L’efficienza energetica rappresenta un pilastro fondamentale della strategia di transizione ecologica finalizzata a ridurre sensibilmente le emissioni climalteranti e, al contempo, a perseguire vantaggi economici grazie alla riduzione dei costi.
Anche se da anni, in tutta Europa, vengono adottate politiche ed incentivi in questa direzione non tutti, però, riescono ad avere le risorse e competenze necessarie per correre questa corsa contro il tempo. In particolar modo gli enti del terzo settore – ambito che ricomprende organizzazioni non profit, associazioni, fondazioni e cooperative sociali – spesso operano con risorse limitate e devono affrontare continue carenze finanziarie. Per dare supporto a tali realtà e permettere loro di diventare attrici del cambiamento green nasce, nel 2014, “Fratello Sole” un’impresa peculiare nel suo genere (si trovano pochi esempi simili in Europa) di tipo ibrido che persegue gli obiettivi tipici delle realtà no profit, adottando strutture e competenze proprie degli enti a scopo di lucro. Parlando con Cristina Pizzorno, abbiamo approfondito difficoltà e potenzialità di questa realtà.
Perché la transizione ecologica ed energetica è una vera sfida per gli enti del terzo settore
La transizione energetica è in corso e sebbene esistano diversi strumenti – anche economici – adottati da enti pubblici e privati per incentivarne l’accelerazione, non si può negare che alcune categorie di soggetti abbiano difficoltà nel reperire e sfruttare tutte le risorse necessarie al compimento delle opere di riqualificazione. Tra le realtà che hanno registrato maggiori problemi in questi anni si annoverano proprio gli enti del terzo settore.
Come sottolineato da Cristina Pizzorno, in molti casi “l’efficientamento energetico potrebbe essere considerato una priorità secondaria rispetto ad altre attività o progetti che richiedono attenzione immediata”.
I motivi sono molteplici.
Sicuramente incidono le risorse finanziarie limitate: la possibilità di effettuare investimenti i cui risultati si manifestano nel lungo periodo si scontra con la necessità di soddisfare le urgenze del quotidiano. Incide poi la complessità normativa: il settore dell’efficientamento energetico è soggetto a regolamentazioni complesse e in continua evoluzione. Per accedere a bandi, finanziamenti pubblici o incentivi fiscali agli enti del terzo settore – al cui interno operano spesso piccole realtà – spesso viene richiesto il possesso di una lunga serie di requisiti e/o il rispetto di stringenti procedure burocratiche.
Non bisogna infine trascurare un aspetto fondamentale: la complessità tecnica. L’efficientamento energetico coinvolge una serie di aspetti tecnici come la diagnosi energetica dell’edificio, l’identificazione delle opportunità di risparmio energetico, la scelta delle tecnologie appropriate e la gestione dei progetti. A partire dalla fase di progettazione è spesso necessario l’impiego di consulenti esterni o di partner specializzati e ciò comporta costi aggiuntivi e una maggiore complessità nella gestione dei progetti. In molti casi si riscontra una scarsa consapevolezza e competenza sugli aspetti ambientali ed energetici che non consente agli enti di valutare le opzioni disponibili, identificare le soluzioni più adatte alle proprie esigenze e perseguire con successo progetti di efficientamento energetico.
Superare queste sfide richiede un’attenta pianificazione, la ricerca di opportunità di finanziamento e collaborazioni strategiche con esperti del settore e qui entra in gioco il lavoro di Fratello Sole.
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Laudato Si’ e lotta alla povertà energetica
Tra i soggetti che lavorano per far sì che la transizione ecologica trovi applicazione anche nei confini operativi del terzo settore c’è anche Fratello Sole, impresa sociale nata nel 2014 per iniziativa di quattro soci fondatori provenienti da differenti esperienze personali e professionali nell’ambito sociale, ambientale e religioso.
Il contesto nel quale opera è quello delineato dall’enciclica Laudato Sì (pubblicata nel 2015) con un particolare focus sulla lotta alla povertà energetica riferita alle “strutture” ovverosia alle “comunità”. Nel corso della propria attività, la compagine sociale è andata numericamente crescendo grazie all’adesione al progetto da parte di diverse organizzazioni (a breve saranno 15) che comprendono, tra gli altri, enti religiosi (come la diocesi di Reggio Emilia), cooperative sociali, alcune Caritas ed una ASeS.
“Nel mondo del sociale – spiega Pizzorno – vi è una grande preparazione per tutto ciò che riguarda direttamente il terzo settore ma – sebbene spesso siano tra loro correlati – gli aspetti ambientali possono venire trascurati, non perché manchi la sensibilità verso tali temi, ma per le difficoltà oggettive che spesso si affrontano e che portano ad azioni di solito di breve periodo e volte a risolvere i problemi contingenti”. Così, anche laddove un intervento potrebbe essere ammortizzato nel medio o lungo periodo e portare altri benefici in termini di maggiore comfort o migliore fruibilità delle strutture (con evidenti vantaggi sociali), un ente medio-piccolo che si trovi ad affrontare tutto ciò da solo, solitamente, rimanda l’intervento in attesa di tempi migliori. Per capire, però, quanto sia importante intervenire anche nel terzo settore, Pizzorno ci ricorda che, secondo le stime ENEA, il numero di immobili gestiti dalle realtà che operano in tale ambito – dalle piccole case famiglia, alle residenze per anziani fino ai grandi monasteri – sono stimabili tra le 200 mila e le 400 unità.
Sostegno finanziario ma non solo
Ad essere assistiti da Fratello Sole sono innanzitutto i soci e le realtà che ad essi afferiscono. Se, ad esempio, nella compagine sociale è ricompresa una diocesi, tutte le strutture ad essa correlate (come una parrocchia) possono beneficiare dei servizi offerti.
Il processo non è breve – ci viene subito specificato – perché bisogna innanzitutto individuare la situazione iniziale, quali possono essere gli obiettivi da perseguire, i mezzi necessari per raggiungere lo scopo fissato e, nel mezzo, i tanti piccoli o grandi step da percorrere. Tra gli ostacoli da superare c’è da tener conto dei continui aggiornamenti normativi che richiedono un continuo studio. “Il primo grande supporto che offriamo è quello tecnico, Fratello Sole diviene un trade union tra queste realtà e tutto ciò che serve per portare a termine un progetto di riqualificazione. A volte si parte proprio dall’A,B,C. Non è insolito avere difficoltà a reperire le bollette – perché magari finiscono su una e-mail che non viene controllata spesso – o ci troviamo di fronte persone che non sanno nulla di cosa sia un bilancio, fondamentale quando va attivata una linea di credito”.
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Esempi di risultato
Impegni, sforzi e competenze riescono, spesso, a portare a casa il risultato che non è solo ambientale ed economico, ma anche sociale. Ci spiega Pizzorno che nei progetti del terzo settore si potrebbero (anzi dovrebbero) introdurre criteri di premialità economica legati al perseguimento di benefici e vantaggi non quantificabili in termini strettamente monetari. Un esempio recente è quello di una chiesa lombarda che aveva degli spazi inutilizzati perché troppo freddi d’inverno e troppo caldi d’estate: il loro recupero ha consentito di ottenere un luogo di aggregazione non solo per le attività parrocchiali ma anche per le riunioni dei condomini adiacenti. “Già, ma i costi chi li copre?”: quante volte avrete sentito porre questa domanda? In questo caso si è trattato di un investimento da 1,4 milioni di cui il 10% è stato sostenuto direttamente dalla parrocchia grazie ad una raccolta fondi.
Ecco i numeri nello specifico:
Investimento totale: 1,429 mil €
Bonus fiscali: 594 mila €
Contributo da due fondazioni più una sovvenzione regionale : 475 mila €
Risorse da bando pubblico locale: 212 mila €
Residuo (in carico all’ente): 148 mila €
Questo è un caso particolarmente virtuoso che dimostra come, sfruttando i fondi dei vari bonus, si possano ottenere le somme residue coinvolgendo fondazioni, enti pubblici ma anche i cittadini del territorio. Risultati del genere, però, richiedono competenze che difficilmente si possono trovare all’interno dei singoli enti. Con il supporto esterno, invece, si riesce a dimostrare che davvero l’unione può fare la forza.
Oltre l’efficienza energetica. L’impegno per la transizione ecologica
Quella della sostenibilità è una strada da percorrere in diverse tappe e, dopo la prima, viene voglia di percorrere le successive. Ci spiega Pizzorno che le realtà che hanno iniziato a realizzare progetti di efficientamento energetico, hanno poi proseguito il cammino cercando di ridurre il proprio impatto ambientale anche per ragioni esclusivamente etiche e di tutela ambientale, senza puntare a significativi risparmi economici. Un esempio in tal senso è rappresentato dai progetti legati al risparmio idrico. Vi è poi chi, in un’ottica circolare, cerca di capire come valorizzare ciò che, fino a ieri, era uno scarto come accade nella Diocesi di Reggio Emilia ove si sta lavorando per sfruttare le risorse dei boschi dei quali hanno la gestione ottenendone anche biomasse.
Tra le attività promosse, presso Cascina Cuccagna a Milano, vi è poi lo sportello di supporto per le situazioni di povertà energetica ma anche, a Torino, il progetto di architetti senza frontiere che, tra le varie attività, lavorano anche per la promozione dei biomateriali.
All’interno di Fratello Sole sta poi nascendo una nuova società specializzata nel fornire supporto alle comunità energetiche che, ad oggi, sta portando avanti dieci progetti.
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Un cantiere sociale
Negli ultimi anni Fratello Sole è riuscito a far partire e completare molti progetti e i risultati ottenuti sono stati positivi non solo in termini ecologici. “Per ogni intervento accanto al cantiere edile e di riqualificazione energetica prevediamo anche l’apertura di quello che chiamiamo il ‘cantiere sociale’” racconta Pizzorno.
Gli interventi, nella visione di Fratello Sole, devono ‘lasciare un segno’ anche facendo crescere una comunità sostenibile dentro e attorno alla struttura efficientata A questo serve il ‘cantiere sociale’, a coinvolgere attivamente le persone.
Concretamente si realizza in attività di informazione e di comunicazione e in laboratori di educazione ambientale per chi vive e abita gli edifici: gli operatori sociali, i soggetti fragili, i giovani, gli anziani, i migranti fino ai frequentatori esterni e alle comunità attorno.
In taluni casi anche le stesse imprese che realizzano i lavori vengono sensibilizzate soprattutto quando si trovano ad operare in contesti nei quali vivono persone vulnerabili (immaginiamo una struttura che ospita ex tossicodipendenti, le case di riposo con anziani o case famiglia in cui vivono i bambini) ed è quindi richiesta un’attenzione speciale.
Tutto ciò dimostra come ogni intervento può donare benefici (o, al contrario, comportare esternalità negative) anche alla società e ai luoghi ove esso viene realizzato.
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