Quando si parla di moda c’è un dato, ormai diffuso a livello generale e non più destinato alla galassia ambientalista, secondo cui il settore del tessile è uno dei più impattanti a livello globale. È un dato difficilmente contestabile, messo nero su bianco anche dalla Commissione europea, che però serve a poco se non va prima contestualizzato e poi combattuto.
È il proposito che qui a EconomiaCircolare.com ci siamo prefissi sin dalla fondazione del nostro giornale. E che torniamo a ribadire in questo Speciale in cui non solo raccogliamo i tanti spunti che finora abbiamo offerto ma che promettiamo in costante aggiornamento.
Siamo di fronte a una sfida fondamentale, perché il tessile è una delle prove più evidenti che va ripensato il modello di sviluppo che ci ha condotto alle difficoltà attuali. Chi, se non la fast fashion, è l’emblema dell’economia lineare che sfrutta le risorse del Pianeta per farne rapida occasione di profitto? Chi, se non la fast fashion, rappresenta meglio le contraddizioni di un modello di sviluppo che annuncia di volere il benessere di molti ma lo fa a discapito dell’ambiente?
In questo nostro Speciale troverete alcuni consigli pratici per avviare il cambiamento, le nostre interviste costruttive agli addetti e alle addette del settore nonché riflessioni più ampie e suggerimenti per prevenire le distorsioni maggiori, stando attenti per esempio al fenomeno del greenwashing che purtroppo sempre più aziende mettono in atto.
Crediamo che la moda circolare sia una risposta alla fast fashion, ma allo stesso siamo coscienti che altre risposte vanno pensate insieme. Ecco perché, come ogni volta, rinnoviamo l’invito a inoltrarci i vostri pareri e i vostri contributi.
Intanto buona lettura.
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