto verdi e circolari nel settore pubblico, compreso un obiettivo specifico per gli acquisti sostenibili di attrezzature elettroniche come, appunto, i computer.

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Il contratto stipulato dal governo irlandese 

Il contratto stipulato per i computer portatili non è certo di poco conto: avrà durata quadriennale e per un valore di 30 milioni di euro. Grazie a questo contratto, circa 60.000 computer portatili saranno acquistati ricondizionati anziché nuovi, ovvero circa il 12% del mercato irlandese dei computer portatili. A fornirli sarà l’azienda Circular Computing, esperta in questo campo: i suoi computer portatili ricondizionati sono garantiti dalla certificazione BSI Kitemark e funzionano esattamente come quelli nuovi. Con un vantaggio enorme per le casse pubbliche, però, visto che costano circa il 30% in meno rispetto agli equivalenti di nuova fabbricazione.

Il governo irlandese ha precisato che il programma prevede l’acquisto di laptop “remanufactured”, ovvero “ricostruiti”: si tratta di un processo mediante il quale un laptop viene riportato almeno alle sue prestazioni originali, con una garanzia equivalente o migliore rispetto a quella di un prodotto di nuova fabbricazione. Per ottenere questo risultato, i laptop vengono smontati nei loro componenti costitutivi e sottoposti a test, e i componenti guasti vengono quindi sostituiti con parti funzionanti. I laptop semplicemente ricondizionati (“refurbished”), invece, hanno solo i componenti guasti sostituiti e potrebbero non essere sottoposti a un processo di controllo qualità passo dopo passo. Si tratta di una distinzione non utilizzata nella lingua italiana, dove entrambi i termini rientrano nel concetto di “ricondizionato”.

Dal governo irlandese, infatti, è arrivata immediatamente la soddisfazione per il contratto stipulato, attraverso le parole del ministro irlandese responsabile degli appalti pubblici e dell’economia circolare, Ossian Smyth. “Il settore pubblico ha ora la possibilità di acquistare computer portatili ricondizionati da una fonte affidabile, risparmiando denaro ed evitando sprechi. Si tratta di un cambiamento rispetto alle regole precedenti che consigliavano di acquistare sempre prodotti nuovi. Sono lieto di vedere questo progresso”, ha dichiarato il ministro, in carica fino allo scorso gennaio 2025.

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I benefici ambientali del remanufacturing

La produzione di un computer portatile rappresenta tra il 75% e l’85% dell’impronta di carbonio complessiva, dove la maggior parte delle emissioni deriva dalla produzione e dai materiali utilizzati per la scheda madre, l’unità SSD e il display. La ricostruzione di un dispositivo comporta un impatto sulle emissioni di carbonio pari a meno del 6% rispetto a un dispositivo nuovo. Il governo irlandese ha citato uno studio della Cranfield University, che ha rilevato che la scelta di un laptop ricostruito rispetto a uno nuovo evita circa 316 chilogrammi di emissioni di anidride carbonica.

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Lo studio ha inoltre calcolato che vengono risparmiati oltre 190.000 litri d’acqua, che altrimenti sarebbero stati consumati nei processi di estrazione, raffinazione e la produzione di un nuovo dispositivo e dei suoi componenti. Ciò significa che i 60.000 laptop ricostruiti che potrebbero essere acquistati grazie al nuovo quadro normativo equivarrebbero a una riduzione di 19 milioni di chilogrammi di anidride carbonica, alla conservazione di 72 milioni di chilogrammi di risorse minerarie e a un risparmio di 11 miliardi di litri d’acqua. Il remanufacturing evita anche i successivi rifiuti elettronici derivanti dallo smaltimento dei dispositivi giunti a fine vita.

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Gli alti standard di qualità dei computer ricondizionati

Tuttavia l’analisi di mercato condotta dal governo irlandese aveva evidenziato un certo scetticismo verso l’adozione di prodotti ricondizionati. Per vincere le barriere è indispensabile promuovere standard di qualità molto elevati. Perciò l’appalto per l’acquisto dei computer ricondizionati ha richiesto alle aziende candidate come requisito fondamentale di adottare sistemi di gestione certificati, come ISO 9001, ISO 14001/EMAS e/o BS 8887-220, per garantire la qualità del processo di ricondizionamento. I laptop ricondizionati devono rispettare standard simili a quelli dei prodotti nuovi e soddisfare requisiti di sicurezza elevati.

La garanzia standard per i laptop è di due anni, estendibile a tre, mentre la batteria ha una garanzia di un anno, estendibile. Per evitare l’obsolescenza precoce dei dispositivi, i processori devono essere aggiornati annualmente. Ogni anno la generazione minima di processore richiesta nelle specifiche tecniche sarà aumentata di una generazione, con opzioni di aggiornamento extra disponibili su richiesta. Ad esempio, nel primo anno, il processore minimo richiesto è della 6ª generazione, con opzioni per la 7ª e 8ª generazione. Nel secondo anno la specifica minima passerà alla 7ª generazione, con opzioni per l’8ª e 9ª, e così via.

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La strategia irlandese degli appalti pubblici verdi

Come anticipato, gli acquisti di computer portatili sono da inserire nella più ampia strategia del governo irlandese sugli appalti pubblici verdi, in cui si affronta il tema della valutazione e gestione degli impatti ambientali, economici e sociali delle strategie di approvvigionamento dello Stato, orientandola verso una maggiore sostenibilità, promuovendo appalti verdi e circolari in tutto il settore pubblico. Basti pensare che gli appalti nei settori delle costruzioni e dei trasporti rappresentano ciascuno circa il 12% delle emissioni totali di gas serra del settore pubblico, “Il consumo di materiali in Irlanda – riconosce il Piano d’azione – è ben al di sopra della media dell’UE, e ciò indica che esiste un margine per risparmi nelle emissioni di gas serra attraverso la massimizzazione dell’efficienza nell’uso dei materiali”. Gli acquisti annuali del settore pubblico rappresentano, inoltre, una quota considerevole della spesa pubblica, tra il 10 e il 12% del Pil nazionale.

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Muoversi verso una maggiore sostenibilità, insomma, può avere un effetto notevole sia su ambiente che su bilancio dello Stato. Secondo le stime del governo, gli interventi legislativi a favore del Green Public Procurement incoraggeranno la fornitura di beni e servizi più efficienti dal punto di vista delle risorse, a basse emissioni di carbonio e meno inquinanti in tutto il settore pubblico, migliorando la conoscenza e l’expertise dei lavoratori nel settore. Nel tempo una strategia governativa coerente sugli appalti pubblici verdi dovrebbe generare una domanda crescente di prodotti e servizi più ecologici, il che potrebbe potenzialmente aumentare la concorrenza grazie all’ingresso di nuovi operatori nel mercato, riducendo così i prezzi.

Bilanciando, in ultima analisi, i maggiori costi sostenuti per finanziare la transizione ecologica. Perché ciò avvenga, tuttavia, i governi nazionali non possono limitarsi agli interventi normativi per garantire che i fondi destinati agli appalti includano criteri ambientali, sebbene questi rappresentino sicuramente il primo passaggio imprescindibile, ma anche sostenere le condizioni di mercato necessarie perché le aziende siano capaci di fornire soluzioni sostenibili e innovative per gli appalti pubblici verdi attraverso la riparazione e l’economia circolare.

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