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domenica, Dicembre 15, 2024

Usato sicuro? Garantisce UNI

L’ente di normazione italiano ha pubblicato una norma (UNI 11730) dedicata allo stato di salute degli autoveicoli usati

Gian Maurizio Rodella
Gian Maurizio Rodella
Laureato in ingegneria meccanica all’Università di Genova. Sposato con 3 figli. Dopo una carriera in IVECO che lo ha portato a dirigere una joint venture a Nanjing, dal 2013 è il Direttore di CUNA (ente federato UNI specializzato nel settore automotive) e membro del comitato di indirizzo dell’ISO/TC 22 “Road vehicles”.

Una delle colonne portanti dell’economia circolare si basa sulla riduzione degli sprechi di materiali, per limitare quanto più possibile il ricorso a nuove risorse naturali e a processi industriali che hanno sempre impatti ambientali significativi (emissione di calore, sostanza nocive, ecc.)

L’economia circolare applicata agli autoveicoli significa, da una parte fare in modo che i materiali con cui sono costituiti siano riutilizzabili in qualche modo e, dall’altra, aumentare la vita utile degli autoveicoli stessi.

La direttiva europea

Nel 2009 è entrata in vigore la direttiva 2009/1/CE sull’omologazione dei veicoli a motore per quanto riguarda la loro riutilizzabilità, riciclabilità e recuperabilità (detta RRR) che stabilisce che gli autoveicoli debbano essere progettati in modo da ridurre al minimo l’impatto ambientale al loro “fine vita”; questa prevede che il 95 % della loro massa sia riutilizzabile (avere cioè una “nuova vita” dopo un’opportuna pulizia/revisione) e/o recuperabile (riutilizzabile con modifiche) e  l’85 % riutilizzabile e/o riciclabile: un primo passo per limitare l’impatto ambientale e operare pertanto concretamente in termini di economia circolare già dalla fase di progettazione.

In un autoveicolo, non essendo più presenti componenti contenenti amianto, tutto è sostanzialmente riciclabile o riutilizzabile: materie plastiche, allumino, acciaio, rame, cristalli, ecc.

Leggi anche: L’automotive cambia pelle. Anche grazie all’economia circolare

La norma UNI sullo stato d’uso dei veicoli

In linea con lo spirito della direttiva, nel 2018 la Commissione Tecnica di Unificazione dell’Autoveicolo di UNI (CUNA) ha definito la norma UNI 11730 “Autoveicoli – Valutazione dello stato d’uso – Metodologia, requisiti minimi del personale e delle attrezzature” sulla valutazione dello stato d’uso del veicolo, armonizzando differenti sistemi di valutazione e introducendo una metodologia che comprende parametri oggettivi e risultati strumentali non obiettabili.

Cosa si intende per “valutazione dello stato d’uso del veicolo”? In sostanza la valutazione di tutti quegli aspetti di usura che si dovrebbero valutare per stare tranquilli quando acquistiamo un’auto usata.

Ogni casa costruttrice di autoveicoli è interessata a dimostrare come le caratteristiche costruttive dei propri veicoli siano tali da consentire una lunga durata di utilizzo, ma, ovviamente, quest’ultima è fortemente influenzata dagli stili di guida e dal rispetto delle tempistiche relative alle attività di manutenzione, che influenzano pesantemente lo stato d’uso del veicolo nel tempo. La norma UNI 11730 stabilisce i controlli che devono essere effettuati, le caratteristiche tecniche delle strutture in cui vengono eseguiti i controlli, le attrezzature necessarie e le competenze tecniche che devono essere in possesso rispettivamente dal personale preposto e dal responsabile del centro.

Leggi anche: Ok del Parlamento Ue al Piano d’azione per l’economia circolare. Cosa cambia per l’Italia?

Cosa considera UNI?

La valutazione dello stato d’uso viene effettuata osservando lo stato di diverse parti:

  • Documenti e dotazioni
  • Esterni
  • Sottoscocca
  • Abitacolo
  • Componenti meccanici, impianto frenante e vano motore
  • Emissioni e Rumorosità
  • Sistemi elettronici

Al termine dell’esame viene compilato il rapporto di valutazione dello stato d’uso con il punteggio che il veicolo ha raggiunto. I veicoli con punteggio elevato sono quelli con una lunga vita residua e ciò aiuta l’economia circolare e l’ambiente, ritardando tutte le attività relative al riciclo, al recupero e al riutilizzo dei materiali. Dalla verifica della valutazione effettuata, inoltre, è possibile decidere gli interventi di manutenzione straordinaria da effettuare in modo da migliorare ulteriormente le condizioni di sicurezza e allungare la vita residua dell’autoveicolo.

Leggi anche: “Ecco le strategie per rendere un business circolare”. Il report dell’Eea

Una garanzia per il consumatore e l’ambiente

Chi vende auto usate e lo fa utilizzando la norma UNI 11730 garantisce in questo modo che il valore del veicolo proposto sia commisurato alle effettive condizioni di stato d’uso e assicurano anche l’acquirente più inesperto sul prodotto che sta pensando di acquistare. Un salto culturale estremamente importante, che aiuta gli operatori coscienziosi a differenziarsi rispetto a chi effettua delle valutazioni sui generis e talvolta assolutamente soggettive.

Diritto alla riparazione e alla sicurezza

La UNI 11730 va nella stessa direzione della risoluzione approvata dal Parlamento Europeo sul “diritto alla riparazione”, che prevede di riparare (invece di sostituire) un componente elettrico o elettronico difettoso: ciò consente di ridurre i rifiuti RAEE (cioè da apparecchiature elettriche ed elettroniche).

Un altro aspetto da non sottovalutare – fortemente interconnesso con l’economia circolare – è l’aspetto relativo alla sicurezza: poter acquistare al giusto prezzo un autoveicolo controllato e in buone condizioni generali migliora la sicurezza stradale per tutti i soggetti coinvolti, dall’automobilista ai pedoni.

Pensiamo a quanto gli incidenti stradali impattano negativamente sull’economia circolare, che per definizione si basa sul risparmio e sull’attento utilizzo delle risorse… e ciò, ovviamente, senza prendere in considerazione tutte le implicazioni emotive, talvolta di vera e propria sofferenza che questi determinano.

La norma UNI 11730 incide positivamente sia sugli aspetti di sicurezza che sugli impatti ambientali, dal momento che garantisce veicoli più sicuri e con emissioni ridotte, limitando l’impatto ambientale perché tende ad allungare la vita media dei veicoli.

Per concludere, ricordo che le norme tecniche sono di applicazione volontaria, ma sono la strada per un cammino culturale che porta a migliorare la qualità della vita nel rispetto dell’ambiente.

Leggi anche: Il Massachusetts estende il diritto a riparare le auto. I produttori protestano

Cosa fa CUNA

La Commissione tecnica di unificazione dell’autoveicolo CUNA è l’ente federato all’UNI che si occupa – a livello nazionale, in ambito europeo (CEN Comitato europeo di normazione) e internazionale (ISO Organizzazione internazionale per la normazione) – delle norme nel settore automotive: quindi automobili, veicoli commerciali, motocicli e ciclomotori, trattori agricoli e macchine interconnesse, macchine movimento terra, motori stazionari, componenti correlati.

Dal 1927 CUNA costituisce un forum tecnico comune di confronto e discussione per le aziende che hanno la necessità di affrontare le sfide dei mercati internazionali e di introdurre innovazione nei loro prodotti e processi. Offre un ruolo attivo e diretto nello sviluppo degli standard e delle norme tecniche a livello nazionale e internazionale con una visione diretta delle iniziative di innovazione a livello mondiale.

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