Ogni anno a Natale arrivano nelle nostre case tantissimi regali per i nostri bambini. I giocattoli ne fanno da padrone nelle liste inviate a Babbo Natale e genitori e nonni sono pronti a tutto per far felice i propri figli e nipoti. Però negli anni, per adattarsi all’età e ai gusti dei nostri bambini, si finisce per accumulare nelle camerette scatoloni pieni di giocattoli nuovi di zecca. La Ellen MacArthur Foundation ci racconta della brutta fine che molti di questi giocattoli fanno: nel mondo l’80% dei giocattoli si ritrovano immersi in discariche, ammassati in un inceneritore o a naufragare nell’oceano, e nella maggior parte dei casi i giocattoli gettati via sono ancora ben funzionanti. In Gran Bretagna, ad esempio, circa un terzo dei genitori ammette di gettare giocattoli ancora in ottima condizione. Ulteriore tegola, è il materiale dei giocattoli: secondo un sondaggio svolto in Belgio dall’azienda ecoBirdy, specializzata nel riciclo di giocattoli in plastica per creazione di mobili, nel Paese il 90% dei giochi più popolari è interamente fatto di plastica. Si pensi ad esempio che una cucina giocattolo è composta di 5,6 kg di plastica, circa 400 bottiglie di acqua. Se si vuole uscire da questo vortice, che oltre a pesare sulle nostre tasche nasconde una questione ambientale, è importante riflettere sulla possibilità di allungare la vita dei giocattoli dei nostri bambini, acquistare prodotti rigenerati o di seconda mano, considerare il giocattolo come un servizio o magari preferirne uno fatto di materiali di scarto. L’Atlante Italiano dell’Economia Circolare comprende, tra le oltre 250 realtà mappate, alcune attività che si occupano proprio di fornire una nuova concezione sull’acquisto di giocattoli.
C’è sempre un modo per valorizzare il giocattolo che non usi più
Una realtà di Campobasso permette a giocattoli non più utilizzati di avere una seconda vita tramite la rigenerazione e il riuso creativo. Rigiocattolo rappresenta l’idea di un gruppo di volontari che vuole reimmettere sul mercato giocattoli ormai dimenticati, non funzionanti o semplicemente passati di moda. Obiettivo della realtà è poter allungare la vita del prodotto e permettere a nuovi bambini di trarne valore. Rigiocattolo riceve giocattoli di tutti i tipi, da bambole a macchinette, tricicli e biliardini, li rimette a nuovo quando è possibile ripararli o altrimenti li trasforma in oggetti unici e creativi, e chi si avvicina alla realtà capisce che tutto gira intorno al tema della condivisione: il giocattolo è un dono che quando non apprezziamo più può essere messo a disposizione di altri. Sappiamo bene che i bambini cambiano facilmente i propri gusti, e con una realtà come Rigiocattolo si può acquistare un bene a un prezzo vantaggioso e con caratteristiche equivalenti al nuovo. Potremmo non trovare la bambola o il gioco da tavola di ultima generazione, ma ci saranno sicuramente numerose alternative che possono accontentare i nostri bambini. In questo modo Rigiocattolo fa riflettere fino dalla giovane età sull’importanza del gioco come attività di apprendimento e svago, concetto che va oltre il giocattolo come oggetto.
I prodotti sono numerosi e in continuo aggiornamento, e spesso è possibile trovare anche giochi fuori mercato di generazioni passate che possono far appassionare nuovamente anche i genitori stessi. Oltre alla vendita e alle donazioni a famiglie con difficoltà, Rigiocattolo fornisce un vero e proprio servizio alla comunità. Per prima cosa, è un centro di riparazione dove si possono portare i giocattoli difettosi e farli rimettere a nuovo. Se invece i bambini sono soliti accantonare i propri giocattoli dopo qualche utilizzo, è possibile aderire al servizio di noleggio, dove con il pagamento di una cauzione, si potrà usufruire del prodotto per un mese e poi nel caso restituirlo. Quando la scarsa qualità dei materiali e componenti impedisce la riparazione, Rigiocattolo non si dà per vinto. Oltre a un riuso creativo, si da spazio anche alla tecnologia. “Una delle prospettive che abbiamo è quella di avere la collaborazione di alcuni maker – racconta Daniele Leo, uno degli ideatori di Rigiocattolo – che attraverso le stampanti 3D ci danno la possibilità di ricostruire dei pezzi che sono danneggiati”. Infatti, come per tanti altri prodotti sul mercato, anche per molti giocattoli esiste un’obsolescenza programmata che crea difficoltà nella riparazione e definisce una data di ‘scadenza’ dell’oggetto.
Cambiare la concezione sull’usato fin da piccoli
La seconda storia arriva da Firenze. Come combinare la crescita veloce del tuo bambino con la riduzione degli sprechi? Dall’esigenza di una mamma di non voler spendere cifre esorbitanti per un prodotto che per molte altre famiglie potrebbe essere ormai un peso e che probabilmente non si utilizzerà per molto tempo, l’idea di creare un negozio che vuole promuovere il rispetto per quello che si possiede. Insegnare a un bambino l’importanza di tenere in perfetto stato il suo giocattolo vuol dire abituare i più piccoli a un concetto tutto circolare: andare oltre la proprietà di un bene e dare la possibilità all’oggetto di una seconda vita in mano a un altro bambino. Bimbo Amico ha sviluppato un servizio che impedisce a numerosi giocattoli ancora in buono stato, abbigliamento e accessori a cui non si riesce a trovare destinazione, di finire in discarica, e a numerosi genitori di poter risparmiare.
Ma oltre a poter acquistare prodotti usati o addirittura nuovi, si potrà vendere quello di cui i nostri bambini non hanno più bisogno: Bimbo Amico riconosce un valore ai giocattoli, vestiti e accessori in perfetto stato, puliti e funzionanti, e fa da intermediario. Secondo Greta, proprietaria di Bimbo Amico, chi vende nel suo negozio pensa che ai loro giocattoli sia possibile dare una seconda vita poiché ancora come nuovi dopo essere stati utilizzati dai propri figli. Quello su cui c’è da lavorare è però la concezione che ancora molte persone hanno sui prodotti usati. “Una cosa che noto, non spessissimo ma che mi fa comunque effetto, è che alcune persone acquistano articoli usati ma si preoccupa di fare in modo che i propri figli non se ne accorgano – racconta Greta – questo mi dispiace perchè vuol dire che in famiglia non hanno saputo trasmettere ai figli che non è necessario che una cosa sia nuova: se piace, non dovrebbe fare differenza, no?”.
Un materiale di scarto può far felici i bambini
C’è poi il caso in cui sul tavolo di progettazione c’è spazio solo per materiali recuperati. Arriviamo nella Capitale per scoprire il laboratorio Day, dove Said, artigiano di origini curde, recupera legno scartato dalle falegnamerie o abbandonato per le strade per trasformarlo in giocattoli unici. Macchinine, spade da gladiatore, aeroplani e giochi da tavola: da un materiale di scarto a oggetto di valore per l’infanzia. L’idea di Said nasce dalla sua capacità innata di fare di necessità una virtù: da bambino, non avendo la possibilità di acquistarne nuovi, ha imparato a costruire i propri giocattoli con materiali che trovava a disposizione, da adulto ha trasformato questa sua abilità in un’opportunità di inserimento socio-lavorativo in un nuovo paese, ma anche in una storia di circolarità. Per le sue creazioni il laboratorio Day non butta via niente, utilizzando anche i pezzi di legno più piccoli e apparentemente inutili e mettendo da parte anche i possibili chiodi presenti nelle tavole per un utilizzo futuro.
Si ha la possibilità quindi di acquistare per i proprio bambini un giocattolo unico e che aiuta l’ambiente a liberarsi di quei rifiuti che poi tanto rifiuti non sono. Il laboratorio Day è divenuto nel tempo anche un punto di ritrovo per gli amici curdi di Said che si divertono a apprendere i segreti della falegnameria e aiutarlo nelle sue creazioni. Il desiderio di Said è “insegnare ai bambini a costruirsi i propri giochi, per recuperare manualità e cercare di sfruttare la propria fantasia”, il nostro quello di prediligere un consumo più responsabile anche nello scegliere i giocattoli che faranno felice i vostri bambini.
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