Un risparmio di 3 miliardi di euro nella fattura energetica nazionale del 2022 grazie agli interventi di efficienza energetica. Lo ha stimato ENEA (nel 12° Rapporto annuale sull’efficienza energetica) in relazione alle minori importazioni di petrolio e gas per poco più di 2,5 milioni di tonnellate equivalenti petrolio (Mtep) sui circa 120 milioni dei consumi totali. Un risparmio che equivale a una riduzione delle emissioni di CO₂ di circa 6,5 milioni di tonnellate. Un risultato, sottolinea Enea, “che avvicina sostanzialmente l’Italia agli obiettivi della nuova Direttiva sull’Efficienza energetica”. Ricordiamo anche che l’efficienza energetica è entrata negli accordi dell’ultima conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Cop28 di Dubai), con l’obiettivo di “raddoppiare il ritmo di miglioramento dell’efficienza energetica entro il 2030” (dall’attuale 2% al 4%).
Ai positivi risultati rispetto agli obiettivi UE, si legge nel report, hanno contribuito le detrazioni fiscali (Ecobonus, Bonus Casa e Superbonus) con un risparmio di 1,363 Mtep (54,3% rispetto ai nuovi risparmi 2022), pari al 98,1% del risparmio atteso secondo le traiettorie fissate dal PNIEC per il 2023. A seguire gli incentivi per la mobilità sostenibile con 0,423 Mtep (16,8%) e i Certificati Bianchi (titoli negoziabili che certificano il conseguimento di risparmi negli usi finali di energia attraverso interventi e progetti di incremento dell’efficienza energetica) che hanno coperto il 12,6% del risparmio totale annuo.
“Il risparmio record stimato in 3 miliardi di euro risente ovviamente anche della forte impennata dei prezzi dell’energia, ma allo stesso tempo è il segnale dell’importanza che l’efficienza energetica va assumendo nel nostro Paese”. ha spiegato Ilaria Bertini, direttrice del Dipartimento ENEA di Efficienza energetica. “Il raggiungimento degli obiettivi presenti nella nuova Direttiva Europea, caratterizzata dal principio dell’efficienza energetica al primo posto, passa anche per il coinvolgimento attivo di cittadini, imprese e professionisti”, ha aggiunto.
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Piano Nazionale Integrato Energia e Clima
Nel luglio scorso il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase) ha formalmente inviato alla Commissione europea la proposta di aggiornamento del PNIEC, Piano Nazionale Integrato Energia e Clima.
Il PNIEC italiano fissa gli obiettivi nazionali al 2030 su efficienza energetica, fonti rinnovabili e riduzione delle emissioni di CO2, come anche quelli in tema di sicurezza energetica, interconnessioni, mercato unico dell’energia e competitività, sviluppo e mobilità sostenibile. “Il tragitto indicato dal PNIEC permette al 2030 di raggiungere quasi tutti i target comunitari su ambiente e clima, superando in alcuni casi gli obiettivi prefissi”, spiega ENEA.
La proposta di Piano, ora al vaglio degli organismi comunitari, sarà oggetto nei prossimi mesi di confronto con il Parlamento e le Regioni, oltre che del procedimento di Valutazione Ambientale Strategica. L’ approvazione del testo definitivo dovrà concludersi entro giugno 2024.
“Riguardo alla dimensione dell’efficienza energetica – spiega ENEA – il MASE punta ad un consolidamento delle misure già in essere, integrandole con un pacchetto di nuove misure che interessano principalmente il settore dei servizi e dei trasporti”.
Con l’aggiornamento del PNIEC sono stati riformulati gli obiettivi di risparmio energetico con cui l’Italia contribuirà agli sforzi comunitari per la decarbonizzazione. Il piano, commenta ENEA, “concilia la necessità di attuare uno sforzo addizionale, per rispondere al rilancio sui target di risparmio energetico che ha ispirato la strategia del Fit for 55, tradotta poi dalla Direttiva 2023/1791 (EED 3), con la definizione di un percorso realistico per il raggiungimento”.
Con riferimento all’evoluzione dei progressi tracciata nel 2019, “non si osservano significative deviazioni fino al 2025”, anno in cui è previsto un risparmio addizionale rispetto al precedente PNIEC di circa 1,7 Mtep. Successivamente, l’implementazione delle politiche programmate dovrebbe condurre ad un risparmio incrementale crescente, che nel 2030 raggiunge i 22,4 Mtep. Complessivamente, il PNIEC 2023 stima una riduzione cumulata dei consumi energetici finali pari a 73,4 Mtep, con un incremento del +44% rispetto al traguardo fissato nel PNIEC 2019, sintetizza ENEA. L’effetto delle politiche vigenti e l’impatto delle politiche previste dovrebbero condurre ad un livello dei consumi finali di circa 100 Mtep al 2030.
Gli obiettivi europei
Come ricorda il presidente di ENEA, Gilberto Dialuce, “La Direttiva sull’Efficienza Energetica (EED 3) ha introdotto obiettivi vincolanti per la riduzione entro il 2030 del consumo energetico finale dell’UE dell’11,7% rispetto al 2020”.
Le tappe di avvicinamento al target del 2030 dovranno essere allineate con le quote di nuovi risparmi fissate dalla EED 3 (art. 8):
- Dal 1° gennaio 2021 al 31 dicembre 2023: 0,8% del consumo annuo medio di energia finale realizzato nel triennio precedente il 1° gennaio 2019;
- Dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2025: 1,3% del consumo annuo medio di energia finale realizzato nel triennio precedente il 1° gennaio 2019;
- Dal 1° gennaio 2026 al 31 dicembre 2027: 1,5% del consumo annuo medio di energia finale realizzato nel triennio precedente il 1° gennaio 2019;
- Dal 1° gennaio 2028 al 31 dicembre 2030: 1,9% del consumo annuo medio di energia finale realizzato nel triennio precedente il 1° gennaio 2019.
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Il bilancio delle detrazioni fiscali
Sul fronte dell’Ecobonus, il meccanismo per incentivare l’efficienza energetica negli usi finali introdotto nel 2007, i report ENEA evidenziano nel 2022 una riduzione degli interventi a poco meno di 940.700 contro gli 1,04 milioni del 2021, un valore comunque doppio rispetto a quello medio del periodo 2017-2019. Gli investimenti associati corrispondono a un risparmio complessivo di 2.136 GWh/anno, in calo rispetto ai 2.652 GWh/anno del 2021.
La maggior parte degli interventi riguarda l’installazione di impianti di climatizzazione più efficienti (3,08 miliardi di euro, 64,7% degli interventi) e la sostituzione dei serramenti (2,38 miliardi di euro, 20,6% degli interventi). Circa 605 milioni sono inoltre stati investiti per l’isolamento termico dell’edificio, 482 milioni per le schermature solari e circa 124 milioni per la riqualificazione globale degli immobili.
Dal 2007, anno di avvio della misura, il numero di interventi incentivati dall’ecobonus si aggira intorno a 6,4 milioni, con un risparmio complessivo di quasi 25 mila GWh/anno, derivanti soprattutto da interventi parziali su singole unità immobiliari e poco meno di 60 miliardi di euro di investimenti attivati.
Il Bonus Casa nel 2022 ha registrato 508 mila interventi con un calo del 42,36% rispetto al 2021; in termini di risparmio energetico il decremento risulta inferiore (-10%), passando da 925.033 MWh/anno del 2021 ai 833.294 MWh del 2022, “tendenza – sottolinea ENEA – che indica un miglioramento qualitativo degli interventi sugli impianti”.
Sul fronte Superbonus i dati ENEA evidenziano che al dicembre 2022 il numero totale di progetti è stato pari a 352.101, con 60,76 miliardi di euro di investimenti ammessi a finanziamento, di cui 45,2 miliardi per lavori già conclusi, e un risparmio complessivo pari a 9.050,04 GWh/anno.
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I consumi
Il documento Enea offre anche una dettagliata panoramica dei consumi (relativi al 2021).
Nel 2021 i consumi finali di energia sono stati pari a 119,1 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti di petrolio), in crescita del 8,4% rispetto al 2020 ma sui livelli del 2019 (-0,9%), in ripresa dopo le limitazioni alle attività economiche per la gestione della pandemia di COVID-19 nel 2020. In particolare, il settore trasporti ha registrato una crescita superiore al 20%, settore maggiormente influenzato dalla pandemia a causa del blocco degli spostamenti. Il settore civile assorbe oltre il 40% dei consumi finali di energia: la sua quota di consumo è aumentata di oltre 10 punti percentuali nel periodo 1990-2021, sottratti principalmente all’industria mentre il settore trasporti ha mantenuto a sua quota percentuale intorno al 30%: nel 2021 il settore civile ha assorbito il 41,6% dei consumi finali, il settore trasporti il 29,6% e l’industria il 21,2%.
I consumi finali di energia in Italia nel 2021 confermano l’andamento tendenzialmente decrescente osservato a partire dal 2005. In particolare, nel periodo 2005-2021 l’industria ha ridotto i consumi energetici del 32,1% (-2,4% medio annuo), il settore trasporti ha registrato un calo dei consumi di energia del 15,7% (-1,1% medio annuo). Il settore civile è l’unico settore che nel periodo 1990-2021 ha avuto un incremento dei consumi di energia nonostante alcuni anni di flessione: +44,6% nel periodo 1990-2021 (+1,2% medio annuo), con una crescita importante fino al 2005 (+2,4% medio annuo) per poi attestarsi sui 50 Mtep annui.
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