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venerdì, Novembre 15, 2024

5 obiettivi globali per la circolarità. Le proposte della Ellen MacArthur Foundation

Dalla tassazione che premi i prodotti circolari agli investimenti pubblico-privati fino all'insegnamento della circolarità nelle scuole. Ellen MacArthur Foundation propone 5 obiettivi politici globali per governi e imprese.

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Redazione EconomiaCircolare.com

Per trovare soluzioni alle principali sfide globali  –il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità, l’inquinamento – l’economia circolare è un punto di approdo essenziale. Per raggiungere quest’obiettivo, la Ellen MacArthur Foundation (Emaf) ha indicato 5 obiettivi di policy. Elaborati grazie alla sua rete globale, questi target dovrebbero fornire “un quadro di riferimento affinché governi, città e imprese producano una transizione che promuova l’innovazione e disaccoppi la crescita dal consumo di risorse limitate e dal degrado ambientale”.

Perché servono obiettivi comuni

Secondo la Fondazione è essenziale avere “obiettivi politici” condivisi, perché “mentre i governi e le industrie di tutto il mondo si muovono verso un’economia circolare, è fondamentale allineare le ambizioni e creare una direzione di viaggio comune”. Ambizioni da raggiungere, spiegano dall’Emaf, grazie alla cooperazione tra pubblico e privato e mettendo le diverse iniziative in connessione tra loro, per evitare “la creazione di un mosaico di soluzioni frammentate”. Consentendo anche di abbattere i costi e ridurre il rischio che le singole misure politiche rimangano isolate in un sistema economico business as usual.

Vediamo insieme i 5 obiettivi.

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Obiettivo 1. Stimolare il design per l’economia circolare

La progettazione, la produzione e l’uso di tutti i prodotti, da quelli più di consumo a quelli più duraturi, dovranno puntare ad eliminare rifiuti e inquinamento. Come? Centrale la progettazione di alta qualità per merci e imballaggi, con particolare attenzione a durata, riutilizzabilità, riparabilità e rigenerazione, riciclabilità e compostabilità. Puntando sulla condivisione di informazioni e sul monitoraggio dei flussi di materiali tramite etichette e passaporti digitali per i prodotti. E sulla produzione rigenerativa che rende al Pianeta quello che viene prelevato per produrre i beni.

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Obiettivo 2. Gestire le risorse per preservarne il valore

Bando al downcycling e alla perdita di valore dei materiali nelle diverse fasi di trasformazione. Secondo la Ellen MacArthur Foundation sarà necessario sviluppare modelli di business e sistemi di gestione delle risorse che sappiano mantenere prodotti e materiali al più alto valore possibile. Grazie, suggerisce ad esempio EMF, a politiche fiscali e di acquisto favorevoli alla riparazione, alla condivisione, a riuso e rigenerazione, per massimizzare l’efficienza nell’uso delle risorse e dell’energia impiegata. Importanti saranno anche la revisione e armonizzazione delle definizioni e classificazioni di rifiuti e del passaggio al nuovo status di risorsa (End of waste). E le politiche di responsabilità estesa del produttore (EPR) e i sistemi di depositi su cauzione (DRS) per sostenere il riutilizzo e il riciclo.

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Obiettivo 3. Far funzionare l’economia

La leva economica e l’incentivazione saranno fondamentali. Attraverso incentivi economici e requisiti normativi che consentano alle soluzioni di economia circolare di diventare la norma piuttosto che l’eccezione, sbloccando così vantaggi su larga scala. Tra gli esempi proposti una tassazione agevolata (in Italia, ad esempio, molti propongono IVA scontata sui prodotti da riciclo) o anche incentivi tariffari. Premialità e incentivi che dovranno anche orientare le politiche commerciali.

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Obiettivo 4. Investire in innovazione, infrastrutture e competenze

Gli investimenti ricoprono, nel programma della Fondazione, un ruolo importantissimo. Uno degli obiettivi infatti è spingere gli investimenti pubblici e privati a sviluppare le competenze necessarie per traghettare l’economia globale dal modello lineare a quello circolare. Ciò garantirà, afferma la Ellen MacArthur Foundation, “una transizione inclusiva, sostenendo l’innovazione e sviluppando l’infrastruttura necessaria”.

Tra gli esempi forniti i fondi pubblici per la ricerca interdisciplinare, il sostegno finanziario (pubblico-privato) per le infrastrutture fisiche e digitali e per innovazione. E poi, appunto, la formazione: l’economia circolare deve entrare nei programmi scolastici e nei curricula universitari.

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Obiettivo 5. Collaborare per cambiare il sistema

Gli obiettivi elencati finora sono raggiungibili, sostiene la Fondazione, se il pubblico e il provato lavorano insieme per rimuovere gli ostacoli, per sviluppare nuove politiche e allineare quelle esistenti. Se i Paesi si muoveranno insieme verso obiettivi comuni con strumenti normativi e finanziari in linea gli uni con gli altri. E per misurare, in tutti i settori, i progressi raggiunti. Sarà importante, ad esempio, integrare i principi dell’economia circolare nelle politiche nazionali e internazionali.

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Le esperienze in campo

Nel report Emaf sono brevemente elencati anche alcune iniziative che vanno già nella direzione indicata dai 5 obiettivi. Il governo canadese, ad esempio, ha incaricato il Council of Canadian Academies – creato nel 2002 per valutare scientificamente questioni di rilevante interesse pubblico – di studiare le opportunità che arriverebbero al Paese dall’economia circolare. Negli Usa, l’House Select Committee on the Climate Crisis ha raccomandato lo sviluppo di una roadmap per l’economia circolare.

In America Latina, a seguito della quarta sessione dell’Assemblea delle Nazioni unite sull’ambiente (United Nation Environment Assembly), si stanno sviluppando partnership strategiche per condividere best practices e accelerare la transizione in tutto il continente.

Anche grazie al Circular Economy Action Plan 2020, in Europa l’economia circolare  è stata indicata come uno dei pilasti del Green Deal e della ripresa dalla crisi del coronavirus. Gli Stati membri hanno presentato strategie nazionali dedicate: in particolare la Fondazione ricorda l’Olanda che si è data obiettivi per rendere l’economia nazionale pienamente circolare entro il 2050.

L’African Alliance on Circular Economy sta creando un segretariato presso la African Development Bank per sostenere gli investimenti che sostengano la transizione verso la circolarità. In tutta l’Asia e l’Oceania, Diversi governi nazionali in Asia e Oceania hanno avviato iniziative per integrare un approccio circolare negli obiettivi politici. In questa regione, in particolare, meta dei rifiuti esportati dalle economie occidentali, il paradigma circolare viene visto anche come una delle soluzioni più efficienti per la gestione di questi rifiuti e dell’inquinamento dei mari.

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