fbpx
venerdì, Dicembre 20, 2024
RUBRICA

IN CIRCOLO

TAVOLA ROTONDA

Per una pace senza armi
P

pace senza armi(1)Tra le conseguenze più deleterie della guerra in Ucraina, alla stessa stregua di ogni conflitto bellico, c’è anche l’annientamento delle possibilità alternative. La guerra, infatti, preclude ogni altra ipotesi, perché lo scopo è di autoalimentarsi, estendersi, diventare parte integrante del modello di sviluppo che l’ha generata.

Così nel dibattito pubblico, dopo lo shock iniziale della “prima guerra nel cuore dell’Europa dopo la seconda guerra mondiale” (dimenticando, volutamente, la Jugoslavia lacerata degli anni ’90), il conflitto innescato dalla Russia e da Vladimir Putin è diventato ormai lo sfondo di un’ossessione per la geopolitica che, inevitabilmente, sta segnando gli equilibri attuali del Pianeta e segnerà ulteriormente nuovi scenari a livello globale. In questo racconto mutevole e precario, che ogni giorno si riaggiorna e costituito principalmente di sanzioni, strategie energetiche, posizionamenti della Cina e degli Usa, si è fatta strada una certezza: questa guerra non sarà breve.

Ma è davvero così? Davvero l’unico orizzonte sul quale elaborare prospettive di medio e lungo periodo è l’ineluttabilità di questo conflitto? Noi non lo crediamo. E allo stesso tempo siamo convinti e convinti che la pace, diventata un’eco sempre più lontana, non abbia un’unica strada da percorrere. La “pace armata”, realizzata con la continua fornitura di armi all’Ucraina da parte dell’Occidente, se non è un ossimoro ha comunque bloccato ogni altro tentativo di dialogo tra le parti.

Ecco da dove nasce il senso di questa rubrica, condotta in primis dal ricercatore Emanuele Profumi e condivisa dalla redazione, pur nell’inevitabile differenza di vedute. Ai lettori e alle lettrici che magari faticano a trovare un nesso diretto con l’economia circolare, noi rispondiamo con l’idea, alta e altra, che abbiamo palesato in questi (quasi) due anni dell’economia circolare: non soltanto un modo per rendere i rifiuti risorse, non soltanto un’attenzione maggiore alla sostenibilità, ma un diverso modo di intendere la propria esistenza sul pianeta, meno antropocentrica e più sensibile a ogni forma di vita. Perché un altro mondo non è solo possibile ma ora più che mai è necessario.

© Riproduzione riservata

Il libro “Una Pace Senza Armi” a Più libri più liberi

Curato da Emanuele Profumi, firma del nostro magazine, e frutto della collaborazione con la redazione, il libro (Round Robin editrice) viene presentato a Roma il prossimo 7 dicembre a Più libri più liberi

“Le armi non salvano le persone ma le uccidono”. Intervista al pacifista ucraino Yurii Sheliazenko

Seppur poco ascoltate, in Ucraina non mancano le voci a favore della pace e della nonviolenza. Yurii Sheliazenko spiega come si può arrivare a un negoziato di pace tra Russia e Ucraina. "Un inaspettato ritorno dei leader al buon senso, il logoramento o la forte influenza dell'opinione pubblica mondiale"

Guerra in Ucraina, militarizzazione delle coscienze, regime bielorusso. Intervista a Olga Karach

Candidata al premio Nobel per la pace, Olga Karach è direttrice e fondatrice dell'organizzazione bielorussa per i diritti umani Our House. Parliamo con lei del regime di Lukashenko in Bielorussia, delle false accuse di spionaggio ricevute dal dipartimento di sicurezza della Lituania, dove vive, della militarizzazione delle coscienze, di parità di genere e giustizia sociale. E di sogni.

La necessità del disarmo come possibile strategia di pace. Intervista a Riccardo Bottazzo

"La guerra non è compatibile con l'ecosistema": partendo da questa prospettiva il giornalista e scrittore Riccardo Bottazzo nel suo ultimo libro racconta il disarmo, la vita senza esercito in Costa Rica e Islanda e il ruolo bellicista dei media. "La pace è, sempre, anche una questione di democrazia"

“Abbiamo aiutato più di 4000 russi a disertare”. Intervista alla pacifista russa Darya Berg

Darya Berg, pacifista russa dell’organizzazione "Go by the forest", racconta i movimenti sociali che stanno lottando contro il regime di Putin ma anche il consenso che continua a registrare nel Paese, tra propaganda mediatica e mancanza di empatia

Un anno di guerra in Ucraina: per non finire in un vicolo cieco ritroviamo l’angolazione pacifista

Nell'anniversario che avremmo voluto evitare, una fotografia della guerra in Ucraina per analizzare tutte le possibili angolazioni. Comprendere la necessità di una reale politica democratica è il primo passo per costruire una de/escalation che dalla prima tregua dovrà portare alla negoziazione e poi agli accordi di pace

Guerra in Ucraina. “Il pensiero unico bellicista non permette possibilità di aiuto se non le armi”

Francesco Vignarca, coordinatore delle campagne della Rete Italiana Pace e Disarmo, ci parla della guerra in Ucraina, del rischio di conflitto nucleare, delle alternative possibili. Che però vanno costruite, perché “costruire la pace è un po’ come costruire una casa, devi avere gli strumenti, i materiali, le competenze, e serve una preparazione”

Guerra in Ucraina, Bellezza: “Per un negoziato bisogna rivolgersi alla Cina”

Dai luoghi comuni della propaganda mediatica, alla resistenza ucraina sino al ruolo delle oligarchie. Lo storico Simone Bellezza, uno dei maggiori esperti di storia dell’Ucraina, ripercorre la storia recente dei Paesi coinvolti e le possibili soluzioni al conflitto armato

Nella prima net-war i giornalisti si sono messi l’elmetto

Schierarsi con gli ucraini di fronte all’aggressione russa è politicamente corretto, quindi una informazione a senso unico non viene contestata o contrastata. E se qualcuno osa sollevare qualche critica su questo modo di fare informazione viene messo a tacere con l’accusa di «putiniano».

“Comunque vada la guerra, l’Ucraina sarà (purtroppo) uno Stato ‘fragile’”

A colloquio con Roberto Gritti, docente dell’Università La Sapienza di Roma, discepolo di Norberto Bobbio, per fare luce sulle “ragioni” del conflitto in Ucraina
La Community di EconomiaCircolare.com