SERR è l’acronimo che indica la Settimana europea per la riduzione dei rifiuti. L’iniziativa è nata nel 2009 all’interno del Programma LIFE+ della Commissione Europea, rimanendo, ci spiegano gli organizzatori, “l’unica campagna di comunicazione sulla prevenzione dei rifiuti sia a livello Europeo che nazionale”.
In questi 13 anni si sono poi man mano aggiunte altre tematiche (come il contrasto al littering) e la campagna Let’s Clean Up Europe. Ad oggi, nell’ambito di questa iniziativa, in tutta Europa (e non solo) sono state realizzate oltre centomila azioni di sensibilizzazione sulla prevenzione dei rifiuti.
L’obiettivo della campagna di comunicazione della Settimana europea per la riduzione dei rifiuti è quello di promuovere azioni di sensibilizzazione per far acquisire al pubblico piena consapevolezza sulle eccessive quantità di rifiuti prodotti e sulla necessità di ridurli drasticamente. Per fare ciò, ogni anno nel corso di una settimana di novembre, tutti gli attori della società – dagli enti pubblici alle aziende, dagli stakeholder ai singoli cittadini, passando anche per scuole di ogni ordine e grado, ong e associazioni – sono invitati ad attivarsi per condividere buone pratiche di riduzione dei rifiuti come la corretta raccolta differenziata e per diffondere i messaggi di sostenibilità ambientale che sono insiti nelle buone pratiche.
L’Italia ogni anno si conferma tra i Paesi con più azioni iscritte e ciò rappresenta un sintomo di grande fermento e partecipazione su questi temi. Nel 2020 il nostro paese, grazie a ben 3.500 azioni, è addirittura arrivato primo nella speciale sfida virtuosa in Europa.
Quando è la SERR 2021 e qual è il focus dell’edizione di quest’anno
Nonostante l’impegno di molti e gli sforzi profusi, ad oggi è sotto gli occhi di tutti che la produzione di rifiuti sia eccessiva. Per uscire da questa situazione una delle mosse-chiave è sicuramente agire in modo condiviso ovverosia collaborare. Partendo da questa riflessione, l’edizione 2021 – che si terrà dal 20 al 28 novembre – ha come focus le “comunità circolari” per valorizzare e promuovere azioni che permettano la creazione ed il consolidamento di legami sociali all’interno di comunità locali, incentivando uno sviluppo più “circolare”. Dopo quasi due anni di distanziamento sociale, la campagna di quest’anno vuole proprio porre l’accento sull’importanza delle interconnessioni, del reciproco sostegno e del fare rete. “Le azioni sono cambiate, all’inizio il problema principale era far capire che cosa è la prevenzione e che non si parlava di raccolta differenziata o riciclo ma di un altro contenuto, nel 2020 la difficoltà è stato far capire che si possono fare azioni anche in modo virtuale, oggi siamo arrivati a un grado di maturità e di coinvolgimento che ci ha consentito di allargarci a un tema astratto e un po’ difficile come la comunità circolare”, ci ha spiegato Emanuela Rosio, presidente del consiglio direttivo AICA (Associazione Internazionale per la Comunicazione Ambientale).
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Le comunità circolari protagoniste della Settimana europea per la riduzione dei rifiuti
Un’idea felice quella di dedicare l’edizione di quest’anno alle comunità come ci ha confermato Debora Paolini, responsabile del coordinamento nazionale della SERR 2021: “In questi mesi sono stata quotidianamente in contatto con i partecipanti e mi sono resa conto che questa tredicesima edizione della SERR, focalizzata sulla costruzione comunitaria, ha incoraggiato molti action developers, che prima partecipavano in modo singolo, a creare dei legami ed unire le loro forze e le loro risorse per perseguire un obiettivo comune. La varietà e la diversità delle tante iniziative costituisce la ricchezza della SERR da sempre, ma in particolare, durante questa edizione, cittadini, imprese, associazioni, scuole e amministrazioni pubbliche, hanno unito le loro forze per dar vita ad iniziative inclusive e coinvolgenti con lo scopo di toccare e sensibilizzare un pubblico sempre più ampio e diversificato, a livello locale e non”.
Sappiamo bene che in Italia esistono tantissime realtà che provano, ogni giorno, a contribuire al bene del Pianeta e spesso non si rendono conto di far parte di realtà individuabili come comunità circolari. Lo sono sicuramente le “oggettoteche” che rappresentano delle vere e proprie librerie degli oggetti domestici poco usati (come il trapano). Lo sono gli orti urbani dove, magari, vengono installate le compostiere. Lo sono le bibliocabine che, recuperando vecchie cabine del telefono, si trasformano in librerie alla portata di tutti grazie ai volumi donati da chi stava per disfarsene. È una comunità anche un gruppo facebook nel quale persone che non si conoscono si scambiano vestiti ed oggetti che non usano più salvandoli dalla soffitta (o peggio dalla discarica) e consentendo loro di avere una seconda vita.
Ogni comunità, qualsiasi sia la sua natura – pubblica o privata, imprenditoriale o associativa – che si impegni a compiere azioni delle cosiddette 3R (ovverosia riduzione, riuso e riciclo) o di clean-up, può essere considerata “circolare”. Se, di per sé, già la partecipazione al SERR è una vittoria perché consente di raccogliere e diffondere un elenco di best practice, vi è poi un ulteriore incentivo: tra tutte le azioni presentate, quelle ritenute più significative ricevono il premio SERR 2021 ed una selezione di queste concorre anche a livello europeo.
Solidarietà e collaborazione per cambiare modelli di produzione e consumo
Come sottolineano dalla EWWR (European Week for Waste Reduction) – ovverosia il coordinamento europeo della SERR – la promozione dell’economia circolare ed il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile richiedono un cambiamento dei modelli di consumo e di produzione. Per raggiungere il successo in un processo di transizione ecologica, sono necessari il senso di solidarietà e di collaborazione tra gli individui perché bisogna agire “mantenendo un buon equilibrio tra i pilastri ambientali, sociali ed economici sottostanti. Le comunità piccole, locali, giuste, inclusive e circolari possono svolgere un ruolo importante nello spingere l’Europa verso un futuro sostenibile”.
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Buone pratiche dalla Settimana europea per la riduzione dei rifiuti: un tesoro da condividere
In Italia, la SERR è nel tempo diventata una vera e propria comunità, a partire dal Comitato Nazionale che la promuove e che rappresenta tutte le categorie di partecipanti e dai Consorzi di filiera che la supportano dal punto di vista economico. Nel corso degli anni la community è riuscita a far sì che le buone pratiche divenissero preziosi esempi per gli altri tant’è che quelle del primo decennio sono state raccolte in un documento consegnato all’allora Ministro Sergio Costa e divenuto un vademecum di azioni concrete e risultati correlati. “Questo capitale è un’ottima base di idee e consigli per la stesura del Piano Nazionale di Prevenzione dei Rifiuti che il MITE sta predisponendo e anche le premiazioni italiane sono nate per raccontare e divulgare i progetti e le azioni e dare nuove idee alla community che ogni anno cresce”. ci ha spiegato la Rosio.
Una comunità, quella intorno alla SERR, che continua a produrre benefici grazie alle collaborazioni e alle partnership che nascono proprio partendo dagli spunti e dalle iniziative della Settimana. Volendo riassumere i risultati con un detto quanto mai appropriato, l’unione fa davvero la forza.
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