Nella giornata di ieri, 18 ottobre, il Parlamento europeo ha respinto una mozione firmata da 40 eurodeputati, in gran parte del Partito popolare europeo (PPE), che chiedeva di abolire il nuovo standard di rendicontazione ESRS, European Sustainability Reporting Standards. Questi parametri messi a punti dall’European Financial Reporting Advisory Group (l’ente di supporto della Commissione Ue in materia di rendicontazione, noto con la sigla EFRAG) sono un asse portante della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), che a partire dal prossimo anno si applicherà a tutte le grandi società quotate nell’Unione europea, circa 50.000 aziende alle quali entro il 2028 si aggiungeranno le società extra-UE che operano in Europa. L’obiettivo è quello di migliorare la trasparenza nel reporting aziendale sulla sostenibilità.
Le reazioni al voto dell’Europarlamento
“Gli eurodeputati hanno salvaguardato gli standard europei di rendicontazione sulla sostenibilità, uno strumento vitale per migliorare la trasparenza sulle prestazioni di sostenibilità delle aziende” ha commentato Sébastien Godinot, economista senior presso l’Ufficio per le politiche europee del WWF. “Resistendo fermamente a questo tentativo di eliminare gli standard, gli eurodeputati hanno respinto l’ennesimo attacco indiretto al Green Deal, garantendo che le aziende europee non siano penalizzate nella loro complessa transizione verso un futuro più verde. Le visioni retrograde contrarie alla transizione verde sono state ancora una volta sconfitte”.
Anche il GRI (Global Reporting Initiative), l’organizzazione che con i suoi indicatori aiuta imprese ed enti nel misurare i loro impatti ambientali, sociali e di governance, ha accolto con favore l’esito del voto, ricordando l’elevato livello di interoperabilità tra il nuovo ESRS e gli standard GRI. “L’approvazione dell’ESRS da parte del Parlamento europeo – ha affermato Eelco van der Enden, amministratore delegato di GRI – è positiva perché segnala la transizione dal dibattito politico all’attuazione pratica di queste nuove regole, che rappresentano un punto di svolta per la responsabilità aziendale, nell’UE e a livello globale”.
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Dentro gli ESRS
Come riporta il sito della Commissione europea, esistono 12 ESRS (elencati nella tabella a seguire) che coprono l’intera gamma di questioni legate alla sostenibilità, in linea con la proposta dell’EFRAG.
Gruppo | Numero | Soggetto |
Trasversale | ESRS 1 | Requisiti generali |
Trasversale | ESRS2 | Informazioni generali |
Ambiente | ESRS E1 | Clima |
Ambiente | ESRS E2 | Inquinamento |
Ambiente | ESRS E3 | Risorse idriche e marine |
Ambiente | ESRS E4 | Biodiversità ed ecosistemi |
Ambiente | ESRS E5 | Uso delle risorse ed economia circolare |
Sociale | ESRS S1 | Propria forza lavoro |
Sociale | ESRS S2 | I lavoratori nella catena del valore |
Sociale | ESRS S3 | Comunità colpite |
Sociale | ESRS S4 | Consumatori e utenti finali |
Governance | ESRS G1 | Condotta commerciale |
Gli ESRS adottano una prospettiva di “doppia materialità”, obbligano cioè l’azienda a rendicontare sia il suo impatto su persone e ambiente, sia i rischi e opportunità finanziarie che le questioni sociali e ambientali pongono carico dell’azienda.
Gli obblighi di informativa non sono volontari. Le informazioni in questione devono essere divulgate se sono rilevanti e il processo di valutazione della materialità dell’impresa è soggetto a un vaglio esterno. Gli standard impongono alle imprese di effettuare una solida valutazione della materialità. Se un’azienda conclude, ad esempio, che il cambiamento climatico non è un tema materiale e quindi non rendiconta in conformità a tale standard, deve fornire una spiegazione dettagliata delle conclusioni della sua valutazione di materialità in merito al cambiamento climatico. Questo requisito riflette il fatto che il cambiamento climatico ha impatti di ampia portata e sistemici su tutta l’economia.
I prossimi step dell’EFRAG
La conferma dell’Europarlamento sulla solidità degli ESRS è giunta proprio mentre l’EFRAG pubblicava il suo programma di lavoro sul reporting di sostenibilità per il 2024, annunciando la predisposizione di un elenco di domande e risposte sull’attuazione dell’ESRS che saranno pubblicate su base trimestrale. A gennaio 2024, invece, è prevista la pubblicazione di un ESRS semplificato per le piccole e medie imprese (PMI) quotate, le banche piccole e non complesse e le imprese di assicurazione e riassicurazione captive (create cioè dalle società capogruppo per assicurare i propri rischi), sottoponendo questo standard a una consultazione pubblica di quattro mesi.
L’EFRAG sta anche sviluppando uno standard di rendicontazione volontario semplificato che potrà essere utilizzato dalle PMI non quotate, per consentire loro di rispondere alle richieste di informazioni sulla sostenibilità, ad esempio quando fanno parte della catena del valore di un’impresa obbligata a pubblicare il report di sostenibilità in base alla direttiva CSRD. Nei primi mesi del prossimo anno una bozza dello standard sarà sottoposta anch’essa a consultazione pubblica di quattro mesi.
Tra le altre cose, poi, l’organismo di supporto della Commissione Ue lavorerà entro fine anno sugli standard relativi ai cosiddetti settori “ad alto impatto” (si inizierà con petrolio e gas da una parte e attività mineraria, estrattiva e carboniera dall’altra) e ai settori bancario, assicurativo e dei mercati dei capitali. Ai sensi del CSRD, gli ESRS specifici per settore dovrebbero essere adottati nel giugno 2024, ma ora l’EFRAG prevede che questo termine sarà prorogato di due anni.
L’ESRS per le filiali o per le filiali UE di società extra-UE che generano un fatturato netto superiore a 150 milioni di euro nell’UE (che dovranno pubblicare informazioni relative alla sostenibilità a partire dal 1° gennaio 2028) avrebbe dovuto essere adottata entro giugno 2024, tuttavia l’EFRAG rileva che si propone di prorogare tale termine di due anni. L’EFRAG intende effettuare consultazioni su una bozza di esposizione di questi ESRS nel quarto trimestre 2024/primo trimestre 2025.
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La road-map ambientale della Commissione UE
I rinvii annunciati dall’EFRAG in accordo con la Commissione Ue sono finalizzati anche a dare più tempo alle imprese per “concentrarsi sull’attuazione della prima serie di ESRS” e per evitare il proliferare di segnalazioni per inadempienze i ritardi.
Il programma di lavoro della Commissione per il 2024 elenca anche diverse azioni legate alla sostenibilità e al clima, in particolare legate al Green Deal europeo. Alcuni esempi sono l’avvio del processo per stabilire un obiettivo climatico al 2040, la presentazione del pacchetto europeo per incrementare l’installazione di energia eolica, il lancio di un’iniziativa per gestire le emissioni di carbonio dell’industria anche tramite la cattura, l’utilizzo e lo stoccaggio e l’adozione di un’iniziativa sulla resilienza idrica.
La Commissione ha anche sollecitato la finalizzazione delle altre azioni previste dal Green Deal: l’agricoltura sostenibile e la sicurezza alimentare, le proposte sull’economia circolare, inclusi i requisiti di progettazione ecocompatibile per prodotti, rifiuti e imballaggi, il completamento dell’iter della legge europea sul ripristino della natura, la classificazione, etichettatura e imballaggio delle sostanze chimiche, e poi qualità dell’aria, trattamento delle acque reflue urbane e protezione delle acque superficiali e sotterranee.
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