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domenica, Dicembre 15, 2024

Se oltre che per la pandemia i giovani soffrono di “ansia climatica”

Secondo uno studio anticipato su Lancet, quasi sei ragazzi su 10 sono “molto o estremamente preoccupati” per il cambiamento climatico: "Il futuro è spaventoso", affermano. E per questo si sentono abbandonati dai governi e dagli adulti. In un altro sondaggio del British Council le ragazze e i ragazzi si sentono messi da parte da chi decide del loro avvenire

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Redazione EconomiaCircolare.com

Possiamo forse considerarla una delle malattie del nuovo millennio. Mentre cerchiamo faticosamente di lasciarci alle spalle la pandemia, un altro malanno, diversamente subdolo, colpisce le nuove generazioni. Più della metà dei giovani lamenta quella che gli scienziati hanno definito “ansia climatica.Ansia climatica per 6 giovani su 10Sei giovani su 10 tra 16 e 25 anni (il 59% per l’esattezza) sono “molto o estremamente” preoccupati per il cambiamento climatico, mentre l’84% è almeno “moderatamente preoccupato”. Lo afferma quello che il Guardian ha definito “il più ampio studio scientifico mai pubblicato [la scorsa settimana, ndr] sull’ansia climatica e i giovani”.

Ansia climatica per 6 giovani su 10

10.000 le ragazze e i ragazzi intervistati in dieci Paesi, grazie al supporto economico di Avaaz: Australia, Brasile, Finlandia, Francia, India, Nigeria, Filippine, Portogallo, Regno Unito e Stati Uniti. Sono stati raccolti dati sui loro pensieri e sentimenti sul cambiamento climatico e sulla risposta del governo, spiegano i ricercatori.

Oltre il 50% dei ragazzi si sente triste, ansioso, arrabbiato, impotente e colpevole. Oltre il 45% ha affermato che i propri sentimenti sui cambiamenti climatici hanno influito negativamente sulla loro vita quotidiana. Quattro giovani su 10 addirittura affermano di esitare ad avere figli a causa della crisi climatica. Tre quarti hanno concordato con l’affermazione “il futuro è spaventoso” e più della metà ha ritenuto che a causa del global warming avrebbero avuto meno opportunità rispetto ai loro genitori.

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Insicurezza, tradimento, abbandono

Quest’ansia e disagio legati al clima, spiegano ancora i ricercatori, sono “significativamente correlati alla percepita risposta inadeguata del governo e ai sentimenti di tradimento associati”. Gli intervistati hanno infatti valutato negativamente le iniziative delle amministrazioni per arginare il cambiamento climatico. E più che rassicurati si sentono traditi. Non certo un buon viatico verso la Youth4Climate di Milano (28-30 settembre).

La lettura che i ricercatori danno di questi dati non è rassicurante. “Il cambiamento climatico e le risposte governative inadeguate sono associate all’ansia e al disagio climatico in molti bambini e giovani in tutto il mondo”, raccontano. Questi fattori di stress psicologico “minacciano la salute e il benessere” dei ragazzi, sempre più vulnerabili “all’aumento dell’ansia climatica”. Studi qualitativi analizzati nella ricerca “mostrano che l’ansia climatica è associata a percezioni di azioni inadeguate da parte di adulti e governi, sentimenti di tradimento, abbandono e danno morale”.

“Esclusi dalle decisioni sul nostro futuro”

La preoccupazione e il sentimento di tradimento travano conferma in un altro rapporto pubblicato questa settimana dal British Council (Global Youth Letter Report) che ha sondato le opinioni di più di 8.000 giovani fra i 18 e i 35 anni in ben 23 Paesi, tra cui Brasile, Kenya, India, Regno Unito e anche Italia. Obiettivo del report – che è parte integrante del più ampio programma Climate Connection del British Council – è raccogliere il punto di vista dei giovani su come affrontare le sfide connesse al cambiamento climatico.

Secondo la ricerca, il 75% dei giovani ha le competenze per gestire le problematiche legate al clima, eppure il 69% non è mai stato coinvolto in azioni di contrasto al cambiamento climatico. “Il nostro report rivela il potenziale dei giovani di tutto il mondo nel contribuire all’azione per contrastare il cambiamento climatico” afferma Kate Ewart-Biggs, Chief Executive del British Council. C’è anche un tema di informazione oltre che di coinvolgimento: “Solo il 36,8% delle donne e il 33,06% dei maschi ha familiarità con la COP26. E anche chi ha familiarità con COP26 non sente di avere l’opportunità per partecipare attivamente”.

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