Negli ultimi giorni l’estate ci è scoppiata addosso. E, come ripetono in tanti, il 2021 sarà un anno fondamentale per capire se torneremo a una normalità pre-pandemica o se impareremo a convivere con il Covid. Intanto, però, tra le lezioni apprese dal coronavirus c’è anche quella della sostenibilità. Il caldo afoso di queste ore è un ulteriore elemento che ci fa comprendere che non si può più prescindere dalle pratiche ambientali virtuose. Ecco allora una serie di consigli da seguire in spiaggia, e in special modo nei lidi dove andremo a trascorrere ampie parti delle nostre giornate.
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Raccolta differenziata
Al giorno d’oggi disporre di un contenitore per la raccolta differenziata appare semplice eppure non dovremmo considerarla una cosa così scontata. Anche il loro numero e la dislocazione aiuta le persone a non buttare tutto a casaccio. In un eco-lido è buona norma poi apporre un cartello che spieghi come differenziare i vari rifiuti. Le regole, infatti, possono cambiare da Comune a Comune così come possono essere diversi i colori di riferimento. Guidare le persone nel corretto conferimento degli avanzi di un pranzo o di una lattina vuota sarà molto utile in un’ottica di stabilimento circolare.
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Favorire la mobilità sostenibile
Come posso arrivare al lido? Questa è una di quelle domande che non devono essere sottovalutate specialmente nel caso di strutture scelte soprattutto da turisti che non conoscono il territorio. Se la spiaggia è raggiungibile facilmente con i mezzi pubblici o a piedi sarà utile indicarlo sui canali social e sul sito internet. Porre una rastrelliera (meglio se all’ombra) favorirà gli spostamenti in bicicletta o con strumenti di micro mobilità elettrica come i monopattini. Che ne dite poi di installare delle colonnine per la ricarica elettrica delle e-cars?
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Tutta la forza del sole
Andiamo in spiaggia proprio per lui: il sole. Un eco-lido solitamente sfrutta questa risorsa non solo come attrattiva per la clientela, ma, soprattutto, installando pannelli solari-termici che consentiranno di avere gratuitamente acqua calda (perfetta per le docce) sfruttando l’energia pulita della stella del nostro sistema solare. Per soddisfare i fabbisogni elettrici potranno poi essere installati pannelli fotovoltaici. Cosa accade quando lo stabilimento è chiuso? L’energia prodotta finirà nella rete pubblica consentendo di contribuire al raggiungimento della transizione energetica.
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Efficienza energetica
Anche se l’elettricità viene prodotta da fonti rinnovabili bisogna sempre ricordare che la prima forma di energia pulita è quella che non viene prodotta: l’efficienza. Dagli impianti di illuminazione agli apparecchi elettrici ed elettronici, ricordate sempre di scegliere prodotti che abbiano una classe energetica pari o superiore ad A.
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Acqua piovana oro blu dal cielo
Uno stabilimento a vocazione verde cerca spesso di realizzare angoli con giardini o alberi che possano creare un’ombra naturale. Ove possibile, realizzare dei sistemi di raccolta delle acque piovane permetterà di garantire alle piante una fonte di approvvigionamento idrico.
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Sprecare l’acqua? No grazie
Forse non tutti sanno che un modo per ridurre il fabbisogno idrico può essere ottenuto riutilizzando le acque grigie come quelle delle docce. Raccolte e opportunamente filtrate e trattate, potranno essere riutilizzate. Come? Ad esempio per riempire gli scarichi dei wc. Un perfetto esempio di economia circolare del ciclo delle acque. Inoltre, per ridurre gli sprechi sarà utile e opportuno installare docce e rubinetti a tempo.
Ecodetergenti, ecosaponi e creme solari
Negli stabilimenti – in particolar modo ai tempi del Covid – la pulizia è un’attività continua. Esistono molteplici detergenti in commercio il cui l’ “inci”, ovverosia la composizione, ottiene il semaforo verde (su Ecobiocontrol potrete facilmente controllare l’impatto ambientale degli ingredienti). Qualora non siate ferrati in chimica, saranno un valido aiuto le certificazioni come, ad esempio, l’Ecolabel (come recita il disciplinare europeo “tutte le sostanze tensioattive utilizzate nel prodotto devono essere biodegradabili in condizioni anaerobiche”) o quelle che vengono conferite ai prodotti ottenuti con ingredienti biologici. In ogni caso anche ridurre le dosi dei detersivi usati – dei quali troppo spesso viene fatto un abuso – potrà essere di per sé un primo importante passo.
Lo stesso discorso è valido per i saponi e le creme solari spesso in vendita negli store dei lidi. Bisogna ricordare che, quando entriamo in acqua, potrebbero essere rilasciate sostanze chimiche nocive per la flora e la fauna marina. Considerate che in luoghi incantevoli come le Hawaii o la Micronesia sono vietate le protezioni che non siano biodegradabili. Shampoo e bagnoschiuma poi, specie se vengono dispersi nell’ambiente (come nel caso di docce all’aperto), debbono essere banditi: per lavar via la salsedine sarà sufficiente un po’ d’acqua.
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Lotta alla plastica monouso e ai rifiuti inutili
Acqua e bevande in vetro o lattina, contenitori monouso biodegrabili e compostabili, possibilità di utilizzo di piatti, bicchieri e tazzine riutilizzabili in ceramica: sono solo alcune delle soluzioni plastic free che si possono adottare nei lidi. Basta fare un bagno in mare per ricordarci che queste scelte sono essenziali. Su alcuni lungomari oggi si trovano anche le cosiddette casette dell’acqua: basta una borraccia e ci si può dissetare senza dover acquistare acqua imbottigliata (spesso in contenitori di plastica).
Nell’anno (o meglio nel biennio) del Covid è aumentato il numero delle persone che hanno deciso di utilizzare il bancomat per effettuare i pagamenti riducendo così ogni contatto interpersonale. Come riportato recentemente da SumUp, crescono anche i pagamenti effettuati sotto l’ombrellone tramite smartwatch. Utilizzando tali dispositivi mobili, lo scontrino viene sostituito da un sms e in questo modo otterremo un rifiuto (peraltro non riciclabile) in meno in spiaggia.
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Un ecomenù del territorio
Spesso gli stabilimenti balneari offrono ai propri clienti la possibilità di mangiare: che sia un pasto veloce o sia servito in un vero e proprio ristorante, la struttura sostenibile dovrà servire prodotti locali e di stagione evitando l’offerta di cibi esotici o tipicamente invernali. Lasciatevi sedurre da sapori a km zero, meglio ancora se bio.
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Accessibilità
Fortunatamente, la sostenibilità dei luoghi è sempre più intesa non solo in relazione all’impatto ambientale ma anche ai principi dell’inclusione e dell’accessibilità degli spazi. Sarà opportuno realizzare strutture che consentano a tutti l’accesso alla spiaggia. In tal senso sarà fondamentale predisporre e attrezzare le strutture tenendo conto delle esigenze delle persone con disabilità motoria e/o cognitivo-comportamentale, pensando anche agli anziani o alle famiglie con bambini.
Come trovare tali strutture? Ad esempio sul portale spiagge.it – selezionando i lidi con “spiagge accessibili a disabili” – che consente di prenotare il proprio lettino comodamente tramite una app, evitando anche di fare viaggi a vuoto.
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Cicche in spiaggia no grazie
I filtri delle sigarette possono impiegare diversi anni prima di degradarsi e, nel frattempo, mozzicone dopo mozzicone, invadono le spiagge divenendo un pericolo per pesci e uccelli che possono scambiarli per cibo. Molti gestori balneari hanno dichiarato guerra a questi piccoli ma grandi pericoli e, in alcuni casi, è stato reso obbligatorio per i fumatori l’uso di posacenere tascabili.
In alcuni stabilimenti gli avventori che consegnano ai gestori un bicchiere pieno di cicche ottengono in regalo una birra fresca mentre in altri sono attivi sistemi come i “Cicca Goal” attraverso i quali – grazie a due contenitori dedicati ad altrettante squadre – i fumatori vengono invitati a gettare correttamente la sigaretta nel secchio indicando la squadra per la quale fanno il tifo per un sondaggio tra villeggianti sui colori del cuore.
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Fare informazione ambientale e culturale
In ogni caso è opportuno che uno stabilimento che applica le buone pratiche dell’ecosostenibilità pubblicizzi le sue scelte dotandosi di cartelloni e sistemi di informazione che aiutino le persone a seguire le regole, ma anche a scoprire e rispettare l’ecosistema che le circonda. Ad esempio è buona regola invitare gli avventori a non portar via nulla dal mare – dalle stelle marine alle conchiglie – spiegandone le ragioni e facendo comprendere l’importanza di preservare i fragili equilibri dell’ecosistema.
Se poi si ha il privilegio dii trovarsi in un luogo dove avviene la nidificazione delle tartarughe, si potranno indicare le buone regole di una spiaggia tartafriendly per non danneggiare le uova (i cui nidi vengono spesso recintati dai volontari e dai centri di recupero di tartarughe marine) evitando ogni interazione con le tartarughe appena nate. Ricordate, infine, di fornire ai vostri ospiti informazioni sulle bellezze artistico-naturalistiche e sulle manifestazioni della zona, per promuovere un turismo di prossimità.
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