fbpx
venerdì, Novembre 15, 2024

La lista delle aree idonee per il deposito dei rifiuti radioattivi (CNAI) è arrivata al MiTE

Sogin ha trasmesso ieri la CNAI, frutto dell’integrazione della CNAPI (Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee ad ospitare il deposito nazione dei rifiuti radioattivi) con le osservazioni arrivate dai territori. Vediamo cosa succede ora – ma la localizzazione del deposito spetterà con ogni probabilità alla prossima legislatura

EconomiaCircolare.com
EconomiaCircolare.com
Redazione EconomiaCircolare.com

Sogin ha trasmesso ieri al Ministero della Transizione ecologica la proposta di Carta nazionale delle aree idonee (CNAI) ad ospitare il Deposito nazionale per i rifiuti radioattivi e il connesso Parco tecnologico. Lo fa sapere la stessa Sogin. Ricordiamo che all’inizio dell’anno scorso Sogin aveva pubblicato la Cnapi (Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee). Alla pubblicazione è seguita una consultazione pubblica e un Seminario pubblico – “la più grande finora svolta in Italia su un’infrastruttura strategica per il Paese”, le definisce Sogin – in cui è stato condotto il confronto con i territori e gli stakeholder.

Leggi anche: La tassonomia alla prova della guerra in Ucraina: come si applica e quali sono le tempistiche

Come nasce la CNAI

La CNAI è frutto dell’integrazione, effettuata da Sogin, delle informazioni della Carta delle aree potenzialmente idonee con le osservazioni pervenute dai territori, dalle amministrazioni e da tutti i soggetti interessati. In una prima fase, fino al 5 luglio 2021, sono state 300 le osservazioni e le proposte tecniche pervenute, spiega la società responsabile dello smaltimento dei siti e delle score nucleari. Arricchite poi con quanto emerso durante il Seminario (nove incontri tra 7 settembre e 24 novembre 2021) cui hanno preso parte 160 soggetti. “La proposta di CNAI che Sogin ha trasmesso al Ministero della transizione ecologica – spiega una nota – è stata dunque predisposta sulla base delle oltre 600 tra domande, osservazioni e proposte, per un totale di oltre 25.000 pagine costituite da atti, documenti, studi, relazioni tecniche e cartografie, complessivamente presentate nel corso di un anno a seguito della pubblicazione della CNAPI”.

Rifiuti radioattivi, cosa succede ora

A questo punto, il MiTE sottoporrà la Carta dell’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (ISIN) per un parere tecnico. Seguirà l’approvazione, di concerto con il Ministero delle Infrastrutture. La mappa verrà, quindi, pubblicata sui siti internet di Sogin, dei Ministeri e dell’ISIN.

Partendo da questa lista di aree, Sogin “aprirà la successiva fase di confronto finalizzata a raccogliere le manifestazioni d’interessevolontarie e non vincolanti, da parte delle Regioni e degli enti locali il cui territorio ricade anche parzialmente nelle aree idonee”. Sogin cercherà insomma, alla luce del dibattito pubblico e in particolare del chiarimento sui vantaggi legati alla presenza del deposito, dei volontari: “con l’obiettivo di arrivare a una decisione condivisa del sito nel quale realizzare il Deposito nazionale”.

E se non ci saranno volontari? Si aprirà allora una ulteriore fase di trattative bilaterali con le Regioni nel cui territorio ricadono le aree idonee. Trattative, si può immaginare, finalizzate a rassicurare ma anche a blandire con l’offerta di vantaggi.

E se le trattative non avranno successo? In assenza di un’intesa con le Regioni il legislatore ha previsto una nuova fase di confronto: un tavolo interistituzionale come “ulteriore tentativo di pervenire a una soluzione condivisa”.

E se nemmeno il tavolo interistituzionale permetterà di arrivare a meta? A questo punto arriverà comunque – “anche nel caso in cui dovessero fallire le diverse e reiterate procedure per il raggiungimento dell’intesa”, si legge sul sito del deposito nazionale – un decreto del MiTE che, con parere vincolante dell’ISIN e legato a campagne d’indagine tecnica della Sogin, stabilirà la localizzazione del sito.

Leggi anche: Trattori in marcia ed esperti al lavoro. La mappa della mobilitazione contro il deposito nucleare

I tempi

Quanto potrebbe durare questa trafila? Difficile fare previsioni esatte, sia per i tempi della burocrazia italica sia per le diverse opzioni previste dalla normativa. Provando però a sommare i tempi massimi concessi dal Decreto legislativo n. 31 del 2010 per svolgere tutte le operazioni previste, si può arrivare anche a 30 mesi dalla pubblicazione della Cnapi: quindi luglio 2023. Quindi, tradotto in tempi politici, dopo la fine naturale della XVIII legislatura.

Quanto ai lavori di costruzione del deposito nazionale e del Parco tecnologico dovrebbero durare 4 anni dall’individuazione dell’area.

© Riproduzione riservata

spot_img

POTREBBE INTERESSARTI

Ultime notizie