A volte è solo una questione di tempistiche. Se fino a una manciata di anni fa i green jobs, cioè i lavori necessari per la transizione ecologica e l’economia circolare, erano i più richiesti – o almeno quelli di cui si discuteva di più – nell’ultimo periodo le priorità degli Stati e delle aziende sembrano diventate altre (dalla difesa al conservatorismo industriale). Eppure i lavori che contribuiscono alla protezione dell’ambiente e alla riduzione delle emissioni di gas serra sono professioni che, a nostro avviso, sono destinati a durare e a non risentire eccessivamente delle ondate di crisi economiche o delle mutate indicazioni politiche. Ciò si deve ad alcune loro caratteristiche intrinseche.
Innanzitutto sono professioni che richiedono competenze specifiche e trasversali, capaci di adattarsi a ogni esigenza. Anche se la sostenibilità, almeno nel breve periodo, dovesse essere non più la bussola degli Stati, i green jobs sono tra i lavori che più di tutti sono capaci di adattarsi. Inoltre, al di là delle roboanti dichiarazioni (se avete pensato al presidente USA Donald Trump … siete nel giusto!), il cambio di tendenza nel mondo del lavoro è ormai inarrestabile: la capacità di ridurre gli impatti ambientali e migliorare i modelli di produzione, rendendoli più efficienti e compatibili con una crescita sostenibile, è una capacità che è diventata economicamente conveniente.
I green jobs non sono più, o almeno non soltanto, i lavori del futuro ma sono già diventati i lavori del presente. Sia nel pubblico che nel privato. Basti pensare ad alcuni settori in cui già ora sono molto diffusi, nonché richiesti:
- energia rinnovabile, che comprende la produzione, la distribuzione e l’installazione di fonti energetiche come il solare, l’eolico, l’idroelettrico e il geotermico;
- l’efficienza energetica, che riguarda la progettazione, la realizzazione e la manutenzione di edifici, impianti e apparecchiature che riducono i consumi e le perdite di energia;
- la mobilità sostenibile, che include la pianificazione, la gestione e il miglioramento dei trasporti pubblici e privati, con l’uso di veicoli elettrici, ibridi o a basso impatto ambientale;
- la gestione dei rifiuti, che si occupa della raccolta, del riciclaggio, del recupero e dello smaltimento dei materiali in modo ecocompatibile;
- l’agricoltura biologica, che promuove la coltivazione e l’allevamento di prodotti naturali, senza l’uso di pesticidi, fertilizzanti chimici o OGM;
- il turismo responsabile, che favorisce lo sviluppo di attività ricreative e culturali che rispettano l’ambiente e le comunità locali.
- l’ecodesign e il riuso, settori dell’economia circolare che chi legge il nostro portale conosce bene e che sono all’inizio di un’economia di scala che renderà questi processi sempre più ambiti.
Insomma: il futuro è già qui. Il tema dei green jobs è uno di quelli che ci ha appassionato sin dalla fondazione di EconomiaCircolare.com e crediamo sia utile raccogliere in questo Speciale, da intendersi come un’utile guida, gli articoli scritti finora e quelli che continueremo a produrre.
Offrendovi dati sempre aggiornati, analisi e spunti di riflessione che crediamo potranno accompagnarvi nelle vostre ricerche e nelle vostre valutazioni.
Come al solito, infine, rinnoviamo l’invito a inoltrarci contributi, critiche e suggerimenti. E, come sempre buona lettura.
Andrea Turco
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