[di Luisa Calderaro]
Benedetto Bergolio: quando l’economia circolare sposa l’antica tradizione calabrese. La Cooperativa Felici da Matti, una storia di cambiamento e speranza, innovazione e integrazione.
Sinossi
La Cooperativa Felici da Matti, nata nel 2003 a Roccella Jonica, ha portato in Calabria una storia di cambiamento e speranza incrociando i temi dell’economia circolare, dell’innovazione, delle antiche tradizioni calabresi e dell’integrazione. La cooperativa si occupa della raccolta e del riciclo dell’olio esausto vegetale e della raccolta e del riuso degli indumenti usati. In questi quindici anni Felice da Matti ha dimostrato come i rifiuti possono avere una seconda vita – gli abiti usati possono essere trasformati ad esempio in pezzame industriale e l’olio esausto in sapone aromatizzato al bergamotto – creando anche nuova occupazione. Al tempo stesso la cooperativa calabrese è riuscita a raccontare l’altra faccia di un territorio capace di fare rete, di mantenere la sua identità territoriale ricordando che per contrastare le mafie bisogna rimanere uniti, perché l’unione fa la forza.
Da Roccella Jonica, un piccolo paese di circa seimila abitanti in Calabria , arriva la storia della cooperativa sociale “Felici da Matti”. Una storia di riscatto, speranza e amore per il proprio territorio che unisce sostenibilità ambientale, innovazione, antiche tradizioni ed economia circolare. Perché la filosofia che è alla base di questa cooperativa è che i rifiuti non sono un problema ma una risorsa preziosa, possono avere una seconda vita e creare nuove opportunità di lavoro, proprio come ha dimostrato in questi anni Felici da Matti, in prima linea nella raccolta e riciclo dell’olio vegetale esausto e nel recupero e riuso degli abiti usati. Una storia, quella della cooperativa calabrese, iniziata nel 2003 grazie alla caparbietà e alla determinazione di sei donne e di un sacerdote, e al sostegno della Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi di Locri Gerace. Obiettivo, promuovere l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate e raccontare al tempo stesso la bellezza e la forza di un territorio che guarda al futuro e che fa rete per contrastare le mafie e i fenomeni malavitosi che segnano anche la Calabria.
Con questo spirito parte quindici anni fa l’avventura della cooperativa calabrese che si intreccia con la sfida di dare una seconda vita ai rifiuti. La prima scommessa di Felici da Matti è stata quella di raccogliere e riutilizzare gli abiti usati attraverso il progetto “Uso e Riuso”, che nel corso degli anni ha portato poi al posizionamento di cassonetti in diversi città della Calabria, alla stipulazione di convenzioni gratuite con i comuni e di accordi con le parrocchie e i vari centri di raccolta gestiti da associazioni di volontariato. Una volta raccolti gli indumenti, la cooperativa valuta lo stato in cui si trovano gli abiti per poi decidere come procedere. Solitamente ne viene fatto pezzame industriale, richiesto da cantieri navali o industrie grafiche e tipografie. Se invece i vestiti sono in buono stato vengono portati in negozi di indumenti e accessori usati. Ma Felici da Matti non si è fermata qui, nel 2013 ha iniziato nel contempo una nuova avventura aggiungendo, tra le sue attività, la raccolta e il riciclo dell’olio vegetale esausto, attraverso il progetto “Non buttarlo nel lavandino…o siamo fritti”. L’obiettivo è quello di trasformare questo pericoloso rifiuto in una risorsa. Parte così una raccolta itinerante sperimentale in diverse piazze dei comuni calabresi per sensibilizzare i cittadini e per raccogliere l’olio vegetale esausto, un rifiuto dannoso per gli ecosistemi se smaltito in maniera non corretta o se viene disperso nell’ambiente (ad esempio gettandolo nel lavandino, nel water o sul suolo). Nel primo anno di sperimentazione la cooperativa raccoglie ben 50 tonnellate di olio esausto, per poi coinvolgere nel corso degli anni anche le attività commerciali del territorio e diventare, a seguito di un accordo con il comune di Roccella Jonica, anche centro comunale di raccolta e stoccaggio oli. Alla sfida legata al recupero dell’olio esausto si aggiunge così quella del riciclo: cosa si può ottenere dal riuso dell’olio esausto? Felici da Matti ha ricavato un sapone, solido e liquido, aromatizzato al bergamotto che ha chiamato “Bergolio” (da Bergamotto + Olio), unendo innovazione e tradizione. In particolare, la cooperativa ha recuperato un’antica tradizione calabrese e, utilizzando l’olio essenziale biologico di bergamotto, ha realizzato questo sapone aromatizzato. Un prodotto ecofiendly, “figlio” dell’economia circolare, amico dell’ambiente, che mantiene una forte identità con il territorio d’origine e con uno dei suoi prodotti locali per eccellenza, il bergamotto, facendone il suo tratto distintivo e punto di forza. Nella provincia di Reggio Calabria questo agrume è chiamato “l’oro verde”, fruttifica solo nella costa meridionale dello Jonio, grazie alla particolarità del microclima e del terreno. In Calabria si concentra circa l’80% della sua produzione mondiale ed è utilizzato in diversi settori: dall’industria profumiera a quella farmaceutica per arrivare al settore alimentare. Da qui l’idea di Felici da Matti di riciclare l’olio “trasformandolo” in un sapone aromatizzato al bergamotto.
Recentemente la cooperativa ha anche realizzato una linea di detergenti ecologici (detersivo a mano e per lavatrice, detergente per pavimenti e sgrassatore) aromatizzati al bergamotto, limone, eucalipto e citronella. Un sapone per più usi che racchiude un aneddoto, raccontato più volte dalla stessa cooperativa. Subito dopo il lancio della linea battezzata “Bergolio”, è arrivata l’elezione di Papa Francesco il cui cognome (Bergoglio) avrebbe potuto suscitare qualche equivoco sulla scelta operata dalla cooperativa calabrese. Per questo Felici da Matti ha deciso di scrivere a Papa Francesco raccontando la sua storia e chiedendogli se il nome “Bergolio” potesse creare qualche problema, ma il Papa ha risposto dando la sua benedizione. Un gesto ben accolto dalla cooperativa calabrese che con la sua storia racconta come oggi sia possibile scommettere sull’economia circolare puntando anche sulle tradizioni e l’identità territoriale. Un connubio che merita di essere replicato anche in altri parti d’Italia, ricordando che i rifiuti non sono un problema ma una risorsa da valorizzare.