Cosa c’è oltre la buona volontà? Il punto della situazione
Un focus dedicato allo stato dell’economia circolare in Sicilia: tra emergenze costanti, un disegno di legge in discussione da quasi un anno e la sensibilità delle (poche) imprese.
“Se non si riesce a fare il minimo, figurarsi le cose complesse”. Valentina Palmeri è deputata all’Assemblea Regionale Siciliana e a gennaio ha presentato il primo disegno di legge, composto da 21 articoli, che mira alla “prima applicazione dell’economia circolare nell’ambito della Regione Siciliana”. Eppure il ddl è ancora in discussione alla Commissione Ambiente. Motivo? La priorità nell’Isola resta il settore dei rifiuti, più nota come munnizza: un eterno pantano che è stato certificato con parole durissime dalla Commissione Antimafia. “Un’emergenza costante”, la definisce il presidente della Commissione Claudio Fava. Col risultato che l’ultimo Piano regionale dei rifiuti risale al 2000. L’attuale assessore regionale, il veneto Alberto Pierobon, da tre anni sta concentrando gli sforzi per licenziarne uno nuovo. E al Forum di Legambiente ha provato a rassicurare. “Il piano – sostiene – è antesignano delle ultime direttive europee in tema di economia circolare, e spinge verso non solo il riutilizzo ma anche il riciclaggio. Chiaro che mancano ancora delle parti intermedie. Non è vero che mancano gli impianti”.
In assenza di un coerente quadro legislativo, le singole imprese provano a fare economia circolare. Dall’abbigliamento al cibo, dalla bioedilizia all’innovazione, il tentativo di mappare tutte le realtà del settore viene svolto dall’associazione A Sud Sicilia. “Qui si è ancora eccessivamente legati alla logica del profitto – afferma la curatrice del progetto Giulia Di Martino – C’è poi chi si autodefinisce circolare, quando poi dei principi cardine attua veramente ben poco. È per questo che serve ancora molta attività di sensibilizzazione”.
Ma ci sono imprese lungimiranti. Essere in anticipo sui tempi può significare un vantaggio decisivo sui concorrenti o un isolamento rispetto a ciò che viene preferito dal mercato. Per questo abbiamo scelto di rivolgere qualche domanda alla cooperativa Guglielmino.
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