[di Irene Fassini]
Un progetto interamente sostenibile nato dal basso che ridà vita a oggetti destinati alla discarica, creando integrazione, lavoro e rispetto per l’ambiente.
Sinossi
Un antico casolare del Comune di Catania ristrutturato e reso laboratorio di recupero e trasformazione. È FIERi – Fabbrica Interculturale Ecosostenibile del Riuso. Da leggere fièri, orgogliosi di un progetto partito dal basso. Ma anche fìeri, verbo latino che denota cambiamento.
FIERi è uno spazio nel quale i cittadini possono smaltire gli oggetti che non utilizzano più, sapendo che in quel luogo prenderanno nuova vita. È un progetto nato da un bando che ha messo in rete diverse realtà e ha dato vita a una cooperativa formata da quattro persone che hanno frequentato i laboratori di cucito e falegnameria a partire da oggetti di recupero. Sono parte di FIERi L., minore non accompagnato del Gambia e M., minore non accompagnato della Costa d’Avorio. Entrambi a Catania da dieci mesi, si occupano di sartoria coordinati da Fatna, 42enne del Marocco che vive a Catania da dieci anni con il marito e i quattro figli. Seku si occupa invece del laboratorio di falegnameria: ha 22 anni e viene da un villaggio vicino a Banjul in Gambia.
È un’opportunità di lavoro sia per i migranti sia per i giovani catanesi; lo spazio FIERi è aperto a tutti. Il patrimonio culturale di altri Paesi si unisce al sapere artigianale italiano.
FIERi è ancora in divenire: presto sarà una cooperativa. Il progetto vuole rispondere ai problemi di esclusione sociale, occupazione degli spazi e gestione dei rifiuti in città creando integrazione, lavoro e rispetto per l’ambiente e il territorio.
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