[di Andrea Marini su IlSole24ORE.com del 05.12.2017]
Produrre tessuti dagli scarti della lavorazione delle arance. Realizzare una centrale a biogas dai propri residui di produzione agroalimentare. O, ancora, ricavare carta dalle alghe infestanti che mettono a rischio l’ecosistema della Laguna veneta. Sono solo alcune delle cento storie di impresa virtuose che fanno parte del primo Atlante Italiano dell’Economia Circolare (www.economiacircolare.com), presentato oggi a Roma
L’atlante dell’economia circolare
L’atlante raccoglie esperienze basate sul riutilizzo, sulla riduzione degli sprechi, sulla diminuzione dei rifiuti, sulla reimmissione nel ciclo produttivo di materie prime recuperate (seconde). Il progetto è promosso da Ecodom, il principale Consorzio italiano per il recupero dei RAEE (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche) e da CDCA, il primo Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali in Italia.
Lombardia al primo posto
Tra le esperienze mappate la Lombardia è al primo posto con il 21% del totale, seguita da Lazio (15%), Toscana (12%), Emilia Romagna (7%) e Veneto (7%). Via via troviamo nell’ordine Liguria, Trentino Alto-Adige (4%), Puglia, Piemonte, Marche e Basilicata con il 3%. La provincia di Roma è in testa alla classifica con 15 esempi virtuosi, seconda Milano con 12.
Dai vuoti a rendere al recupero pneumatici
Le esperienze appartengono ai settori più diversi: il 18% sono aziende che si occupano di servizi per il recupero dei rifiuti, come Bimora che ha realizzato la macchina dei vuoti a rendere per la raccolta differenziata, Junker, un’app per smartphone che riconosce il rifiuto e indica in quali bidoni va gettato, Tyrebirth che ricicla in soli 30 minuti gli pneumatici fuori uso attraverso l’utilizzo delle microonde. Altro caso quello della Favini, nata nel 1736, una cartiera storica impegnata nella ricerca di materie prime alternative alla cellulosa di albero. Nel catalogo spicca per esempio Shiro Alga Carta, ricavata dalle alghe infestanti che mettono a rischio il fragile ecosistema della Laguna di Venezia.
Dall’abbigliamento all’arredo
Il 15% delle imprese segnalate nell’Atlante realizza prodotti di abbigliamento e accessori, come Carmina Campus che ha trasformato i fondi di lattine in una linea di design per creare bracciali, anelli, orecchini e collane. Orange Fiber, invece, è una giovanissima azienda che ha brevettato e realizza tessuti ecosostenibili di alta qualità a partire dagli scarti della lavorazione delle arance, tra le colture più diffuse sul territorio siciliano. Il 14% delle realtà censite si occupa invece di arredo ed edilizia, come BAG, studio di progettazione in bio architettura con materiali naturali, riciclati e a chilometro zero, o Lessmore, che realizza arredi e complementi in materiali riciclati.
Il recupero delle eccedenze alimentari
Del settore alimentare fanno parte il 10% delle imprese incluse nell’Atlante, come il Centro di Lombicultura che gestisce la produzione e la vendita di humus di lombrico per rendere migliore la struttura del terreno, “Funghi espresso” che utilizza i fondi di caffè per coltivare i funghi, o Equoevento che recupera le eccedenze alimentari dei grandi eventi per distribuirle alle mense popolari e a famiglie in condizioni economiche precarie. Fattoria della Piana, invece, dal 2008 è totalmente ecosostenibile grazie alla realizzazione di una centrale di produzione biogas che gestisce i propri scarti di produzione e che ha permesso di abbandonare il consumo di combustibili fossili.
Un impatto sull’economia che vale 10 miliardi
«L’economia circolare rappresenta un obiettivo importante e un cambio di approccio necessario visto che le risorse del pianeta sono sempre più scarse. In Italia i ri fiuti valgono 10 miliardi l’anno, ma solo 1 entra nel circuito dell’economia circolare, secondo il Waste Strategy Annual Report 2017», ha affermato Giorgio Arienti, direttore generale di Ecodom.
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