giovedì, Novembre 6, 2025

World Cleanup Day 2025: un pianeta da ripulire, un’economia da rigenerare

Partita da un’iniziativa in Estonia nel 2008, la "Giornata mondiale della pulizia” dal 2018 si è estesa a livello globale e nel 2023 è stata inserita nel calendario delle Nazioni Unite. Ogni 20 settembre, quindi, milioni di "eroi ambientali" si uniscono in una staffetta verde che attraversa 191 Paesi e territori

Valeria Morelli
Valeria Morelli
Content Manager e storyteller 2.0. Fa parte del network di Eco Connection Media. Si occupa di strategie di comunicazione web, gestione social, consulenza 2.0 e redazione news e testi SEO. Per Green Factor, all’interno dell’ufficio stampa, si occupa delle relazioni istituzionali.

Il terzo sabato di settembre si rinnova l’appuntamento con la più grande azione civica globale per la salvaguardia del nostro pianeta. Nel 2025 la data da segnare in calendario è il 20 settembre, giornata in cui milioni di volontari in tutto il mondo si armeranno di guanti e sacchi per il World Cleanup Day, la Giornata Mondiale della Pulizia.

Un evento che va ben oltre la semplice raccolta dei rifiuti, trasformandosi in un potente simbolo di speranza e in un motore di cambiamento che spinge verso un modello di economia circolare. Ma sapete come ha preso il via?

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Dalle radici in Estonia a movimento globale riconosciuto dall’ONU

Tutto è iniziato in Estonia nel 2008, con un’idea tanto semplice quanto ambiziosa: “Let’s do it!”, facciamolo. 50.000 persone, circa il 4% della popolazione estone, si mobilitarono per ripulire l’intero paese dai rifiuti illegali in sole cinque ore. Quel successo travolgente ha innescato un’onda inarrestabile. L’iniziativa, concepita dalla ONG estone Let’s Do It! World, ha rapidamente contagiato i paesi vicini e poi il mondo intero, fino a strutturarsi nel 2018 come il primo, vero e proprio World Cleanup Day. 

Da allora, la crescita è stata esponenziale. Anno dopo anno, milioni di “eroi ambientali” si uniscono in una staffetta verde che attraversa 191 paesi e territori, ripulendo strade, parchi, spiagge e fiumi.

Un successo tale che, a partire dal 2023, le Nazioni Unite hanno ufficialmente inserito il World Cleanup Day nel loro calendario, invitando tutti gli stati membri a promuovere questa giornata di azione e sensibilizzazione. L’obiettivo non è solo pulire, ma mappare i rifiuti e raccogliere dati preziosi per comprendere la dimensione globale del problema e spingere verso soluzioni sistemiche. 

Obiettivo 2025: “Spreca meno quando ti vesti” e la sfida del tessile

Ogni edizione del World Cleanup Day pone l’accento su una tematica specifica. Per il 2025, i riflettori sono puntati su uno dei flussi di rifiuti più impattanti e in rapida crescita: quello tessile con lo slogan “Waste Less When You Dress” (Spreca meno quando ti vesti). La campagna mira a sensibilizzare sull’insostenibilità del modello fast fashion

I numeri sono allarmanti: ogni secondo, l’equivalente di un camion di vestiti finisce in discarica o viene incenerito. L’industria della moda è responsabile della produzione di 92 milioni di tonnellate di rifiuti tessili all’anno, un volume che mette a dura prova i sistemi per la loro gestione, inquina le acque e alimenta la crisi climatica. I tessuti sintetici, inoltre, possono impiegare fino a 200 anni per decomporsi, rilasciando sostanze chimiche nocive nel suolo e nelle falde acquifere.

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L’invito per il 2025 è quindi quello di ripensare il nostro rapporto con i vestiti: acquistare meno e meglio, riparare, riutilizzare e riciclare. Un approccio che si sposa perfettamente con i principi dell’economia circolare, un modello economico pensato per rigenerarsi da solo, in contrapposizione al sistema lineare “produci-consuma-getta” che sta esaurendo le risorse del pianeta. 

Il nesso indissolubile con l’economia circolare

Il World Cleanup Day è, nella sua essenza, un gigantesco laboratorio di economia circolare a cielo aperto. Raccogliere un rifiuto da una spiaggia o da un bosco non è solo un gesto di pulizia, ma il primo, fondamentale passo per reinserire quel materiale in un ciclo virtuoso. Ogni bottiglia di plastica, ogni lattina, ogni pezzo di carta raccolto rappresenta una materia prima seconda che, se correttamente gestita, può tornare a nuova vita, riducendo la necessità di estrarre risorse vergini. 

Questo evento di massa ci costringe a guardare in faccia i nostri scarti, a renderci conto del volume e della tipologia di rifiuti che produciamo. È un’educazione ambientale sul campo che stimola una presa di coscienza collettiva. Comprendere che un rifiuto abbandonato non sparisce, ma rimane nell’ambiente per decenni o secoli, è il primo passo per cambiare le proprie abitudini di consumo. 

Le giornate di pulizia diventano così un catalizzatore per promuovere politiche di gestione dei rifiuti più efficaci, per chiedere alle aziende imballaggi più sostenibili e per spingere i cittadini verso scelte di acquisto più consapevoli. Si tratta di chiudere il cerchio: dalla raccolta alla sensibilizzazione, dalla denuncia alla proposta di soluzioni concrete, come la tariffazione puntuale che premia i cittadini più virtuosi o la semplificazione delle normative sull’End of Waste per favorire il mercato delle materie prime seconde

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Una carrellata di campagne di pulizia: l’impegno globale e italiano

Il World Cleanup Day è la punta di diamante di un impegno molto più vasto. In tutto il mondo e in Italia, sono numerose le iniziative, grandi e piccole, che combattono la dispersione dei rifiuti.

A livello globale:

The Ocean Cleanup: forse il progetto più ambizioso, fondato dal giovane olandese Boyan Slat. Utilizza tecnologie avanzate, come barriere galleggianti lunghe chilometri nel Great Pacific Garbage Patch e sistemi “Interceptor” nei fiumi più inquinanti del mondo, per catturare la plastica prima che raggiunga il mare. Il loro obiettivo è rimuovere il 90% della plastica galleggiante dagli oceani entro il 2040. 

Plastic Patrol: fondata dall’attivista Lizzie Carr, questa campagna unisce lo sport (in particolare il paddle-boarding) alla scienza dei cittadini (citizen science). I volontari pattugliano i corsi d’acqua, raccolgono rifiuti e li mappano tramite un’app, creando un database globale sull’inquinamento da plastica. 

In Italia:

Puliamo il Mondo (Legambiente): è la versione italiana di “Cleanup the World“. Dal 1993, Legambiente organizza questo appuntamento fisso che mobilita ogni anno centinaia di migliaia di volontari diventando la più grande campagna di volontariato ambientale del Paese.

Retake Roma: un movimento di cittadini nato per combattere il degrado urbano nella capitale, dalle scritte sui muri ai rifiuti abbandonati. Attraverso eventi di pulizia e progetti educativi, promuove il senso civico e la cura dei beni comuni, dimostrando come l’impegno dal basso possa trasformare i quartieri. 

Ri-Party-Amo (WWF): un grande progetto nazionale che si è posto l’obiettivo di pulire milioni di metri quadrati di spiagge, fiumi e fondali, unendo la raccolta rifiuti a progetti di ripristino ambientale e attività di educazione.

Spazzamare: diverse amministrazioni costiere, come quella di Salerno, si sono dotate di speciali imbarcazioni, chiamate appunto “spazzamare”, per raccogliere i rifiuti galleggianti e le sostanze oleose direttamente dalla superficie del mare, prima che raggiungano le spiagge.

Care Actions Days: due eventi speciali “per fare la differenza insieme” organizzati da Erion Care con l’obiettivo di attivare e sensibilizzare le persone sulla necessità di non disperdere nell’ambiente i mozziconi di sigarette. Due i pomeriggi di festa e partecipazione in programma: oggi, 20 settembre, alle 14:30, presso Cascina Nascosta, al Parco Sempione di Milano, e sabato 27 settembre, sempre alle 14:30 alla Casa del Cinema di Villa Borghese, a Roma

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