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venerdì, Novembre 15, 2024

Acquisti online? Arriva il trend per il riutilizzo degli imballaggi

Dopo il boom delle vendite online, in molti Paesi si sono messe a punto diverse soluzioni di circolarità e contenitori “intelligenti” per superare l’uso del packaging usa e getta ed i rifiuti che ne derivano. Ecco le più innovative

Lucia Guarano
Lucia Guarano
Giornalista e autrice, ha firmato per Round Robin editrice il romanzo-inchiesta: “La Guerra è finita”, candidato al premio Strega 2016. Ha collaborato con numerose testate internazionali (Al Jazeera English, Al Arabiya, The National, T- Qatar - The New York Times Style Magazine e Qatar Tribune) e nazionali (Giornalettismo, Huffington Post, Apcom). Ha tradotto dall’inglese il graphic novel “La Lucha” (Ed. Verso Books). Nel 2020 ha firmato, “Ilaria Alpi. Armi e veleni, le verità interrotte”, inchiesta a fumetti uscita in edicola, in allegato al Fatto Quotidiano.

La pandemia, a partire dal 2020, ha cambiato il comportamento dei consumatori, forse in modo permanente. Secondo un’indagine di eMarketer, il fatturato globale dell’e-commerce nel 2022 sarà di 5 trilioni di dollari, fino ad arrivare a 6 trilioni entro il 2024.

Durante l’anno di crisi pandemica, le vendite online sono state il 18 per cento di tutte le vendite al dettaglio, ma nel 2024 assisteremo a un incremento senza precedenti con un aumento di quasi il 22 per cento.

Previsioni impressionanti che andranno inevitabilmente a peggiorare i già gravi problemi di gestione dei rifiuti da imballaggio “usa e getta”; un mercato globale che, secondo le stime, raggiungerà i 21,78 miliardi di dollari entro il 2026.

Ed è proprio per rispondere a questa emergenza che, anche nel settore dell’e-commerce, si stanno facendo strada, soluzioni riutilizzabili con l’obiettivo di superare l’uso dell’imballaggio per una singola consegna e di creare packaging con un ciclo di vita che può arrivare a durare anche diversi anni, nuovo trend conosciuto come re-commerce.

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Svizzera, al via un progetto pilota per il servizio postale

Un primo esempio di imballaggi per e-commerce riutilizzabili arriva dalla Svizzera dove è stato avviato un progetto pilota tra il Servizio postale nazionale svizzero, Swiss Post e cinque società partner di vendita al dettaglio, tra cui DM e Intersport.

L’iniziativa prevede l’utilizzo di scatole ripiegabili in cartone e sacchetti ripiegabili a base di fibra di legno. Le scatole di cartone sono progettate per essere utilizzate almeno 10 volte, mentre le particolari buste dovrebbero durare più di 30 consegne.

I consumatori dovranno semplicemente rimuovere i prodotti ordinati dagli imballaggi che saranno a loro volta, rispediti ai produttori tramite l’ufficio postale. Per monitorare il livello di successo dell’iniziativa, oltre che la soddisfazione dei clienti, è attivo anche un QR code sulle scatole, che consentirà a tutti di condividere opinioni con le aziende coinvolte e perfezionare così l’offerta.

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Germania, l’imballaggio recuperato al momento della consegna

Dalla Germania arriva l’offerta di Trans-o-Flex, azienda di trasporto tedesca che ha offerto ai propri clienti la possibilità di utilizzare scatole riutilizzabili, al posto dei contenitori standard monouso per le spedizioni.

L’opzione è suggerita come parte del loro nuovo servizio chiamato, tof.ecobox ed è stimato che faccia risparmiare oltre il 50 per cento in emissioni di CO2. In questo modello, gli autisti recuperano le scatole vuote direttamente dai destinatari al momento della consegna e il numero e la dimensione delle scatole restituite sono costantemente registrate e monitorate.

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Francia, riutilizzo degli imballaggi accessibile a tutti

In Francia, invece, La Poste, la più grande compagnia postale transalpina, ha segnato un passo avanti importante, sviluppando un nuovo procedimento per il riutilizzo degli imballaggi più accessibile e a prezzi più competitivi.

Oltralpe, la domanda dei consumatori è decisamente orientata verso imballaggi riutilizzabili, ma questa opzione è generalmente, la più costosa per il cliente.

Per questo motivo, Le Poste ha ideato Retour Emballage Réutilisable, il nuovo assetto che punta ad industrializzare il più possibile il reso di imballaggi vuoti, riducendo così i costi di elaborazione.

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USA, circolarità e innovazione nell’e-commerce  

Arriva, invece, dagli USA, Boox, un sistema di confezionamento secondario progettato per l’e-commerce e i canali D2C (Direct-to-consumer). Alcuni dei marchi che lo stanno già implementando sono Lululemon, REN Clean Skincare e Boyish Jeans.

Le scatole blu Boox sono tutte dotate di QR code, attraverso il quale, i clienti possono accedere a istruzioni digitali su come completare il procedimento di resa degli imballaggi in uno dei 10mila magazzini negli Stati Uniti. Una volta restituiti al quartier generale di Boox, le scatole e le borse vengono tempestivamente sottoposte a controlli e rinnovate prima di essere distribuite ai partner per un nuovo utilizzo.

E, sempre dagli Stati Uniti, grazie alle startup LimeLoop e Returnity, arriva una novità assoluta in termini di tecnologia digitale applicata alla logistica. LimeLoop ha sviluppato infatti dei sensori GPS inseriti direttamente nell’imballaggio, che, oltre a tracciare le spedizioni, rivelano anche l’apertura del pacco.

LimeLoop noleggia i propri contenitori intelligenti ai rivenditori online, tramite un servizio di abbonamento, mentre i clienti che ricevono la merce acquistata, hanno a disposizione un’etichetta di spedizione prepagata per restituire l’imballaggio al magazzino più vicino. Le confezioni prodotte da LimeLoop sono realizzate in vinile riciclato da cartelloni pubblicitari e sono riutilizzabili fino a 2000 volte.

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