giovedì, Novembre 6, 2025

Veicolo fuori uso, Parlamento Ue allarma associazioni ambientaliste e imprese del riciclo

Il testo della proposta di relazione del Parlamento sul regolamento che regola il fine vita dei veicoli, con le aperture alle bioplastiche e al pre-consumo e la riduzione degli obiettivi di materia riciclata, preoccupa riciclatori e ambientalisti europei

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Redazione EconomiaCircolare.com

No a indebolire la circolarità europea. No a norme che zavorrino il riciclo di qualità. La bozza di posizione negoziale del Parlamento Ue sul regolamento sui veicoli fuori uso (End-of-life vehicles Regulation-ELV) ha avuto il potere, cosa non frequentissima, di unire imprese, quelle del riciclo, e associazioni ambientaliste.

La bozza, attualmente in discussione, “solleva serie preoccupazioni circa il suo impatto sulla circolarità nel settore automobilistico”. A sottoscrivere, congiuntamente, questa affermazione sono FEAD, l’Associazione europea per la gestione dei rifiuti, EuRIC, Confederazione Europea delle Industrie del Riciclaggio, Plastics Recyclers Europe (PRE) e le associazioni ambientaliste Transport and Environment (T&E), ECOS e lo European Environmental Bureau (EEB). Che esortano i politici “a mantenere gli obiettivi fissati dalla Commissione europea e a respingere qualsiasi tentativo di diluirli”.

Leggi anche: “No ad obiettivi troppo ambiziosi”, chiede la proposta di relazione del Parlamento Ue sul regolamento veicoli fuori uso

Semplificare o depotenziare?

“Mentre l’Europa si impegna per la competitività e la semplificazione normativa – scrivono le associazioni – è fondamentale che le scelte politiche non indeboliscano la circolarità o limitino il potenziale di riciclo di alta qualità”, si legge nella nota firmata da ambientalisti e industriali. Che nel testo elaborato dei due relatori – gli eurodeputati Jens Gieseke (Commissione ambiente) e Paulius Saudargas (Commissione mercato interno) – ravvisano un “significativo indebolimento” delle ambizioni presenti nella proposta della Commissione.

Questo testo firmato , come abbiamo raccontato, ha ridotto gli obiettivi minimi di plastica riciclata nei veicoli e ha ridimensionato il riciclo closed loop (la plastica dei veicoli fuori uso che, riciclata, torna ad essere plastica usata in nuovi veicoli). Una scelta che rischia di “rallentare i progressi verso un settore automobilistico veramente circolare”. Ne va anche degli investimenti, e quindi del futuro, del settore del riciclo: “Parametri ambiziosi in materia di contenuto riciclato sono fondamentali per stimolare gli investimenti nelle tecnologie e nelle infrastrutture necessarie per riciclare in modo efficiente la plastica dei veicoli fuori uso, aumentando i tassi di recupero dei materiali e riducendo il volume dei rifiuti inviati al recupero energetico o alle discariche”.

E ne va anche della bilancia commerciale europea: “Un approccio più ambizioso, con obiettivi ambiziosi per il contenuto di plastica riciclata nei veicoli, è essenziale per garantire che vengano recuperati materiali preziosi, che l’industria europea del riciclo rimanga competitiva e che il continente riduca la sua dipendenza dalle materie prime importate”.

“No alle bioplastiche e al pre-consumo”

Le associazioni stigmatizzano anche l’inclusione – nel perimetro dei materiali che concorrono al calcolo della quota minima di riciclo – delle bioplastiche e dei rifiuti pre-consumo. FEAD, EuRIC, PRE, T&E, ECOS ed EEB esortano infatti  “a respingere le disposizioni che cercano di ampliare il campo di applicazione per includere nuovi tipi di rifiuti o materiali, che potrebbero compromettere le industrie europee di riciclaggio e gestione dei rifiuti”. L’inclusione della plastica biobased e dei rifiuti plastici pre-consumo nel calcolo del contenuto minimo di riciclato e dell’obiettivo di ciclo chiuso per i nuovi veicoli, infatti, rappresenterebbe “un’ulteriore minaccia all’ambito di applicazione originario delle norme proposte, in quanto non si riferiscono al trattamento delle materie plastiche alla fine del ciclo di vita e quindi non avrebbero alcun effetto positivo sull’aumento della circolarità e del riciclaggio delle materie plastiche”. Al contrario, “ostacolerebbe in modo significativo il settore del riciclo della plastica, reindirizzando l’attenzione e le risorse dagli sforzi di riciclo autentici. Invece di sostenere gli investimenti nelle infrastrutture di riciclo, rischia di creare una falsa percezione di progresso, non riuscendo a rafforzare la circolarità della plastica per autoveicoli e ritardando, in ultima analisi, la transizione verso un’economia veramente circolare”.

Leggi anche: Nuovo regolamento UE veicoli a fine vita: ecodesign e riciclo per cambiare l’automotive

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