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sabato, Novembre 30, 2024

JRC: “Riciclato meno di un quinto della plastica Ue, ma obiettivi 2025 ancora possibili”

Secondo il Centro di ricerca comune (Joint Research Centre-JRC) della Commissione europea azioni combinate come la riduzione dell'esportazione dei rifiuti e l'aumento della raccolta differenziata potrebbero più che raddoppiare la quantità di plastica riciclata nell'UE

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Redazione EconomiaCircolare.com

Un recente studio condotto da ricercatrici e ricercatori del Centro di ricerca comune (Joint Research Centre-JRC) della Commissione europea identifica e pesa i flussi di plastica raccolta in maniera differenziata, riciclata, ma anche dispersa o mal gestita in Europa. Lo studio Exploring the EU plastic value chain: a material flow analysis conduce un’analisi del flusso di materiali per l’intera catena del valore della plastica nell’UE (anno 2019), dalla produzione di pellet alla gestione del fine vita, compresi appunto il littering e la cattiva gestione dei rifiuti. Il modello dello studio include dettagli per nove settori (tra cui imballaggio, edilizia, trasporti, agricoltura ed elettronica ma anche settori meno esplorati come la pesca e la sanità) e 10 polimeri (tra cui LD/HD-PE, PET, PP, PVC, PS). La novità dello studio, spiega il JRC, riguarda soprattutto la stima delle perdite di plastica, della cattiva gestione dei rifiuti e del destino della plastica riciclata, poiché “questi flussi sono comunemente inesplorati ed esclusi dalla tipica valutazione dei flussi di plastica”. Nonostante le ambizioni dell’UE nel contesto della catena del valore delle materie plastiche e il crescente interesse della letteratura per affrontare adeguatamente tali flussi, secondo i ricercatori ancora “mancano studi completi che valutino più settori/polimeri lungo l’intera catena del valore.

plastica rifiti riciclata
Fonte: JRC

Vi facciamo qui una sintesi del lavoro attraverso i dati che ci appaiono più rilevanti.

 

4,5         I milioni di tonnellate (megatonnellate) di plastica secondaria utilizzata nell’UE. Complessivamente, nel 2019 nel territorio dell’UE-27 sono state prodotte e consumate dall’industria manifatturiera europea 4,46 milioni di tonnellate di plastica riciclata. HDPE, LDPE, PP, PVC e PET hanno guidato il consumo complessivo e coprono il 70% della domanda totale;

16,6%   È il tasso medio di riciclo della plastica (tutta la plastica, non solo gli imballaggi) utilizzata in Europa. Il 70% del totale dei rifiuti in plastica inviati al riciclo proviene dal settore degli imballaggi;

40%       La quota di plastica legata alla filiera degli imballaggi. I risultati dello studio sottolineano una volta di più l’importante ruolo degli imballaggi nell’UE: gli imballaggi in plastica rappresentano infatti circa il 40% della plastica totale prodotta nell’UE;

38%       La quota di plastica raccolta in maniera differenziata. Nel 2019, “solo il 38% del totale dei rifiuti post-consumo, pari a 28,8 megatonnellate, è stato raccolto separatamente”;

13%       La quota di plastica gestita in modo non appropriato. Sul totale della plastica (ripetiamo: non solo quella degli imballaggi) raccolta separatamente dal resto dei rifiuti, una “quota significativa” pari al 13% viene gestita in modo scorretto. La quantità maggiore è stata osservata nei settori dei trasporti e dell’elettronica, spiegano i ricercatori;

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4%          Il totale di perdite di plastica. Per perdite si intende qui quanto non arriva a riciclo. Nel 2019 sono state perse complessivamente 2,11 milioni di tonnellate di plastica, di cui il 39% durante la fase d’uso, il 20% come perdite di rifiuti, il 2% come perdite di plastica pre-consumo, il 17% derivante da rifiuti gestiti in modo scorretto, il 12% da incenerimento e il 10% da discarica. Per i settori degli imballaggi, dell’edilizia, dell’agricoltura, della sanità e della pesca, le perdite dovute al consumo di plastica hanno manifestato la maggiore rilevanza (dal 35% di 0,2Mt di perdite totali nel caso dell’edilizia, al 74% di 0,01Mt di perdite totali nel caso della pesca). Le perdite dovute al consumo di plastica sono intese come perdite di prodotti in plastica o di frazioni di prodotti in plastica durante la fase di utilizzo: ad esempio, nel caso del settore dell’abbigliamento e dei prodotti tessili, la potenziale perdita e il rilascio di microplastiche dall’abrasione di tessuti sintetici e prodotti tessili durante il lavaggio; nel caso del settore dei trasporti, le perdite dovute all’abrasione dei pneumatici durante il trasporto. Le perdite di rifiuti sono state rilevanti per il settore degli imballaggi (25% di 1,4Mt di perdite totali). Le perdite di rifiuti gestiti in modo scorretto sono state significative per i settori dei trasporti e delle apparecchiature elettriche ed elettroniche (rispettivamente il 69% e il 74% delle perdite totali), a causa della quantità significativa di rifiuti gestiti in modo scorretto per questi due settori;

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45%       Il possibile aumento della plastica riciclata in Europa entro il 2025 nello scenario migliore ipotizzato dai ricercatori. Gli autori dello studio hanno infatti preparato scenari semplificati per la catena del valore della plastica nel 2025, seguendo le tendenze politiche previste dall’UE. Tra questi scenari, l’impatto maggiore si ottiene con l’aumento della raccolta differenziata dei rifiuti.

I risultati della valutazione degli scenari indicano che l’obiettivo dell’UE potrebbe essere raggiunto ad alcune condizioni:

  • Se venisse messa in pratica una riduzione dei rifiuti esportati al di fuori dell’UE in tutti i settori per aumentare la quantità di risorse disponibili per gli impianti di fine vita dell’UE (rispetto al 2019, miglioramento del 20% per i settori delle AEE e del tessile e abbigliamento, interessati da un’elevata quantità di esportazioni di rifiuti, e del 10% per gli altri settori);
  • Se ci fosse un miglioramento della raccolta dei rifiuti con una riduzione della cattiva gestione dei rifiuti (per i settori dei trasporti e delle AEE con un miglioramento del 25% rispetto al 2019) e una riduzione della raccolta di rifiuti misti;
  • L’aumento della quantità di rifiuti raccolti in modo differenziato e inviata agli impianti di riciclaggio (rispetto al 2019, livelli di miglioramento del 15% per il settore degli imballaggi e del 10% per i restanti settori, a scapito dei rifiuti raccolti in modo differenziato attualmente inceneriti)
  • Miglioramento delle prestazioni di riciclaggio (riducendo di almeno il 20% per il settore degli imballaggi e del 10% nei restanti settori le perdite di riciclaggio rispetto al 2019);
  • Altro aspetto importante, sottolinea il JRC, è l’andamento previsto della produzione di plastica che potrebbe avere un ruolo importante. “Nonostante le stime attuali suggeriscano un aumento della produzione, l’epidemia di COVID-19 e la guerra in Ucraina, insieme all’impegno dell’UE e delle industrie a ridurre il consumo di plastica, potrebbero significare una riduzione senza precedenti della produzione di plastica”. Se si esamina una futura diminuzione della produzione di plastica in parallelo con i miglioramenti della catena del valore, “l’obiettivo dell’UE sembra ancora raggiungibile, in quanto questo scenario porterebbe a consumare 9,11 milioni di tonnellate di riciclati entro il 2025 nell’UE27”.

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