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lunedì, Dicembre 16, 2024

NEL “CASTELLO” INCANTATO DI RIGENERA DOVE NASCE LA BELLEZZA DELLE PERIFERIE DEL FUTURO

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Redazione EconomiaCircolare.com
[di Giuseppe Milano]
In una delle opere pubbliche incompiute del Sud nasce Rigenera, modello di rigenerazione urbana e innovazione sociale premiato dalla Commissione Europea. Una storia esemplare di bellezza e speranza


Sinossi

Cosa succede quando in una vecchia periferia di un piccolo paese di provincia, periferico rispetto ad un capoluogo provinciale a sua volta periferico rispetto alle dinamiche evolutive ed innovative sperimentate nel resto del Paese, arrivano un gruppo di ragazze e ragazzi, giovani e giovanissimi, innamorati, nonostante tutto, del proprio territorio e smaniosi di renderlo, attraverso la valorizzazione dei propri talenti, il miglior posto del mondo per realizzare i loro sogni da bambini e da favola? Succede, semplicemente, che entri in una storia di straordinario coraggio. L’esperienza di Rigenera, soprattutto in un Mezzogiorno che non si arrende mai, insegna che niente è impossibile e che, attraverso la ricerca e la sperimentazione dei più moderni linguaggi delle pratiche culturali contemporanee, ogni rigenerazione urbana è possibile quando è anche un processo di trasformazione umana, individuale e collettiva, per il benessere di tutta una comunità che si rigenera in nuovi valori condivisi.

Da castello stregato, come lo chiamavano da bambini, a castello incantato, nel quale, ogni giorno, i bambini e i ragazzi di oggi costruiscono baluardi di bellezza sotto la bandiera della speranza per un avvenire diverso. Quando, sospinti dal vento caldo del passaparola, si raggiunge Rigenera, il laboratorio urbano di Palo del Colle nato in una sua periferia dall’esperienza di Bollenti Spiriti e riconosciuto dalla Commissione Europea tra le best practice di rigenerazione urbana innervata di innovazione sociale, in pochi attimi comprendi che Italo Calvino, se riscrivesse oggi il suo capolavoro “Le città invisibili”, penserebbe anche ai suoi ispiratori.

Il “primo comandamento della resilienza” (“Cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno e farlo durare, e dargli spazio”), infatti, a Rigenera trova una matura applicazione. “Sin dal 1989, in questo che era uno degli immobili a destinazione pubblica più brutti della regione, nei quali sarebbe dovuto sorgere un asilo nido – ci confida Nicola Vero, direttore artistico di Rigenera – e che fino al 2013 non è mai stato utilizzato, noi abbiamo fatto entrare il nostro sogno: voler trasformare un luogo mortificato in un rivitalizzato polo socio-culturale che contribuisse – quasi a voler richiamare la sua originaria vocazione pedagogica – a far rinascere il principio condiviso della comunità”.

Una sfida enorme, in un piccolo paese di quasi 22mila abitanti, per un ragazzo poco più che trentenne che, dopo aver viaggiato in molti Paesi del mondo, si è riscoperto regista teatrale, con la consapevolezza che il più grande “spettacolo” non lo dovesse solo rappresentare, ma vivere, sul “palco” del suo territorio d’origine con una numerosissima compagnia di sognatori e operatori culturali all’avanguardia come lui, a cominciare dall’attrice teatrale e amica Monica Varrese. “L’ex assessore regionale e padre spirituale di Bollenti Spiriti, Guglielmo Minervini – al quale, ricorda ancora Vero, abbiamo voluto dedicare uno dei murales esterni della nostra struttura – ha sempre sostenuto i processi creativi e rigenerativi che nascessero dal basso da parte dei giovani di talento perché sapeva che seminando fiducia e distribuendo opportunità si sarebbe poi potuto raccogliere il frutto delle innovazioni sociali, alimentate da una contaminazione culturale inedita. Rigenera nasce, dunque, nel novembre del 2013 e da subito i suoi pilastri sono stati tre: etica, condivisione e, appunto, fiducia”.

Nell’ascoltare l’evoluzione della loro storia, a rapire l’attenzione non sono solo le parole, energiche e pragmatiche, impiegate per disvelare i prodigi realizzati in questi 5 anni, ma lo sguardo luminoso che rischiara, nelle tenebre dell’indifferenza, come un faro pronto ad indicarti la via da seguire per ritrovare il sentiero della bellezza. “In questo nostro paese non c’era una libreria e uno spazio nel quale fosse possibile far germogliare un’empatia con i diffusi linguaggi culturali contemporanei: valorizzando le competenze, gli interessi e la sensibilità di Monica – ha letto più libri lei di tutti i fruitori di Rigenera – l’abbiamo, quindi, aperta, prosegue il direttore artistico facendo sorridere la sua compagna di avventura con questo flashback, e trasformata in una area polifunzionale nella quale abbiamo svolto, negli anni, centinaia di attività, tra presentazione di libri, reading teatrali, conferenze e dibattiti.

Moltissimi autori e scrittori si sono affezionati alla nostra esperienza non solo perché hanno trovato ai loro appuntamenti decine e decine di persone, ma soprattutto si sono stupiti dei moltissimi giovani che se non avevano già letto il loro libro lo avrebbero fatto a breve, avendolo acquistato nell’occasione. In questi appuntamenti, tuttavia, non sono stati presentati solo libri delle principali major, ma anche e soprattutto quelli delle piccole case editrici locali, indipendenti, per promuovere la lettura e il lavoro di talenti emergenti. Il consenso ottenuto da queste attività, ci hanno spinto, recentemente, verso una altra sfida, etica e romantica, che abbiamo voluto cogliere perché solo chi osa ha qualcosa di importante da raccontare: e proprio perché le parole sono importanti, abbiamo rilevato Il Faro, storico periodico locale in crisi, trasformandolo in un magazine culturale e affidandone la direzione a una professionista esemplare e illuminata come Antonella Gaeta, giornalista di Repubblica Bari ed ex presidente dell’Apulia Film Commission, con l’obiettivo di farlo diventare un periodico mensile metropolitano entro alcuni anni”.

A Palo del Colle, dietro e dentro il paradigma dell’ibridazione sociale trovano rifugio quello della partecipazione e dell’inclusione. E nell’attraversare i corridoi e i padiglioni di questa vecchia architettura a sviluppo orizzontale, sapientemente riqualificata nei dettami della funzionalità e della sostenibilità (sul terrazzo sono stati collocati alcuni pannelli fotovoltaici), nei quali pullulano le attività per i più eterogenei gruppi, organizzati e spontanei, di giovani, pensi che, in fondo, non aveva tutti i torti Carl Gustav Jung quando sosteneva che “solo un cambiamento dell’atteggiamento individuale potrà portare con sé un rinnovamento dello spirito delle nazioni, perché tutto comincia con l’individuo”.

“Il nostro è stato un lavoro meticoloso e scrupoloso – ci confida Monica Varrese, responsabile della comunicazione, mentre raggiungiamo l’area relax adiacente al bar-pub – perché coinvolgere le giovani generazioni, il cui bisogno principale è quello di essere ascoltate, non solo richiede pazienza e coscienza, ma anche credibilità e originalità: i servizi che abbiamo aggiunto progressivamente, dopo la libreria e la biblioteca, ci sono stati suggeriti dai fruitori di Rigenera perché noi esistiamo solo se esiste un Noi che si appropria di questo spazio e lo fa vivere esprimendo i suoi fabbi-sogni.

In questo modo, perciò, nascono sia le nostre programmazioni artistiche e culturali sia le nostre attività di accompagnamento e orientamento per tutte quelle startup che qui stanno nascendo, tra persone che qui si sono conosciute e che hanno interpretato alla perfezione uno dei pilastri fondamentali di questo luogo, quello della condivisione. A loro, come a tutte le associazioni che avevano bisogno di un luogo dove incontrarsi, noi abbiamo aperto le porte, gratuitamente. Rigenera vuole essere, infatti, un innovativo ecosistema culturale e sociale in grado di interpretare la complessità del reale per favorire l’epifania di soluzioni smart che producano anche un ritorno occupazionale e un progresso economico per il territorio di riferimento”.

Un’altra fondamentale tessera del mosaico, rivelatrice del disegno complessivo, è proprio quella raffigurante il modello gestionale ed economico adottato e implementato attraverso l’adozione di una soluzione originalissima. “Il tema è delicato, evidenzia il direttore artistico, soprattutto se dopo il primo anno quasi l’80% dei laboratori urbani pugliesi, su 150, ha chiuso i battenti con uno spreco enorme di risorse economiche ed umane: la nostra esperienza insegna che al futuro bisogna pensarci dall’inizio e non dopo 12 mesi, elaborando una strategia integrata e un cronoprogramma verificabili e credibili, con le risorse pubbliche che vanno destinate ad investimenti e orientate alla creazione, realizzazione e gestione di servizi co-pianificati dal basso che diano valore al proprio territorio. Noi in questi anni abbiamo creato 8 posti di lavoro che potrebbero diventare 12 nei prossimi mesi.

È chiaro, pertanto, che serva non solo una grande dedizione e passione, ma anche una solida capacità di sacrificarsi in ragione della quale si mette in conto per i primi anni di non guadagnare quasi nulla e che mai il proprio profitto dovrà superare quello del nuovo bene comune donato alla “città non più invisibile”. Per la conduzione di questi servizi, diversamente dall’associazione – oggi partecipata da un centinaio tra iscritti e volontari – che gestisce il laboratorio urbano, abbiamo creato la prima Sbrl in Italia: una società benefit a responsabilità limitata, ossia una srl a tutti gli effetti, che, però, differisce da questa poiché i suoi utili non possono essere assorbiti dai soci, ma investiti nell’azienda se questa gestisce una struttura pubblica che opera nel settore culturale o delle politiche giovanili”.

Non è un caso, dunque, che oggi la struttura pubblica che accoglie Rigenera abbia triplicato il suo valore catastale e che l’esperienza sia stata (e sia ancora) un driver eccezionale per avviare, in un’ottica circolare di rigenerazione urbana e di riattivazione umana, processi di conversione del patrimonio esistente della periferia per trasformarla in un nuovo ecodistretto culturale attrattivo anche per la popolazione e gli operatori economici-commerciali non solo di Palo, ma anche dei vicini comuni di Binetto, Grumo e Bitonto.

Non solo da questi comuni dell’Area Metropolitana di Bari, in tanti raggiungeranno, dal 6 al 9 settembre prossimo, Palo del Colle, per la terza edizione del “Rigenera SmART City”, il festival delle periferie che, nella seconda, ha richiamato oltre 15mila persone tra concerti musicali dal vivo, proiezioni cinematografiche, spettacoli teatrali e presentazioni di libri, tutti trasmessi, in esclusiva dalla loro webradio, un altro dei progetti collaborativi nato e vinto negli anni.

Ai tanti che sostengono la tesi dell’irredimibilità del Mezzogiorno, bisognerebbe far incontrare le ragazze e i ragazzi di Rigenera, capaci di trasformare i sogni in realtà, di liberarsi dalle paure per accogliere il futuro, nelle sue sfide e bellezze, dando ragione a Sepulveda, convinto che “solo sognando e restando fedeli ai sogni riusciremo a essere migliori e, se noi saremo migliori, sarà migliore il mondo”.

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