Cosa cambia col testo della proposta di regolamento sugli imballaggi (PPWR – Packaging and Packaging Waste Regulation) che andrà al voto nella plenaria dell’Europarlamento a fine mese? Come sappiamo un voto importante sulla proposta è avvenuto il 24 ottobre in commissione Ambiente (Environment, Public Health and Food Safety – ENVI) e ha lasciato i contrari – parte del mondo politico nazionale, Confindustria, Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Filiera Italia – con un palmo di naso. Un’ampia maggioranza – 56 favorevoli, 23 contrari, 5 astenuti- ha approvato il mandato negoziale sul regolamento imballaggi con alcune modifiche non irrilevanti ma di dettaglio, se consideriamo il punto di vista dei soggetti citati, senza intaccare la sostanza del provvedimento: ridurre la produzione di rifiuti da imballaggio, aumentare e migliorare il riciclo, spingere con forza il riutilizzo.
Anche di questo si parlerà a Ecomondo all’incontro “Tutte le R prima del riciclo: la sfida del riuso e il Regolamento imballaggi” organizzato dal nostro magazine per giovedì 9 con l’obiettivo dare del riutilizzo una narrazione meno compromessa dal dibattito di questi ultimi mesi. La votazione da parte dell’Assemblea plenaria del Parlamento Ue è prevista tra il 20 e il 23 novembre. Dopo di che inizieranno i negoziati finali (trilogo) con il Consiglio Ue, che ancora deve approvato la sua posizione.
Il testo definitivo uscito dalla votazione in Commissione Ambiente non è ancora stato pubblicato dal Parlamento. Qui di seguito daremo conto delle novità di cui abbiamo certezza perché sappiamo che i relativi emendamenti sono stati approvati oppure perché a darne notizia è stata la stessa Commissione Ambiente.
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Contenuto minimo riciclato (articolo 7)
La Commissione Ambiente conferma (emendamento 8) il testo di compromesso redatto dalla relatrice per quanto riguarda il contenuto minimo riciclato negli imballaggi. Queste il quadro rispetto al testo originario:
- Confermato il 30% di plastica riciclata negli imballaggi sensibili al contatto (quelli cioè per bevande e alimenti) in PET entro il 1° gennaio 2030, incluse le bottiglie;
- Per imballaggi sensibili al contatto non in PET, ad eccezione delle bottiglie di plastica monouso per bevande, la quota di riciclato, rispetto al testo originario, scende dal 10% al 7,5%;
- Per gli imballaggi diversi da quelli citati, la quota di riciclato resta al 35%;
- Resta al 50% anche per gli imballaggi in plastica sensibili al contatto, ad eccezione delle bottiglie di plastica monouso per bevande;
- Viene aggiunto l’obbligo del 25% di materia prima seconda per gli imballaggi sensibili al contatto realizzati con materiali plastici diversi dal PET.
Veniamo alle esenzioni. Vengono confermati i packaging di cibi e bevande per lattanti e bambini mentre si aggiungono:
– i prodotti realizzati da microimprese;
– medicinali (quando il packaging è necessario per ottenere standard di qualità);
– le parti in plastica di imballaggi in cui la plastica è meno del 5% del peso totale;
– i casi in cui rispettare i target di contenuto riciclato comporterebbe la non conformità ai requisiti di sicurezza alimentare stabiliti in Europa.
Gli obiettivi percentuali di riciclato al 2040 non saranno più relativi ai singoli packaging (le bottiglie o i contenitori, ad esempio) ma alla produzione annuale di ciascun impianto (articolo 7 paragrafo 2). Con la conseguenza che sarà più difficile sapere quanta parte di un singolo prodotto sia materia prima seconda.
Il testo licenziato dalla Commissione ENVi esplicita che gli Stati membri dovranno garantire (articolo 7 paragrafo 4a) infrastrutture complete di raccolta e smistamento per assicurare la disponibilità di materie plastiche per il riciclaggio.
La possibilità di una valutazione dei risultati e dei problemi della quota obbligatoria di riciclato diventa un obbligo per la Commissione entro il 2032 (4 anni più tardi rispetto alla proposta dalla Commissione europea).
Bioplastiche
Ancora una modifiche all’articolo 7 (aggiunta del paragrafo 11a) stabilisce, se approvata in via definitiva, che entro il 31 dicembre 2025 la Commissione pubblicherà una relazione per valutare la possibilità di fissare obiettivi per l’uso di materie prime plastiche biodegradabili per raggiungere gli obiettivi di contenuto riciclato negli imballaggi.
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Riuso
Con l’approvazione dell’emendamento 10, la Commissione ENVI conferma l ruolo che il riuso degli imballaggi dovrà avere in futuro in Europa, ma con alcune variazioni rispetto al testo di partenza:
- Numero minimo di riutilizzi. Due anni dopo l’entrata in vigore della direttiva ((articolo 10 paragrafo 1 punto b), la Commissione dovrà adottare un atto delegato per stabilire il numero minimo di rotazioni per gli imballaggi riutilizzabili a seconda dei materiali e delle categorie di imballaggio;
- Condizioni per riutilizzo. Tra le condizione necessarie per il riutilizzo viene esplicitata la necessità di soddisfare i requisiti in materia di salute, sicurezza e igiene per il consumo umano;
- Obblighi ricarica. Un’aggiunta all’articolo 25 stabilisce che a partire dal 1° gennaio 2030 i distributori finali con una superficie di vendita superiore a 400 m2 (supermercati) dovranno “cercare di dedicare” il 10% della loro superficie di vendita a stazioni di ricarica (refill station) per prodotti alimentari e non alimentari;
- Imballaggi per il trasporto. Gli imballaggi per il trasporto dovranno essere riutilizzabili non da subito ma dal 2030 e non in tutti i casi ma solo per il 90%. Slitta al 2030 anche l’obbligo di imballaggi riutilizzabili b2b. Con una modifica all’rticolo 26 si posticipano gli obiettivi per gli imballaggi di trasporto dei grandi elettrodomestici: il 90% di riuso va raggiunto, secondo la Commissione ENVI, entro il 1° gennaio 2040 e non 2030. Al 2030 viene invece fissato un obiettivo intermedio del 50%;
- Cibo e bevande da asporto. Leggeri ritocchi per cibo e bevande da asporto. Confermato l’obiettivo del 20% dal 1° gennaio 2030 per bevande non alcoliche, mentre l’80% previsto inizialmente per il 2040 scende al 35%. Pe gli alcolici resta l’obbligo di garantire il 10% entro il 2030 è del 25% (l’obbligo diventa però “mirare a garantire”). Dopo 36 mesi dall’entrata in vigore del regolamento, chi vende bevande da asporto dovrà offrire anche l’opzione dell’imballaggio riutilizzabile; dovrà e informare in maniera chiaramente visibile e offrire l’opzione riutilizzabile non a prezzi maggiori o a condizioni sfavorevoli rispetto all’offerta con imballaggio usa e getta. Dopo due anni dall’entrata in vigore del regolamento (28 a), secondo le prescrizioni della Commissione ENVI, chi nel settore HORECA (Hotellerie, Restaurant & Cafè) offre bibite o cibi da asporto dovrà consentire ai consumatori di utilizzare i propri contenitori. Dovrà informare i consumatori di questa possibilità e, nel caso il consumatore utilizzi il proprio packaging, dovrò offrire cibo e bevande “a un prezzo inferiore e a condizioni non meno favorevoli” rispetto alla stessa merce fornire con imballaggio monouso. Le micro imprese sono esentate dall’obbligo
- L’eccezione vino. Il settore del vino, a differenza di quanto previsto dal testo originario, è escluso dal dover rispettare le quote obbligatorie di imballaggi riutilizzabili. Nel testo originario gli obiettivi erano 5% di imballaggi riutilizzabili antro il 2030 e 15% entro il 2040);
- Valutazione sul riutilizzo. Ci dovrà essere, secondo la Commissione ENVI, un Osservatorio europeo sul riutilizzo istituito dalla Commissione europea due anni dopo l’entrata in vigore del regolamento. L’osservatorio dovrà monitorare l’attuazione delle misure previste dal regolamento, raccogliere dati e contribuire allo sviluppo delle pratiche migliori nel campo del riutilizzo. Dopo 8 anni dall’entrata in vigore della norma, la Commissione europea (articolo 26 paragrafo 17) valuterà gli effetti delle misure sul riutilizzo al fine di confermare o rivedere gli obiettivi (in particolare riduzione del packaging e delle materie prime impiegate, delle emissioni, dei consumi di acqua ed energia e poi analizzerà gli impatti dell’uso di detersivi);
- Favorire il riutilizzo. L’obbligo, per gli Stati membri, di “adottare misure per garantire la creazione di sistemi per il riutilizzo degli imballaggi con incentivi sufficienti per la restituzione e sistemi per il riempimento in modo ecologico” slitta al 2029 (articolo 45). Gli Stati dovranno garantire che i sistemi di responsabilità estesa del produttore (EPR) e sistemi di deposito su cauzione (DRS) dedichino una quota minima del loro bilancio al finanziamento di azioni di riduzione e prevenzione e alle infrastrutture per la diffusione del sistema di riutilizzo. Inoltre (articolo 45) la Commissione dovrà chiedere a alle organizzazioni di standardizzazione europee lo sviluppo di standard volontari per gli imballaggi riutilizzabili, con l’obiettivo di promuovere le caratteristiche necessarie per la diffusione di sistemi di riutilizzo ben progettati. Tali standard riguarderanno la progettazione, l’etichettatura, la pulizia e tracciabilità degli imballaggi riutilizzabili.
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Divieto del monouso
Il divieto per alcune tipologie di imballaggi monouso previsto dalla della direttiva (allegato V) subisce delle variazioni (emendamento 12).
Vediamole:
- Imballaggi secondari. Vietata la plastica monouso per raggruppare altri imballaggi (film, inclusi quelli per valigie e borse negli aeroporti). La commissione ENVI aggiunge il divieto per gli imballaggi secondari (imballaggi che contengono imballaggi) non necessari per garantire le prestazioni del prodotto cosmetico (come scatole per dentifrici e creme) ad eccezione dei profumi e dei prodotti per l’igiene e la toilette)
- Kit di cortesia. Vietati anche i micro imballaggi degli hotel (kit di benvenuto): ma il limite sale da 50 a 100 ml;
- Frutta e verdura. il divieto di imballaggi in plastica monouso per frutta e verdura passa da 1,5 chilogrammi a 1 chilogrammo e viene anticipato dal 2030 al 2027. Previste esenzioni nel caso di una necessità dimostrata “di evitare la perdita di acqua, l’inverdimento o la perdita di turgore, i rischi microbiologici o gli shock fisici”, ma anche per prodotti DOP e IGP. L’elenco dettagliato dei prodotti interessati viene stabilito dalla Commissione entro sei mesi dall’entrata in vigore del regolamento, in consultazione con gli Stati membri e previo parere dell’Agenzia europea per la sicurezza alimentare;
- Gli Imballaggi monouso per alimenti e bevande riempiti e consumati all’interno dei locali del settore HORECA (ad esempio piatti e tazze monouso e tazze, sacchetti, fogli di alluminio, scatole per il cibo) sono vietati “a meno che non sia dimostrata la necessità di utilizzare imballaggi singoli a causa dell’impossibilità di accedere alle infrastrutture necessarie per il corretto funzionamento di un sistema di riutilizzo”;
- Salse, condimenti, zucchero. Vietati gli Imballaggio monouso per condimenti, conserve, salse, crema di caffè, zucchero e condimenti nel settore HORECA a meno che “tali imballaggi non siano forniti insieme a cibi pronti da asporto destinati al consumo immediato” (eccezione già presente del testo originale direttiva) e in ospedali, cliniche, case di cura e nel caso di aziende agricole che svolgono attività di vendita diretta (eccezioni aggiunte);
- Posticipo del divieto (articolo 22). Il divieto degli imballaggi monouso indicati nell’allegato V (tra cui quelli citati sinora) slitta dal momento dell’approvazione del regolamento al 31 dicembre 2027;
- Sono esentate dal divieto le microimprese e i casi in cui venga dimostrato “che non è tecnicamente possibile non utilizzare gli imballaggi o ottenere l’accesso alle infrastrutture necessarie per il funzionamento di un sistema di riutilizzo”;
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PFAs
Gli eurodeputati vogliono vietare l’uso di PFAs, le cosiddette “sostanze chimiche per sempre” (forever chemicals) e del ‘bisfenolo A’ aggiunti intenzionalmente negli imballaggi a contatto con gli alimenti. Queste sostanze sono ampiamente utilizzate per rendere ignifughi o impermeabili gli imballaggi, in particolare quelli di carta e cartone, e sono state associate a una serie di effetti negativi sulla salute.
Differenziata al 90%
Secondo la proposta della Commissione Ambiente, i Paesi dell’UE dovranno garantire la raccolta differenziata del 90% dei materiali da imballaggio (plastica, legno, metalli ferrosi, alluminio, vetro, carta e cartone) entro il 2029.
Sacchetti ultraleggeri
I deputati vogliono vietare la vendita di sacchetti di plastica molto leggeri (inferiori a 15 micron), a meno che non siano necessari per motivi igienici o vengano forniti come imballaggio primario per alimenti sfusi, per aiutare a prevenire lo spreco di cibo;
Riduzione imballaggi in plastica
I deputati europei vogliono fissare obiettivi specifici di riduzione dei rifiuti per gli imballaggi in plastica: 10% entro il 2030, 15% entro il 2035 e 20% entro il 2040.
Le reazioni al volto sul regolamento imballaggi in Commissione ENVI
Soddisfatta la relatrice in Commissione Ambiente, Frederique Ries (Renew, Belgio): “Abbiamo fatto in modo che l’ambizione ambientale incontrasse la realtà industriale, con una relazione incentrata sull’innovazione e che prevede una deroga per le imprese con meno di dieci dipendenti”.
“Sebbene il testo sia stato notevolmente diluito rispetto alla proposta originale della Commissione – ha detto Joan Marc Simon, Direttore-Fondatore di Zero Waste Europe – riteniamo che questo rappresenti il miglior risultato possibile in questo momento. Zero Waste Europe accoglie con favore l’adozione degli emendamenti di compromesso del relatore e si congratula con l’eurodeputato Ries per aver sostenuto l’integrità di questa legge”. Aggiunge poi: “Per la prima volta nella legislazione europea sugli imballaggi viene data una possibilità alla prevenzione e al riutilizzo”.
Ma passiamo alle reazioni meno entusiastiche. L’associazione dei produttori europei di materie plastiche, Plastics Europe, ritiene il documento della Commissione Ambiente migliorativo rispetto al testo originario, ma critica il fatto che viene indebolita l’ambizione di creare un mercato per il materiale plastico riciclato, il fatto di non incentivare adeguatamente l’utilizzo di bioplastiche, e, soprattutto “l’accanimento” contro sugli imballaggi in plastica.
L’associazione che rappresenta l’industria europea delle bevande analcoliche (UNESDA), come racconta Polimerica, apprezza il riciclo in closed-loop delle bottiglie per bevande e la spinta verso sistemi di deposito su cauzione, oltre che l’obiettivo del 90% nella raccolta differenziata. Critica invece gli obiettivi vincolanti sul riutilizzo e ricarica ”senza un’ulteriore valutazione d’impatto” mentre ritiene preferibili soluzioni che puntino in modo complementare su riutilizzo, ricarica e riciclo.
Critiche dalla politica italiana. Furenti i partiti di maggioranza. Il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto, Forza Italia: “Si continua ad andare verso un sistema che non valorizza il modello vincente italiano, ma che lo mette a rischio. Continueremo la nostra battaglia in tutte le sedi comunitarie per difendere le ragioni di una filiera innovativa, che supera i target Ue con diversi anni di anticipo, che dà lavoro tutelando l’ambiente e affermando i più avanzati principi dell’economi circolare”. La viceministra Vannia Gava, Lega: “Restiamo fermamente convinti della irricevibilità della proposta di regolamento sugli imballaggi voluta dall’UE. L’Italia è fortemente impegnata nel settore dell’economia circolare ed ha un modello di gestione dei rifiuti da imballaggio che rappresenta un’eccellenza a livello UE”.
L’europarlamentare di Forza Italia-Ppe Massimiliano Salini, relatore ombra sul dossier, fa sapere che verranno presentati in plenaria “una serie di emendamenti sulla base del compromesso alternativo che abbiamo sostenuto oggi: è necessario coniugare competitività e sostenibilità, un equilibrio di cui l’Italia è un esempio eccezionale da diffondere in quanto utile all’intera Ue”,
E Fratelli d’Italia, con la vice capogruppo alla Camera dei deputati, Elisabetta Gardini: “Non c’è logica ma tanta miope ideologia. Dopo aver spinto le aziende a produrre prodotti riciclabili, ora si vorrebbe puntare tutto sul riuso mandando a gambe all’aria l’economia circolare insieme alla lotta allo spreco alimentare, a investimenti, programmazione e posti di lavoro. Aggiungiamo pure che studi di illustri università americane ed europee hanno da anni avvertito che abbandonare la strada del monouso porta all’aumento di contaminazioni anche gravi con conseguente aumento di ricoveri ospedalieri”.
Ma anche il PD ha una posizione problematica: “Il regolamento sugli imballaggi votato oggi in commissione ambiente non rappresenta il testo definitivo che sarà votato nella plenaria di novembre. In quell’occasione ribadiremo la nostra posizione per un approccio che prende in considerazione gli investimenti e i risultati del nostro paese nel riciclo, approccio che non è presente nel testo approvato oggi in commissione” affermano in una nota Alessandra Moretti (che ha votato a favore) e Achille Variati (astenuto), europarlamentari del Partito democratico e componenti della commissione ambiente.
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