La transizione ecologica e la sostenibilità sono legate alla visione imprenditoriale, alle competenze, alle tecnologie, alle disponibilità economiche. E all’organizzazione. Bene, se dovessimo misurare le chance delle imprese italiane da quest’ultimo punto di vista, ci sarebbero validi motivi per essere scoraggiati.
Secondo la ricerca di Deloitte “Il ruolo del Sustainability Manager”, queste figure aziendali sono delle mosche bianche nelle imprese italiane.
Le figure dedicata alla sostenibilità delle imprese
La presenza del Responsabile della Sostenibilità (RSO) in azienda aumenta le iniziative di corporate social responsibility (CSR), aiuta a ridurre le cosiddette ‘socially irresponsible activities’ e produce migliori risultati di business. Eppure, si legge nel documento Deloitte, “in Italia oggi solo il 7% delle imprese ha un Responsabile della Sostenibilità” (figura che si occupa esclusivamente di sostenibilità). Un dato legato certamente alla struttura del sistema produttivo nazionale, in cui predominando le piccolissime imprese. Infatti il dato cresce fino al 37% se si considerano solo le imprese con più di 50 dipendenti.
Ha commentato Franco Amelio, Deloitte Sustainability Leader: “Le aziende sono oggi chiamate a mettere a fuoco un nuovo approccio alla sostenibilità. Non si tratta solo di individuare e realizzare azioni che riflettano una maggiore attenzione all’ambiente o ambiscano a una superiore ricaduta sociale. Si tratta di sviluppare una concreta integrazione strategica delle tematiche ESG nel modello di business”.
Per quanto riguarda la gerarchia aziendale, nel 31% dei casi i RSO riportano direttamente all’amministratore delegato, nel 25% riportano al Direttore Operativo e nel 14% dei casi al Responsabile di Produzione.
Limitato, per ora, il numero di persone dedicate ai team degli RSO: il 43% dei RSO ha disposizione al massimo due persone, il 26% ne ha al massimo 5, il 10% ha 10 persone e solo il 7% ne ha più di 10.
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Piani di sostenibilità delle imprese, questi sconosciuti
Uno dei risultati di questa scarsezza di professionalità dedicate è che la sostenibilità è integrata nella strategia di business tramite un apposito “Piano di Sostenibilità” solo dal 3% delle aziende. Un altro 3% ha in programma di introdurlo, mentre un 11% sta valutando tale possibilità.
“La sostenibilità è un tema centrale nella definizione della strategia aziendale. È una delle leve fondamentali per operare sul mercato, per attrarre i migliori talenti, per consolidare la reputazione, per consentire l’accesso al mercato dei capitali, per accelerare gli investimenti”, sottolinea. Stefano Pareglio, Presidente di Deloitte Climate&Sustainability. “Nelle scelte di allocazione del capitale, è la principale discriminante nella maggior parte dei settori industriali: per questo serve una visione integrata di lungo periodo, in cui la sostenibilità concorra effettivamente a definire il profilo aziendale”.
Ovviamente, visti anche i progressi normativi, “in prospettiva, l’adozione di un Piano di Sostenibilità sembra destinata a diventare sempre più diffusa e integrata nel business”, spiega Deloitte. Ma anche quando ci sono, i piani di sostenibilità non bastano. Per valutare in modo oggettivo i benefici ottenuti, per capire dove si procede bene e dove invece qualcosa non funziona, dal piano di Sostenibilità è necessario elaborare un set di indicatori o Key Performance Indicators (KPI), “in grado di coglierne l’impatto effettivo dentro e fuori il perimetro aziendale. Al momento, tuttavia, l’adozione di KPI per il monitoraggio è ancora poco diffusa: tra le realtà che in Italia hanno un Piano di Sostenibilità già operativo, solo 4 su 10 ne fanno già uso, quasi 3 su 10 hanno in programma di implementarli e 2 su 10 stanno valutando la possibilità di elaborarli”.
L’importanza della rendicontazione e della comunicazione
Come dimostrano i casi sempre più numerosi di greenwashing, comunicare i risultati delle proprie politiche ambientali, anche sovrastimandoli o falsificandoli, è un tema molto sentito dalle imprese. Uno degli strumenti più solidi per mostrare ai consumatori quello che si fa per il bene dell’ambiente è il bilancio di sostenibilità. E anche in questo caso – non poteva essere altrimenti – le imprese italiane non brillano: il bilancio di sostenibilità in Italia oggi è adottato solamente da una azienda su 10 circa.
“Oltre al bilancio di sostenibilità, anche le attività di comunicazione sulla sostenibilità sono ancora appannaggio di una minoranza, pari a un decimo delle imprese”, spiega Deloitte. “È interessante notare come, tra le realtà che veicolano il proprio impegno in questo ambito, il focus sia interno quanto esterno: i clienti e i dipendenti sono quasi in egual misura destinatari della comunicazione incentrata sui temi di sostenibilità”.
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Perché sono importanti i responsabili della sostenibilità
A palesare il ruolo cruciale dei responsabili della sostenibilità all’interno delle imprese è il fatto che, se confrontate con la media, le realtà che prevedono un responsabile dedicato dimostrano un approccio più integrato alla sostenibilità. Un esempio è il maggiore tasso di adozione del Piano di Sostenibilità rispetto alla media delle aziende italiane: passa dal 3% al 73% la quota di chi lo ha già formalizzato e dall’1% al 19% quella di chi lo ha in programma nei prossimi dodici mesi.
Anche per le attività di rendicontazione il quadro è molto diverso nelle imprese che hanno un Responsabile della sostenibilità: l’85% degli intervistati riferisce di redigere un bilancio di sostenibilità e quasi metà, il 44%, lo effettua da oltre due anni. Anche rispetto alla comunicazione delle iniziative di sostenibilità, circa 8 Responsabili della Sostenibilità su 10 dichiarano di diffondere obiettivi, progetti e risultati, contro una media italiana del 12%.
Piani di sostenibilità e investimenti green
La maggior parte delle aziende che non hanno in programma di realizzare un Piano di Sostenibilità è tendenzialmente meno incline della media a prevedere investimenti in tale area: è il 92% di queste ad affermarlo, contro la media dell’82%. Nel complesso, spiega Deloitte, tra le imprese italiane è poco meno di un quinto a effettuare investimenti in ambito sostenibilità, un dato che raggiunge invece un terzo del totale tra le realtà che hanno registrato una crescita di fatturato nell’ultimo anno.
Esplorando gli ambiti di destinazione degli investimenti, in cima alla lista c’è l’integrazione di tecnologie sostenibili, seguita da progetti di sostenibilità interni all’azienda e dall’intenzione di innovare i prodotti e servizi. Dallo studio emerge anche l’importanza dello sviluppo di partnership strategiche con aziende dello stesso o di altri settori: “La condivisione rappresenta un fattore determinante per le realtà di minori dimensioni, che spesso non hanno le risorse e le competenze per sviluppare in autonomia soluzioni per migliorare la propria sostenibilità”. L’approccio sistemico di filiera, dunque, risulta critico per le PMI.
Metodologia
Nell’inverno 2022-2023 Deloitte ha intervistati 500 C-level di un campione rappresentativo di aziende italiane per dimensione, distribuzione geografica e settore produttivo, oltre a 41 Responsabili della Sostenibilità identificati in aziende attive in Italia e con almeno 50 dipendenti.
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