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sabato, Dicembre 14, 2024

Perché piantare alberi è importante: l’esempio di Foresta Italia

Dall’assorbimento dell’anidride carbonica alla biodiversità ad altri servizi ecosistemici come la regolazione del ciclo idrico. E poi i benefici sociali ed economici. “I benefici che gli alberi offrono alla società civile sono ormai un valore riconosciuto e condiviso a scala internazionale”

Ludovica Nati
Ludovica Nati
Social media manager, copywriter, blogger e fotografa paesaggista. Collabora con diverse realtà i cui ambiti spaziano dalla sostenibilità ambientale alla medicina, dalla promozione territoriale e turistica alle aziende di servizi o di trasporti. Digital strategy, gestione social, redazione di testi SEO, copywriting, consulenza 2.0 e creazione di contenuti fotografici e grafici sono i suoi principali ambiti di competenza. Fa parte del network di Eco Connection Media

Piantare alberi e creare nuove foreste offrono una serie di innegabili benefici sia ecologici che economici e sociali che sono fondamentali per il benessere del pianeta e delle generazioni future. Forestazione e riforestazione rivestono infatti un ruolo cruciale nella salvaguardia dell’ambiente e nel contrasto al cambiamento climatico. Di questo si parla spesso, ma si dà tutto quasi per assodato. Quali sono i benefici concreti di tali azioni di riqualificazione ambientale? E perché è fondamentale non solo piantare alberi ma anche che tale azione sia accompagnata da una gestione forestale sostenibile delle foreste esistenti? Per rispondere a queste legittime domande, possiamo prendere il caso di Foresta Italia e dare qualche informazione sui benefici ecologici e sulle esternalità positive della messa a dimora di nuove piante e della gestione forestale.

I servizi ecosistemici forestali

Uno dei vantaggi più evidenti di una foresta è la capacità degli alberi di assorbire anidride carbonica (CO₂) dall’atmosfera. Le foreste agiscono come serbatoio di carbonio, sequestrando quindi il carbonio atmosferico e contribuendo a mitigare gli effetti del cambiamento climatico. Inoltre, gli alberi rilasciano ossigeno durante il processo di fotosintesi, migliorando la qualità dell’aria che respiriamo.

I benefici che però ci donano non finiscono qui.

Le foreste sono anche fondamentali per la protezione della biodiversità. In esse troviamo gli habitat di numerose specie animali e vegetali, molte delle quali non potrebbero sopravvivere altrove. La perdita di foreste o la loro mala gestione porta invece alla perdita di habitat e alla inevitabile conseguente diminuzione della biodiversità, con gravi ripercussioni sugli ecosistemi globali.

Inoltre, le foreste svolgono un ruolo cruciale nella regolazione del ciclo idrico. Esse aiutano a mantenere la qualità dell’acqua, prevenendo l’erosione del suolo e riducendo il rischio di inondazioni e frane. Se tutto ciò riguarda direttamente i benefici che potremmo definire ecologici, quelli legati alla sostenibilità sono ancora più ampi.

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Piantare alberi e gestione forestale sostenibile: benefici sociali ed economici

Sono evidenti (o dovrebbero essere tali) anche i vantaggi economici e sociali che comporta il piantare alberi o il gestire le foreste già esistenti. Le foreste sono una fonte di materie prime rinnovabili, come il legno, che può essere utilizzato in numerosi settori industriali. La gestione sostenibile delle foreste può creare posti di lavoro e supportare le economie locali, specialmente nelle aree rurali soggette oggi fin troppo spesso a spopolamento ed abbandono.

Le foreste ben gestite, poi, migliorano la qualità della vita, fornendo spazi ricreativi per le comunità e promuovendo il benessere fisico e mentale. Si va dai boschi che consentono forme di eco turismo esperienziale ai benefici di cui si può godere in città. La presenza di foreste urbane, per esempio, contribuisce a ridurre le temperature, mitigando l’effetto isola di calore e migliorando il microclima locale, ma anche ad assorbire i sempre più frequenti fenomeni intensi meteorologici trattenendo acqua che altrimenti si riverserebbe nelle strade con il rischio di allagamenti in agguato.

Proprio a tal fine ad esempio negli ultimi anni sono stati messi a disposizione da parte del MASE i fondi per piantare 6 milioni di piante nelle città metropolitane italiane (1 milione dei quali andranno a Roma e provincia).

Inoltre, vi è un altro aspetto che forse è fin troppo trascurato: le foreste sono parte integrante del patrimonio culturale e spirituale di molte comunità.

I benefici che gli alberi offrono alla società civile sono ormai un valore riconosciuto e condiviso a scala internazionale. Sappiamo però che sono necessarie azioni mirate e a scala locale per far sì che questi benefici siano reali e rimangano nel tempo. Questo vale sia per la messa a dimora dei singoli alberi in progetti di afforestazione e riforestazione, che per le attività di gestione e tutela delle foreste già esistenti – ricorda Antonio Brunori, Segretario Generale di PEFC Italia (Programme for Endorsement of Forest Certification schemes)-. Nella pratica quindi sono tre gli elementi essenziali: la pianificazione degli interventi (piante giuste, nel posto giusto, con competenze giuste), la loro cura nel tempo e la loro corretta comunicazione, anche attraverso strumenti come la certificazione forestale, che è in grado di dare garanzia di competenza nella gestione e permanenza dei risultati ottenuti”.

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Foto Rete Clima

L’importanza di forestare correttamente

Tutto ciò porta alla voglia – da parte di privati ed enti pubblici – di contribuire ad aumentare le aree verdi in pianura e in ambito urbano e di gestire le foreste presenti in montagna. Sebbene tale spirito sia lodevole, è fondamentale sottolineare come ciò non può essere fatto senza la guida di professionisti. È assolutamente essenziale garantire che le iniziative di messa a dimora di alberi siano ben pianificate e gestite, evitando pratiche non sostenibili che potrebbero danneggiare gli ecosistemi locali. Ad esempio, la scelta delle specie da piantare deve tenere conto delle condizioni climatiche e del suolo, nonché delle necessità della fauna selvatica.

Investire in progetti di riforestazione e afforestazione può contribuire significativamente agli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, come la lotta al cambiamento climatico, la riduzione della povertà e la promozione della biodiversità.

Fortunatamente, in Italia esistono numerose iniziative dedite alla forestazione, tra queste una delle più importanti è Foresta Italia.

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L’esempio di Foresta Italia

Come dicevamo, esistono diverse campagne, tra le più rilevanti vi è sicuramente Foresta Italia promossa da Rete Clima in collaborazione con Coldiretti e PEFC Italia e patrocinata dal Ministero dell’Ambiente e della Transizione Energetica e dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste.

 Giunta al suo secondo anno di attività, con la campagna Foresta Italia si vogliono  promuovere e valorizzare – anche grazie al coinvolgimento di aziende ed enti nonché grazie alla collaborazione con Intesa Sanpaolo, da cui è nata la raccolta fondi “For Funding” a cui chiunque può contribuire- una serie di azioni a vantaggio delle foreste nazionali e della loro vitalità attraverso delle Nature Based Solutions, o NBS: soluzioni innovative e sostenibili per affrontare le sfide ambientali, sociali ed economiche, tutelare la biodiversità e contrastare il riscaldamento globale.

In questi 2 anni, sono state circa 100.000 le piante messe a dimora in 18 regioni d’Italia, tutte provenienti al 100% da filiera italiana. Rete Clima è infatti la prima ed unica realtà in Italia impegnata in progetti di forestazione e riforestazione ad avere sottoscritto un “contratto di coltivazione” con le aziende florovivaistiche locali per il reperimento delle piante grazie allo stretto rapporto con la filiera florovivaistica nazionale rappresentata da Coldiretti.

Ad oggi, sono oltre 80 tra aziende e enti (numero quasi triplicato rispetto al 2022, quando erano 30) ad aver aderito alla Campagna, che ha coinvolto anche numerosi Parchi Nazionali e Regionali che hanno ospitato decine di interventi di forestazione.

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Foto: RETE CLIMA

Le buone idee mettono radici

Come un albero in salute che continua a mettere radici e a veder crescere rami e frutti sani, così sono diversi i progetti collaterali nati nell’ambito di Foresta Italia. Vi sono, ad esempio, le BioForest, ovvero foreste specificatamente orientate alla conservazione e tutela della biodiversità locale, realizzabili non solo in contesti urbani ed extraurbani ma anche in aree degradate, in un’ottica di rigenerazione urbana.

Vi è poi la nascita del primo Biodiversity Lab d’Italia, realizzato in Provincia di Monza e della Brianza nel bosco del Comune di Giussano. Si tratta di un percorso laboratoriale in bosco attraverso cui i cittadini e i visitatori, in diverse tappe, possono scoprire quale ricchezza, benefici e opportunità offrono questi spazi e cosa si possa fare per tutelare le foreste e, di conseguenza, la biodiversità lì presente.

A supportare tutte le attività della Campagna non mancano, ovviamente, la tecnologia e l’innovazione. Grazie al gestionale proprietario ForestAPP di Rete Clima viene tracciato lo stato di salute e di gestione delle foreste urbane. Grazie al monitoraggio e ai dati raccolti dal software è possibile migliorare la gestione e cura delle neo-foreste garantendo l’attecchimento e la crescita delle piante anche in contesti di stress termico e idrico, sempre più frequenti a causa della crisi climatica.

Le attività di forestazione e di riforestazione – dice Paolo Viganò, Fondatore di Rete Clima – sono certamente entrambe importanti, per ragioni differenti: è infatti strategico sia promuovere nuova forestazione, specialmente in contesto urbano, sia riforestare per ripristinare ecosistemi forestali compromessi da stress ambientali o da vere e proprie catastrofi (tempeste di vento, incendi,… etc.). In ogni caso, ed in qualunque contesto, la piantagione di alberi non deve essere solo vista come un modo per affrontare la crisi climatica, ma come una strategia per tutelare gli ecosistemi e il capitale naturale, per creare connessioni ecologiche, per conservare e promuovere la biodiversità. Il diffuso stereotipo alberi-CO2-cambiamento climatico non aiuta a comprendere il valore multifunzionale delle foreste e – soprattutto – rischia di banalizzare il ruolo delle foreste stesse rispetto agli altri numerosi “servizi ecosistemici” che queste regalano all’uomo (quali, per esempio, miglioramento della qualità dell’aria, funzione paesaggistico-ricreativa, tutela della biodiversità, mitigazione dell’isola di calore urbana, … etc.).”

© Riproduzione riservata

 

 

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