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domenica, Dicembre 15, 2024

Claudia Ricci, la “poderosa” che ha creato una rete solidale dopo l’alluvione in Romagna

A poco più di un anno dall'alluvione in Emilia Romagna, raccontiamo la storia Claudia Ricci e di tutti i volontari e le volontarie che si sono adoperate per rimettere in circolo oggetti e trovare soluzioni creative

Letizia Palmisano
Letizia Palmisanohttps://www.letiziapalmisano.it/
Giornalista ambientale 2.0, spazia dal giornalismo alla consulenza nella comunicazione social. Vincitrice nel 2018 ai Macchianera Internet Awards del Premio Speciale ENEL per l'impegno nella divulgazione dei temi legati all’economia circolare. Co-ideatrice, con Pressplay e Triboo-GreenStyle del premio Top Green Influencer. Co-fondatrice della FIMA, è nel comitato del Green Drop Award, premio collaterale della Mostra del cinema di Venezia. Moderatrice e speaker in molteplici eventi, svolge, inoltre, attività di formazione sulle materie legate al web 2.0 e sulla comunicazione ambientale.

Nel maggio del 2023, una serie di alluvioni devastanti ha colpito la Romagna provocando gravissimi danni ad intere comunità. In risposta a questa calamità, ad attivarsi non sono state solo istituzioni, aziende e associazioni ma anche tanti singoli cittadini. Tra le tante storie non può non essere celebrata quella di una donna Poderosa, Claudia Ricci, traduttrice ed interprete accreditata presso le istituzioni UE e referente per l’Italia di Calliope interpreters. Claudia è sempre stata una donna attiva nel mondo del volontariato e, ad esempio, ha aderito ai primi progetti locali di accoglienza di rifugiati. A seguito dell’alluvione, senza pensarci un attimo, si è buttata a capofitto per aiutare il proprio territorio e i suoi abitanti.

Origini di un’iniziativa solidale

claudia ricci
Claudia Ricci

Claudia per lavoro si trova spesso all’estero – solitamente a Bruxelles o Strasburgo – ma il 16 maggio 2023 lavorava nella propria regione. “Mentre lavoravo notavo con preoccupazione l’andamento del meteo. Quella stessa sera, la situazione si è aggravata rapidamente e molti quartieri di diverse cittadine romagnole vennero distrutti. La mia casa è stata miracolosamente risparmiata perché si trova sulla cima di una collinetta. Nel quartiere di San Rocco, dove sono cresciuta e dove vivono ancora molti miei amici, la situazione invece era disastrosa” ricorda Claudia. Nei giorni seguenti, non si è limitata ad osservare: nonostante problematiche fisiche che le impedivano di sollevare oggetti pesanti, ha trovato il modo di fornire il proprio contribuito. “Non potevo trasportare pesi a causa di un problema al tunnel carpale e al gomito, ma potevo ancora aiutare in altri modi”.

Il 18 maggio, mentre la città di Cesena iniziava a organizzarsi, Claudia ha preso una decisione: “Ho visto davanti a casa mia tante persone che indossavano tute e stivali per andare a fornire il proprio contributo ed ho deciso di unirmi a loro per fare quel che potevo“. Ha così iniziato a preparare thermos pieni di bevande calde da distribuire e ad aiutare gli altri volontari a svuotare e pulire le case, a partire da quella di un’amica.

Dalla necessità di un aiuto immediato alla rete di solidarietà

Guardandosi intorno nel quartiere San Rocco, Claudia ha capito che, utilizzando i social media, avrebbe potuto ampliare l’effetto delle sue azioni. “Ho iniziato a fare foto e video, pubblicandoli online. Avevo la percezione che molti dei miei colleghi a Bruxelles ed amici all’estero non si rendessero conto di quanto fosse grave la situazione, che pensassero che i danni fossero più contenuti e che gli allagamenti avessero interessato solo cantine e garage quando, invece, ad essere stati sommersi sono stati appartamenti interi”.

La risposta è stata sorprendentemente positiva e l’eco della notizia ha consentito di avviare una raccolta fondi, “pensando di aiutare solo le persone che conoscevamo” ci spiega Claudia. “Invece, la colletta è cresciuta oltre ogni aspettativa: iniziata la raccolta martedì, già venerdì avevamo la disponibilità dei fondi necessari a consentire alle persone di riacquistare una parte di ciò che avevano perso e a risolvere alcune situazioni di cui venivamo a conoscenza con il passaparola”, il tutto continuando a dare il proprio supporto come volontaria anche attraverso i gruppi spontanei nati su Telegram come SOS Cesena o SOS Romagna. Inizialmente il suo obiettivo era semplicemente aiutare le persone di Cesena, ma ben presto l’iniziativa ha guadagnato slancio, estendendosi ad altre località colpite da calamità naturali come frane e trombe d’aria.

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Una casa svuotata dal fango è una casa vuota

Il lavoro di Claudia e dei tanti volontari arrivati da ogni parte d’Italia (e non solo) non è certo stato semplice e, ancora oggi, vede davanti a sé tante sfide da affrontare. Le case, una volta svuotate dell’acqua e del fango, erano vuote – spesso ancora umide – e spettrali. Molti cittadini hanno dovuto ricominciare a vivere senza mobili o altri beni essenziali, con un vuoto che pesava non solo nelle case, ma anche nell’animo di chi aveva subìto la violenza dell’alluvione.

Vi era chi, impossibilitato a riacquistare quanto perso, inseriva in gruppi social locali richieste di beni essenziali come anche un semplice materasso. Al contempo, magari in altri gruppi, vi era chi pubblicava annunci per disfarsi dello stesso bene che non serviva più. Di qui la corsa di Claudia a cercare di mettere in contatto le persone, frugando tra i vari annunci social e cercando di far incontrare la domanda di chi aveva perso tutto (o quasi) con l’offerta di chi, invece, era disposto a donare provando a organizzare, laddove fosse necessario, anche servizi di consegna e staffetta, recuperando mezzi e volontari per provvedere al trasporto ed al montaggio dei mobili.

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Come nasce “il Borsino dell’Alluvione”

Claudia in quel periodo non era l’unica a provare a mettere in contatto necessità e disponibilità. Tra chi svolgeva la stessa attività volontaria vi era Antonella Marcori. Sua fu l’idea di aprire un gruppo specifico. Claudia si prese giusto il tempo del breve volo fino a Bruxelles per valutare l’idea e, pochi minuti dopo l’atterraggio, aprì la community, con Antonella e lei come amministratrici. Il Borsino dell’Alluvione inizialmente aveva lo scopo di far sì che le persone si auto-organizzassero, che pubblicassero richieste ed offerte ma che gestissero in proprio anche la modalità di consegna. Tuttavia quello che doveva essere uno strumento dedicato alla piccola comunità locale di Cesena ha visto via via ampliare il proprio raggio d’azione.

“L’obiettivo iniziale era facilitare il contatto diretto tra chi offriva aiuti e chi ne aveva bisogno“. Di fronte all’evidenza che le persone non avessero spesso modo da sole di andare e prendere (e magari rimontare) i mobili, il volontariato è andato ha finito per affrontare nuove esigenze. “La rete ha permesso di mobilitare persone da tutta Italia. Tante persone, per mesi, hanno dedicato il proprio tempo libero alle consegne e in molti hanno usato i propri mezzi (o li hanno noleggiati a proprie spese), pagando di tasca propria anche il pedaggio autostradale e il carburante ed hanno messo a disposizione spazi e competenze”.

Il lavoro di coordinamento non è stato semplice perché, come spiega Claudia, “ci sono stati giorni in cui stavo 15 ore dietro al Borsino perché ogni situazione era diversa e richiedeva un intervento specifico, ma anche per moderare gli animi dei partecipanti, spiegare i principi che animano la community e far prevalere sempre il cercare di portare aiuto al prossimo”.

Dai mobili ai beni di prima necessità

Se la prima problematica da risolvere era quella di riarredare le case colpite dall’alluvione, man mano dal gruppo sono arrivate diverse forme di sostegno, anche per beni di prima necessità o oggetti di uso quotidiano.

“Se in questo modo si riesce ad evitare che una persona butti oggetti dei quale comunque si disferebbe e, dall’altro, si assicura un risparmio a chi deve ancora affrontare tante spese per sistemare la casa o per pagare il mutuo dell’abitazione nella quale non può rientrare e l’affitto di quella dove momentaneamente vive, si sta comunque aiutando chi è stato colpito dall’evento calamitoso” chiarisce Claudia spiegando anche l’evoluzione della comunità 2.0.

comodino alluvione rete solidaleCosì, anche se datati (purché in buono stato) hanno trovato una seconda casa diversi oggetti che normalmente sarebbero stati scartati e che, invece, sono stati recuperati e riutilizzati, dimostrando l’efficacia di una gestione attenta delle risorse in scenari di crisi. “Comodini e armadi di ottimo legno ma esteticamente rovinati sono stati in alcuni casi oggetto di un cambio di look grazie a chi li ha ritinteggiati o addirittura riparati”.

Un altro problema molto frequente – ci ha spiegato Claudia Ricci – era legato al fatto che molte persone sono rientrate in appartamenti le cui pareti erano ancora impregnate di umidità. Poter utilizzare momentaneamente mobili che sarebbero comunque stati buttati ha permesso agli occupanti di queste abitazioni di avere un arredo utile, senza dover acquistare mobili nuovi visto che, comunque, finché le pareti non si fossero asciugate (e ci sarebbero voluti mesi!), ogni elemento d’arredo sarebbe stato destinato a marcire e non durare a lungo.

Poderosa fino in fondo

A distanza di un anno il Borsino continua ad essere di aiuto e non solo nelle aree colpite dalle alluvioni di maggio 2023. Oggi si offre supporto in quei luoghi colpiti da calamità quali terremoti, frane e alluvioni restituendo la solidarietà a territori dai quali provengono molti volontari accorsi nel 2023 in Romagna. Il Borsino e l’impegno di Claudia hanno dimostrato come, anche in assenza di risorse finanziarie significative, l’impegno e la creatività possano fare la differenza nella vita delle persone colpite da disastri. La sua iniziativa non solo ha portato sollievo materiale a chi ne aveva bisogno, ma ha anche rafforzato lo spirito di comunità, provando che, anche nelle circostanze più difficili, l’umanità può trovare modi per superare insieme le avversità. Nonostante la stanchezza e le difficoltà, la sua risposta alla domanda “lo rifaresti?” è stata un risoluto “sì” perché persone come Claudia Ricci poderose lo sono nell’animo e nel cuore, fino in fondo.

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