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venerdì, Novembre 15, 2024

La battaglia per il diritto alla riparazione di Rich Benoit, il “dottor Frankenstein delle auto Tesla”

Davide contro Golia ai tempi dell'economia circolare: potrebbe sintetizzarsi così la storia di Rich Benoit, lo statunitense che da tempo promuove la riparazione fai-da-te delle celebri auto Tesla. Oggi ha un canale YouTube con oltre un milione di iscritti sul quale documenta le sue avventure di meccanico autodidatta

Maurita Cardone
Maurita Cardone
Giornalista freelance, pr e organizzatrice culturale, ha lavorato per diverse testate tra cui Il Tempo, Il Sole 24 Ore, La Nuova Ecologia. Abruzzese trapiantata a New York dove è stata vicedirettore di una testata italiana online, attualmente è corrispondente dagli USA per Artribune oltre a collaborare con diversi media italiani e non. Si occupa di temi sociali e culturali con particolare attenzione alle intersezioni tra arte e attivismo.

Si definisce il “dottor Frankenstein delle automobili Tesla” ma la sua storia somiglia più a quella di Davide contro Golia. Fino al 2016 Rich Benoit non si considerava un esperto di auto. Da sempre appassionato di riparazioni in genere, in passato si era divertito a rimettere a posto una vecchia Chevrolet, ma niente di più. Oggi ha un canale YouTube con oltre un milione di iscritti sul quale documenta le sue avventure di meccanico autodidatta. La sua passione sono le Tesla e scoprirne tutti i segreti nonostante i tentativi dell’azienda di tenerli tali, è la sua missione.

Il prezzo dell’amore per Tesla

L’amore per questi veicoli elettrici scocca quando un amico gli fa provare una Model S e, al primo colpo di pedale, Benoit decide che deve averne una. Il prezzo, tuttavia, è esorbitante.  “Circa 100.000 dollari per un modello nuovo, e 70 per uno usato – racconta Benoit in uno dei video in cui riepiloga la sua esperienza con la prima riparazione di una Tesla – molto di più di quanto non fossi disposto a spendere per una macchina che guido per quattro miglia fino alla stazione del treno”. Così Benoit si mette alla ricerca di una Tesla usata da sistemare, finché non ne trova una danneggiata da un allagamento che compra per 14.000 dollari. La battezza Dolores e nei successivi sei mesi si dedica a smontarla pezzo per pezzo finché, dopo circa 500 ore di lavoro nel garage di casa, riesce a rimetterla in strada.

Nel corso del processo, Benoit si accorge che Tesla fa di tutto per scoraggiare i proprietari delle sue auto da tentativi di riparazione fai da te. “Non puoi entrare in un negozio e chiedere pezzi di ricambio perché non puoi comprare pezzi dalla Tesla per un veicolo di recupero. Non vogliono che la gente si improvvisi a fare riparazioni sulle loro auto, solo le officine certificate possono farlo”, spiega ancora Benoit nel video. Tesla è famosa per non condividere con i propri clienti nessuna informazione che possa aiutare il proprietario di una delle sue auto a risolvere piccoli e grandi problemi di funzionamento. L’intero sistema è chiuso e i dati che vengono continuamente comunicati da ogni veicolo all’azienda non sono disponibili al proprietario del veicolo stesso.

La spiegazione ufficiale è che il sistema è molto complesso e che interventi non autorizzati potrebbero creare fattori di rischio. La segretezza di Tesla, tuttavia, non è servita a scoraggiare Benoit che, con tanto lavoro e perseveranza, è riuscito a rimettere in sesto Dolores e, nel farlo, si è scoperto un ottimo raccontatore di storie ed è diventato una celebrità di YouTube. Negli anni, Rich Repair ha creato anche un gruppo Facebook per la vendita di pezzi di ricambio per Tesla, più di recente, ha aperto un’officina indipendente specializzata in veicoli elettrici e, di fatto, Benoit è personalmente responsabile per aver creato un mercato di pezzi di ricambio Tesla e la possibilità di allungare la vita di automobili che altrimenti sarebbero molto probabilmente state condannate allo sfasciacarrozze.

La celebrità viene riparando

Il suo stile leggero e scanzonato, il senso dell’umorismo e l’autoironia, il suo approccio da autodidatta e un certo grado di improvvisazione, hanno fatto di Benoit, noto anche come Rich Repairs, una star di Internet e un punto di riferimento per una comunità di appassionati di automobili e riparazioni fai da te. Tra i suoi followers, l’amore per carrozzerie fiammanti e motori potenti è sicuramente più diffuso dell’amore per l’ambiente, ma, inevitabilmente, Benoit è diventato portavoce di una battaglia fondamentale per un futuro basato sulla circolarità, quella per il diritto alla riparazione.

Cittadino dello stato del Massachusetts, lo youtuber ha contribuito alla mobilitazione che, alle elezioni di novembre, ha portato all’approvazione in quello stato di una nuova legge che obbliga i produttori di veicoli equipaggiati con sistemi telematici a rendere le proprie piattaforme standardizzate e aperte, accessibili ai proprietari e a qualsiasi officina. “Voglio assicurarmi che la prossima generazione di meccanici che riparano [veicoli elettrici] possa aprire una porta aperta – ha commentato Benoit a Vice – Voglio assicurarmi che diventi sempre più facile“.

Non sorprende che Tesla non veda di buon occhio Benoit e i suoi video. L’azienda ha provato più volte a scoraggiare i suoi tentativi creandogli una serie di impedimenti e invitandolo invece a comprare un veicolo nuovo. La legge del Massachusetts, tuttavia, è un primo importante segnale nella direzione della tutela dei diritti del consumatore e contro i monopoli delle aziende produttrici. Molti paesi, compresa l’Europa, stanno ora creando legislazioni simili. Secondo stime dell’istituto di ricerca Wood Mackenzie, entro il 2050 ci saranno 700 milioni di veicoli elettrici nel mondo.

Una buona notizia per l’ambiente, ma solo se quei veicoli non rischiano di fare la fine dei milioni di telefoni cellulari che ogni anno vengono buttati perché impossibili da riparare. Affinché il passaggio all’elettrico sia un successo è indispensabile che le aziende aprano i propri sistemi e consentano ai consumatori e alle officine indipendenti di mettere le mani su quei veicoli. Rich Benoit  ce la sta mettendo tutta perché questo diventi la norma.

© Riproduzione riservata

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