Simonetta Salacone, compianta dirigente scolastica, intellettuale ed educatrice, diceva che “la scuola può tutto”. Tra le tante cose che la scuola può fare c’è la possibilità di consentire agli studenti di diventare maestri d’ecologia, anche a casa. Ciò può avvenire soprattutto quando famiglie e scuole diventano alleate in un percorso che dovrebbe portare tutti a difendere quella che papa Francesco ha definito magistralmente “la casa comune”.
In effetti sono tante le iniziative promosse da singole amministrazioni, scuole o dalle famiglie e dagli studenti in tema ambientale ma spesso sono realizzate grazie ad iniziative dei singoli o comunque vengono condotte a macchia di leopardo nel territorio quando, invece, potrebbero essere sviluppate in maniera più estesa e sistematica.
Riprendiamo quindi qualche consiglio, da seguire a casa e sui banchi per il ritorno a lezione in maniera green, secondo i principi dell’economia circolare.
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Zaini e astucci non sono usa e getta
Partiamo dai suggerimenti sul corredo scolastico e, in primis, su quei materiali che possono essere utilizzati per più anni. Nel momento dell’acquisto, spieghiamo ai nostri figli che ogni cosa ha un impatto ambientale e che, quindi, è opportuno che ogni acquisto possa durare per un lungo periodo e, magari, per tutto un ciclo di studi.
Aiutiamoli quindi a scegliere qualcosa che a loro piaccia ma che sia sufficientemente resistente per sopravvivere oltre le vacanze estive. Se già avete in casa zaini e astucci, magari dei fratelli maggiori, mostrateli ai più piccoli: potrebbero essere di loro gradimento e assicurerete un bel risparmio al vostro budget familiare e a quello ambientale!
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Come scegliere matite e quaderni per la scuola
Una volta individuate cartelle e astucci, inizia la selezione di ciò che servirà per riempirli. Il primo consiglio è non comprare nulla prima di aver avuto modo di parlare con gli insegnanti: spesso sono loro ad indicare cosa è realmente necessario e cosa sia, al contrario, superfluo. Acquistare un diario non richiesto o scegliere una tipologia di quaderno non utilizzabile, potrà rivelarsi uno spreco ambientale ed economico.
Una volta in possesso della lista della spesa potrete iniziare una selezione green.
Una parte importante degli acquisti ha ad oggetto prodotti cartacei (quaderni, blocchi dei fogli) o lignei (matite e colori ad esempio) e, in tal caso, il mercato offre oggetti realizzati con materiali provenienti da foreste controllate (cercate quelli contrassegnati dai loghi FSC e PEFC o Ecolabel). Anche in tema di righelli e pennarelli oggi esistono esemplari low impact come le squadrette di cartone o in legno, quelle realizzate in bioplastiche o le linee di pennarelli prodotte con plastica proveniente, in buona parte, dal riciclo.
Anche Carioca – nota marca di prodotti per la scuola – ha lanciato la linea Eco Family: dal packaging in carta riciclata ai pennarelli realizzati in EcoAllene®, un materiale ottenuto dal riciclaggio dei contenitori in poliaccoppiati usati per alimenti come i succhi di frutta e il latte, l’attenzione all’ambiente è a portata di banco.
In ogni caso anche per tali forniture la regola è: less is green. Controllate ciò che davvero va sostituito nell’astuccio. Solo perché un colore è avanzato dall’anno prima non è certo da cestinare. Potrete sostituire quelli inutilizzabili, lasciando gli altri nell’astuccio.
A proposito se vi state chiedendo dove si buttano pennarelli, penne e vecchie squadre rotte, la risposta è nell’indifferenziato. Anche se di plastica, non sono imballaggi.
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La borraccia sempre in borsa
Ricordare ai nostri figli di bere spesso durante la giornata è davvero molto importante, ma, al contempo, è essenziale non trasformare un nostro bisogno vitale in un “rifiutificio”. Al bando quindi le bottigliette di plastica monouso! Facciamoci due calcoli: ogni anno scolastico è composto un numero di giornate variabili da 170 a 200 giorni (a seconda che si faccia tempo pieno o parziale) e in una classe, in media, ci sono circa 20 bambini.
Venti per duecento? Darebbe un risultato sconcertante: quattromila bottigliette. Una scuola primaria con due sezioni (quindi dieci classi) ne darebbe uno assai peggiore: quarantamila l’anno. No grazie! Una delle tasche dallo zaino dovrebbe quindi essere dedicata a borracce o bicchieri riutilizzabili che potranno essere riempiti sia a casa che a scuola. Fondamentale è ricordarsi di lavarli spesso, come facciamo con le stoviglie a casa, e non sarebbe una cattiva idea dotarsi di diversi esemplari da utilizzare a rotazione.
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Pedibus e bicibus per andare a scuola
Al di là degli acquisti, la grande differenza è legata ai comportamenti. Ove possibile la scelta della scuola andrebbe fatta anche tenendo conto della logistica… sostenibile. La possibilità di arrivare a scuola a piedi, coi mezzi o in bici dovrebbe essere un elemento prioritario rispetto alla grandezza del parcheggio antistante l’edificio scolastico.
Purtroppo, come evidenzia anche Legambiente nel report “Ecosistema Scuola”, la percentuale delle scuole che organizzano pedibus ovverosia sistemi di gestione collettiva che consentano ai bambini, accompagnati da uno o più adulti, di poter raggiungere in sicurezza la propria scuola, è risibile (6%). Sempre in base alla medesima ricerca, solo il 18,4% degli edifici scolastici ha piste ciclabili nelle aree antistanti.
Se la scuola, però, presenta un cortile, sarà importante chiedere la possibilità di parcheggiare all’interno le bici e coinvolgere il Comune o il Municipio affinché sia installata una rastrelliera. Il buon esempio, in questo caso, si sposa anche con la pratica di sano sport.
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Doggy Bag si grazie
Un’altra importante scelta riguarda l’organizzazione scolastica. In tempi di Covid molte scuole hanno scelto di distribuire il cibo ai bambini direttamente sui banchi di lezione. Spesso, però, le pietanze non vengono integralmente consumate e, in questo caso, sarebbe utile che la lunch box usata per distribuire il pranzo agli alunni si trasformasse in una doggy bag per trasportare il cibo avanzato direttamente a casa dopo le lezioni: mettere a dieta la pattumiera è un dovere ambientale e non sprecare cibo è un obbligo (anche) morale.
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A scuola servono luci e clima giusto
Come confermano le indagini del California Board for Energy Efficiency, una migliore illuminazione diurna naturale si traduce per gli studenti in un significativo aumento dei punteggi dei test e dei tassi di apprendimento. In poche parole la luce del sole fa bene alle menti e quindi preferire i raggi naturali all’illuminazione artificiale è importante non solo in termini di efficienza energetica ma anche per i nostri studenti. Gli allievi possono diventare custodi del risparmio energetico.
Progetti come “i guardiani della luce” trasformano gli alunni in “custodi” degli interruttori dell’energia elettrica che dovranno accendere e spegnere in base alle reali esigenze di illuminazione della classe. Questo incarico può insegnare molto e costituisce un esempio concreto di educazione ambientale che può coinvolgere, a turno, tutti gli studenti. Lo stesso esperimento può avere ad oggetto l’accensione e lo spegnimento dei termosifoni.
Visto che spesso nelle classi e negli edifici scolastici si creano degli angoli (o delle aule) biblioteca, oltre ai grandi classici, tra i libri impiegati per nutrire le giovani menti si potrebbe inserire le storie di “supereroi” moderni come Greta Thunberg o come le green girls e tutti quei volumi che consentano di capire perché non esiste un pianeta B e che dobbiamo amare e rispettare l’unico che abbiamo: la Terra.
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