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venerdì, Dicembre 13, 2024

Regolamento Ue sugli imballaggi, ecco i prossimi passi fino al 2030

Quanto tempo ci vorrà affinché il regolamento europeo sugli imballaggi, così inviso da parte del mondo produttivo italiano così come al governo, entri in vigore? La coalizione Break Free From Plastics ha reso nota una provvisoria timeline. Che però deve fare i conti con lo scandalo Qatergate

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Redazione EconomiaCircolare.com

Dopo la pubblicazione, lo scorso 1 dicembre, del regolamento europeo sugli imballaggi e, soprattutto, dopo il notevole contrasto mosso dall’Italia, la domanda è una sola: e adesso? Il documento dell’Unione europea che punta ad aggiornare le norme europee su imballaggi e rifiuti da imballaggio è liberamente consultabile sul sito della Commissione Eu. Si tratta di una mole considerevole di pagine che andrà studiata bene, perché riguarda la vita di ciascuno di noi, e potrebbe cambiarla in diversi ambiti quotidiani. Ma a partire da quando?

È noto che uno dei motivi di maggior contrasto da parte di ampi pezzi del mondo industriale italiano, così come del governo, è relativo anche alla forma scelta dall’Unione europea per l’applicazione di tali norme. Il regolamento, infatti, è direttamente applicabile e vincolante per tutti gli Stati membri dell’Unione. I tempi, però, sono più lunghi rispetto ad esempio a una direttiva. E allora vediamo questa timeline.

La coalizione Break Free From Plastic, il movimento globale che dal 2016 mette insieme oltre 1900 organizzazioni non governative e singoli individui per chiedere una massiccia riduzione della plastica monouso, ha provato a tracciare una prima immediata timeline relativa all’entrata in vigore del regolamento.

timeline regolamento imballaggiI tempi per l’approvazione del regolamento sugli imballaggi

La pubblicazione della proposta di regolamento è solo la prima tappa di una lunga fase di passaggi e date intermedie. Fino a marzo 2023, infatti, sarà possibile consultare la proposta avanzata dalla Commissione. Su di essa, poi, dovranno pronunciarsi tutte le altre istituzioni europee – Consiglio e Parlamento – fino ad arrivare, si spera per la fine del 2023, a quella fase molto complessa di negoziazioni tra Parlamento, Consiglio e Commissione che, come stiamo vedendo per regolamenti altrettanti complessi come quello sulle batterie, potrebbero pure far slittare i tempi previsti.

Se la scadenza di aprile 2023, in cui il Parlamento europeo dovrebbe rendere noto il proprio report sulla proposta di regolamento della Commissione, non suscita particolari timori di ritardi, a preoccupare maggiormente sono le due successive scadenze. A settembre 2023, infatti, la commissione ENVI (Ambiente, Sanità Pubblica e Sicurezza Alimentare) dovrà pronunciarsi sul documento: dato che, con 88 deputati, risulta essere la commissione più grande del Parlamento, è il primo luogo in cui probabilmente si faranno sentire le pressioni e le esigenze dei settori resistenti al cambiamento.

Ancora più difficile potrebbe essere la pronuncia della plenaria del Parlamento europeo, prevista attualmente per dicembre 2023: non va dimenticato infatti che lo scandalo Qatergate, che sta scuotendo dalle fondamenta la credibilità delle istituzioni comunitarie, oltre al danno di reputazione rischia di far slittare molti dibattiti già previsti, dato che in questi giorni, comprensibilmente, le attenzioni delle sedute plenarie saranno rivolte al Qatargate.

Al momento la previsione è che la definitiva pubblicazione del regolamento sugli imballaggi – che fa saltare il passaggio del recepimento da parte degli Stati membri (con il rischio concreto di una procedura di infrazione nel caso di difformità normative) – arrivi ad aprile 2024. E poi?

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Le applicazioni intermedie del regolamento sugli imballaggi

Uno degli obiettivi principali del regolamento Ue è rendere tutti gli imballaggi riciclabili entro il 2030 in modo economicamente sostenibile. È un punto sul quale le obiezioni italiane del mondo produttivo si sono concentrati poco, contestando invece che la presunta preferenza al riuso potrebbe azzoppare l’eccellenza dell’industria del riciclo.

Nel sistema di domande e risposte elaborato a margine del regolamento, si legge invece che “secondo i modelli economici della Commissione, complessivamente il nuovo sistema di imballaggio potrebbe portare alla creazione di 600mila posti di lavoro nel settore del riutilizzo entro il 2030. In termini finanziari, si prevedono risparmi di circa 47,2 miliardi di euro nell’Unione europea. In media, ogni cittadino dell’Ue potrebbe risparmiare 100 euro all’anno se i risparmi fossero trasferiti al livello dei consumatori”.

Numeri importanti, che però andranno sottoposti alla verifica del tempo. Uno dei primi banchi di prova sarà proprio il riciclo: rispetto alle attuali norme, entro il 2025 il target del materiale riciclato da utilizzare per ogni nuovo prodotto dovrà essere del 65% in peso, con percentuali del 25% per il legno, del 50% per plastiche e alluminio, del 70% per vetro e metalli ferrosi, del 75% per carta e cartone. Al 2030 il target in peso dovrà poi essere del 70%.

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