Due fumetti alla fine del mondo, in uno spazio temporale che assomiglia molto a quello in cui viviamo. Anzi vi assomigliava il mondo di prima delle narrazioni, quello inghiottito dalla catastrofe. Quello della guerra perpetua o del collasso climatico, che poi si confondono: la vita terrestre come la conoscevamo è stata sconvolta e distrutta da tempo tra le pagine consegnate da due delle voci più possenti della narrazione a fumetti italiana, Michela Rossi, in arte Sonno e Silvia Rocchi. Tra le loro mani, quella che si dispiega sotto i nostri occhi, è una vera e propria poetica della disgregazione in pieno stile eco-fiction.
In un soffio: un Pianeta fiorito nella guerra
“In un soffio” di Sonno, pubblicato per i tipi di Oblomov, racconta la storia di Erre che è andata in guerra per salvare sua sorella. Storia di Erre che non ha più nome, solo un iniziale. Storia di una combattente che resta al limitare della vita, in trincea. Si batte dalla parte sbagliata. Ma c’è una parte giusta? Storia della terra, che da quando è iniziata la guerra, è ferma sul tasto primavera.
Sono passati 15 anni, si combatte ancora, non si sa più perché. Il sole brilla ininterrottamente. Sono morti in tanti, quasi tutti e quello che più stupisce è la fertilità del Pianeta, che continua a dare frutti e a nutrire chi si ostina a vivere.
Nelle pagine in cui lo spazio è per lo più sgombro da umani, fatta eccezione di se stessa, impera una bicromia di nero e senape mentre risuonano i vocali che Erre registra senza sapere se e chi li ascolterà. Monologhi in cui racconta com’è passata dall’altra parte o com’è il suo quotidiano fatto di trincea, di cielo azzurro, di piante lussureggianti.
“Se solo le foglie cambiassero colore con le stagioni. Invece no, sono sempre verdi. Sempre uguali. Se solo esistessero le stagioni. Detesto questo tempo”, dice Erre mentre esce allo scoperto e si prepara ad affrontare un mondo che come spesso nei suoi lavori assume una dimensione mitologica ed enigmatica. Sullo sfondo, manovrano le multinazionali predatorie che traggono profitto del conflitto senza fine e controllano un altrove di cui non si sa nulla.
Con “In un soffio”, Sonno conferma la potenza narrativa, poetica e politica del suo fumetto di esordio “Prima di tutto tocca nascere” (FeltrinelliComics) e la sua propensione a fare i conti con le problematiche che asserragliano la sua generazione attraverso storie assolutamente originali, che accompagnano a lungo chi le legge.
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La catastrofe climatica e il vuoto di un mondo ostile
In “Vuoto a rendere” di Silvia Rocchi, edito da 24 ore Cultura, la grande catastrofe climatica ha lasciato poche persone sparse sulla Terra. Chi legge viene catapultato in un mondo distrutto, dove è la palette di colori a scandire il tempo del prima e il tempo del dopo. Il prima è vivace e definito, il dopo violaceo e dai contorni sfocati, un po’ come la storia della protagonista che seguiamo. Le sue persone, quelle che rendevano la vita un’avventura da vivere, sono state inghiottite insieme al passato, rimane solo una traccia allucinata da seguire, mentre lungo il cammino si manifestano altri personaggi privi degli affetti ma non della volontà di vivere. Cosi vanno avanti e continuano a camminare insieme alla ricerca di altre creature viventi. Il mondo circostante è ostile, disseminato da creature le cui intenzioni sono equivoche. All’orizzonte sembra delinearsi un altrove popolato da creature – forse quelle amate – con le quali ricongiungersi.
Dopo “Susie corre” e “Brucia”, torna la fumettista Silvia Rocchi con un fumetto pubblicato per la nuova collana dedicata al fumetto di 24 ore Cultura, Visionaria, che verrebbe da chiamare distopico, anche se pensandoci bene ha tutta l’aria di dipingere un orizzonte non imminente ma decisamente reale, che si inserisce appieno in quella vena narrativa chiamata climate fiction.
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