In attesa che la Commissione europea, almeno quella del secondo mandato della presidente Ursula von der Leyen, cominci a elaborare proposte di regolamenti e direttive, prosegue la strada delle strategie. A distanza di oltre un anno dalle elezioni europee del 2024, infatti, la Commissione continua a stilare documenti ampi che, più che indicare agli Stati membri cosa fare, preferiscono indicare gli obiettivi da raggiungere, lasciando poi ampio margine di manovra ai 27 Stati membri dell’Unione Europea.
È il caso anche della “strategia europea in materia di ricerca e infrastrutture tecnologiche”, lanciata lo scorso 15 settembre dalla Commissione “per rafforzare la leadership europea in materia di eccellenza scientifica e innovazione tecnologica”. La strategia intende garantire che scienziati, ricercatori, innovatori e industria abbiano un facile accesso alle strutture all’avanguardia in Europa, ai dati di alta qualità e ai servizi su misura.
L’importanza delle infrastrutture di ricerca e tecnologia era stata già sottolineata nella cosiddetta “relazione Draghi” (l’ex premier italiano ed ex presidente della Banca Centrale Europea) su “Il futuro della competitività dell’UE – la relazione che, almeno in teoria, ispira il secondo mandato di Ursula von der Leyen – e si collega ad altre iniziative già intraprese, come la strategia di avvio e scaleup dell’UE, e iniziative prossime (e molto attese) come la strategia sull’intelligenza artificiale e l’atto europeo sull’innovazione.

L’elaborazione della strategia su ricerca e tecnologia è stata preceduta da un ampio processo di consultazione, che ha visto una richiesta pubblica di feedback dai portatori di interesse e diverse conferenze ed eventi dedicati.
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Ricerca e tecnologia per una maggiore sovranità?
Oltre al comunicato stampa, la Commissione ha diffuso anche le FAQ più diffuse sulla strategia europea per la ricerca e le infrastrutture tecnologiche. Si tratta di un documento molto utile, a cui si può accedere da qui, che spiega nel dettaglio i termini più utilizzati e gli obiettivi che si vogliono perseguire.
“Le infrastrutture di ricerca e tecnologia – si legge nelle FAQ – sono la spina dorsale dell’ecosistema europeo di ricerca e innovazione, che guida l’eccellenza scientifica dalla ricerca fondamentale all’innovazione rivoluzionaria.
- Le infrastrutture di ricerca (RI) sono strutture su larga scala che forniscono attrezzature all’avanguardia, laboratori e risorse digitali per la scienza, la ricerca e l’innovazione. Includono le principali apparecchiature o insiemi di strumenti, collezioni, archivi e infrastrutture di dati scientifici, generalmente di proprietà e sostenuta.
- Le infrastrutture tecnologiche (TI) sono strutture per lo sviluppo, il test, la convalida e l’aumento delle tecnologie. Includono linee pilota, impianti pilota e strutture dimostrative, camere bianche, banchi di prova e laboratori viventi che supportano l’adozione del mercato e riducono il rischio per le aziende”.
Per quanto riguarda gli obiettivi, invece, la Commissione ripropone i due mantra che stanno caratterizzando di più questo secondo mandato della presidente Ursula von der Leyen: la competitività e la sovranità.

“Le infrastrutture di ricerca e tecnologia – si legge di nuovo dalle FAQ – consentono la scienza e l’innovazione rivoluzionarie, sostenendo settori come l’intelligenza artificiale (AI), le scienze della vita, l’osservazione della terra, la tecnologia quantistica, l’energia di fusione, la biotecnologia, l’energia pulita e rinnovabile e i materiali avanzati, tutti cruciali per la leadership scientifica, tecnologica e industriale dell’UE. Consentono l’eccellenza scientifica nella ricerca di frontiera, interdisciplinare e applicata e facilitano lo sviluppo tecnologico rivoluzionario. Forniscono ambienti di test e convalida unici per startup, scaleup e settore, riducendo il rischio di commercializzazione e accelerando l’adozione sul mercato di nuove tecnologie. In tal modo, queste infrastrutture contribuiscono a colmare il divario di innovazione dell’Europa con i concorrenti globali, rafforzando la resilienza, la sicurezza economica e l’autonomia strategica nelle tecnologie critiche. Infine, le infrastrutture di ricerca e tecnologia fungono da hub per l’attrazione e la mobilità dei talenti, rafforzando il ruolo dell’Europa come potenza scientifica globale.
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Cosa prevede la strategia proposta dalla Commissione
In ogni caso la strategia indicata dalla Commissione propone una serie di azioni in cinque settori:
- Rafforzare l’ecosistema europeo delle infrastrutture di ricerca e tecnologia aumentando le capacità, mobilitando investimenti e allineando meglio le strutture e i servizi disponibili alle esigenze degli utenti. La strategia mira anche a massimizzare il potenziale della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale (AI) nelle infrastrutture europee.
- Garantire un accesso più semplice e migliore alle infrastrutture tecnologiche: si mira a fornire un continuum di servizi complementari per ricercatori e aziende innovative, comprese startup e scaleup, in tutta l’UE. Ciò sosterrà le innovazioni scientifiche e aumenterà lo sviluppo, i test e la convalida della tecnologia, accelerando l’adozione della società e la trasparenza del mercato delle innovazioni.
– 3. Attrarre e coltivare talenti in Europa attraverso forti percorsi di carriera nelle infrastrutture di ricerca e tecnologia, dai tecnici ai leader scientifici. Ciò include il sostegno al personale per sviluppare nuove competenze e competenze e attrarre talenti al di fuori dell’Europa in linea con l’approccio “Scegli Europa”.
– 4. Migliorare e semplificare il quadro di governance per le infrastrutture di ricerca e tecnologia per sostenere le decisioni di investimento a lungo termine e allineare le priorità tra gli Stati membri e le parti interessate dell’UE. Ciò include il rafforzamento del coordinamento tra le fonti di finanziamento e l’aumento dell’impatto degli investimenti pubblici.
- – Rafforzare la dimensione internazionale e la resilienza delle infrastrutture di ricerca e tecnologia attraverso la cooperazione con i partner strategici per affrontare le sfide sociali globali. La Commissione collaborerà con gli Stati membri per promuovere l’integrazione dei paesi candidati e associati nello Spazio europeo della ricerca. La strategia affronta anche la gestione del rischio per le infrastrutture, in particolare quelle relative all’accesso a dati e strutture essenziali, promuovendo la sovranità dell’UE nelle tecnologie critiche.
Come si può notare, la scelta della strategia, piuttosto che di un regolamento, evita alla Commissione di “legarsi troppo le mani” e lascia ampio spazio di manovra ai singoli Stati membri. Rafforzando, se mai ce ne fosse bisogno, il ruolo di coordinamento di questa istituzione europea che però, dato il contesto storico favorevole ai nazionalismi e ai sovranismi, preferisce rinunciare in parte al suo ruolo di organo esecutivo.
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