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sabato, Dicembre 21, 2024

Il contributo dell’ecodesign per satelliti UE più sostenibili

L’impatto ambientale di un satellite inizia proprio qui sulla Terra, a partire dalla sua progettazione e costruzione. Attraverso la nuova campagna EcoSTAR, l’Agenzia Spaziale Europea intende sostenere l’economia circolare per costruire e gestire piccole piattaforme più sostenibili

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Redazione EconomiaCircolare.com

Satelliti ed ecodesign: un’accoppiata magari non immediata e che invece è ciò che intende perseguire l’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea. Lo farà attraverso il progetto EcoSTAR, che intende dimostrare come una piattaforma satellitare eco-friendly può funzionare altrettanto bene rispetto a una convenzionale, riducendo in più il suo impatto ambientale in un range compreso tra il 20% e il 40%.

Come si apprende sul sito creato ad hoc dall’ESA per raccogliere le idee più interessanti e promettenti, l’obiettivo è quello di sviluppare la costruzione di un piccolo satellite – superiore a 100 chilogrammi di peso e meno di 500 kg – puntando tutto sull’ecodesign, cioè a quell’approccio tipico dell’economia circolare che si focalizza sulla progettazione (prodotti o servizi) per migliorare le performance ambientali durante l’intero ciclo di vita.

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A partire dal prossimo 4 novembre verranno esaminate le proposte finora giunte sul sito di ESA con l’obiettivo di arrivare a fine 2025 con uno o più progetti vincenti e già pronti per essere avviati. Più precisamente dopo la valutazione nei primi giorni di novembre verrà successivamente selezionato un gruppo di massimo otto idee per entrare nella cosiddetta fase 2 di EcoSTAR. I team selezionati dovranno presentare una proposta tecnica più dettagliata e da lì ESA si riserva il diritto di scegliere fino a 5 progetti che verranno poi ulteriormente analizzati. Da questi, infine, arriverà il vincitore, o i vincitori – ESA non esclude di poter sostenere più progetti.

Leggi anche: La ricerca dell’università USA sui rifiuti spaziali per applicare l’economia circolare nell’atmosfera

Uno spazio sostenibile grazie alla metodologia LCA

Sapevate che quasi tre quarti delle emissioni prodotte dall’ESA arriva dai suoi progetti nello spazio? Nell’ambito dell’obiettivo principale indicato dalla Commissione europea – fare dell’Europa il primo continente a emissioni zero – anche l’Agenzia Spaziale Europea è dunque chiamata a fare la propria parte, ed ecco spiegato perché si intende agire sull’impatto ambientale delle missioni. Nell’ambito della sua “agenda verde”, d’altra parte, l’ESA ha fissato obiettivi impegnativi per la riduzione delle emissioni di gas serra: il 28% entro il 2030. Ciò richiede una valutazione sistematica e un approccio di progettazione ecocompatibile.

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È noto che la Commissione europea sta lavorando a una serie di regolamenti per i prodotti lanciati nello spazio, così come sta lavorando alla creazione di un’apposita “etichetta spaziale”. Un contesto di cui bisognerà tenere conto per coloro che vorranno partecipare al progetto EcoSTAR. L’ESA ha selezionato la valutazione del ciclo di vita (LCA) come la metodologia più appropriata per valutare e ridurre gli impatti ambientali dei sistemi spaziali, applicando già la metodologia LCA in alcune delle sue missioni risalenti a più di 10 anni fa. Inoltre l’Agenzia Spaziale Europea sta anche lavorando a un aggiornamento delle sue linee guida LCA per i sistemi spaziali che includeranno una metodologia per il processo semplificato di LCA e di progettazione ecocompatibile, con l’obiettivo di facilitarne l’uso da parte dell’industria spaziale.

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