Mentre la Commissione europea si prepara a rivedere la Direttiva sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio, il rapporto “Target 90: The dual-action approach for circular drinks packaging in Europe“ dell’organizzazione no-profit Reloop invita Bruxelles a obiettivi di raccolta più ambiziosi puntando non solo sulle bottiglie di plastica, ma anche su tutti gli altri imballaggi per bevande riciclabili come, carta, vetro e metallo. Nel 2018 la Waste Framework Directive (WFD) and la Packaging and Packaging Waste Directive sono state modificate per includere obiettivi di riciclo più elevati, maggiore responsabilità del produttore, divieti di alcuni prodotti usa e getta (SUP) e metodi più accurati per calcolare i tassi di riciclo.
I rifiuti monouso
La direttiva Single Use Plastic (SUP) per esempio pone un focus particolare sull’affrontare il problema dei rifiuti monouso introducendo obiettivi ambiziosi tra cui: contenuto riciclato per il beverage in bottiglie PET (25% entro 2025 e 30% entro 2030); elevati tassi di raccolta che dovranno raggiungere il 77% entro 2025, mentre il 90 entro il 2029. Più che concentrarsi sui tassi di riciclo, fase end of waste che avviene alla fine secondo i principi dell’economia circolare, secondo il report “Target 90” di Reloop, l’Europa deve puntare con più ambizione sui target di riciclo del packaging per bevande, storico tallone d’Achille delle plastiche, ma non solo.
“Proponiamo l’introduzione di un obiettivo di raccolta differenziata del 90% in tutta Europa per quanto riguardo tutti gli imballaggi riciclabili di bevande: comprese bottiglie di plastica, lattine di metallo, bottiglie di vetro e altri contenitori”, si legge nel documento consultabile online.
“È una follia sprecare miliardi di contenitori per bevande di fronte alla crescente crisi climatica e di approvvigionamento delle materie prime – ha dichiarato Clarissa Morawski, CEO di Reloop –. Il raggiungimento del target porterebbe notevoli benefici climatici e spingerebbe il settore del beverage ad adottare un approccio davvero circolare che soddisfi i tassi di raccolta di PET, vetro e alluminio”. Morawski si aspetta che la Commissione agisca già a partire da novembre.
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Il sistema di deposito cauzionale? L’unica soluzione
Second Reloop questo target del 90%, in linea con l’attuale obiettivo SUP per le plastiche, è fattibile solo adottando il sistema di deposito cauzionale (DRS) che massimizza la prevenzione dei rifiuti, la riduzione dei rifiuti e facilita il riciclo a circuito chiuso.
Citando ancora il paper Reloop target 90, i depositi dovrebbero essere applicati a tutti i contenitori per bevande in metallo, vetro e plastica per favorire il recupero. Reloop ha calcolato che senza i DRS (Deposit Return Systems) – adottati Danimarca, Finlandia, Germania, Norvegia e Lituania regolati da norme europee – non ci sarà abbastanza PET riciclato per soddisfare la domanda entro il 2030, e in media una bottiglia conterrà solo il 15% di plastica riciclata, la metà del tasso richiesto dalle norme.
Secondo i calcoli della ONG, raggiungere l’obiettivo del 90% ridurrà il consumo di 1,6 milioni di tonnellate di PET vergine, quasi 400mila tonnellate di alluminio e oltre 20 milioni di tonnellate di vetro. Ciò sarebbe equivalente a evitare emissioni in atmosfera pari a 10 milioni di tonnellate di CO2 entro il 2030.
Clarissa Morawski sa che bene che implementare su larga scala un sistema di deposito cauzionale per tutti i 27 Stati membri richiederà molto tempo, ma eviterebbe per esempio che circa 170 miliardi di contenitori per bevande siano sprecati entro il 2030.
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Cosa accade nel resto d’Europa
Nonostante il vecchio continente possa contare su alcune delle migliori norme sui rifiuti al mondo, il report stima che nel 2022 un terzo dei contenitori per bevande andrà perso, pari a 830mila tonnellate di plastica, 140mila tonnellate di alluminio e 9 milioni di tonnellate di vetro, materiali per un valore di quasi 900 milioni di euro. Francia, Italia, Polonia e Spagna sarebbero i maggiori beneficiari adottando i DRS, risparmiando il 60% in risorse materiali. Mentre Danimarca, Finlandia, Germania, Norvegia e Lituania soddisfano già l’obiettivo del 90% di Reloop, si prevede che altri 18 Paesi europei – che coprono il 45% della popolazione europea – possano adottare il sistema entro il 2026.
Da coinvolgere ci sono sicuramente anche i player privati, e alcuni, soprattutto quelli legati all’industria petrolchimica per la produzione delle plastiche, continuano a fare pressioni per una bocciatura del DRS che, se implementato a macchia d’olio, ovviamente inficerebbe significativamente sui profitti. Un esempio di questo lobbysmo è attuato da Coca Cola che, secondo un documento trapelato dalla multinazionale, avrebbe ordinato di contrastare l’introduzione dello schema da parte di Bruxelles.
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