C’è una piccola rivoluzione già in atto: un po’ silenziosa ma progressiva, da tempo si fa strada – soprattutto in Europa, meno in Italia – e porta vantaggi non solo per gli esseri umani ma per la vita dell’intero Pianeta. È la rivoluzione dei sistemi di riuso. Al vertice del paradigma circolare delle R, il riuso è la dimostrazione pratica dell’assunto che il miglior rifiuto è quello che non si produce.
In questo nuovo Speciale la nostra testata è partita dalla questione che sempre più sta prendendo piede nel discorso pubblico, ovvero l’obiettivo della neutralità climatica al 2050. Come ci racconta Veronica Ulivieri, per ridurre le emissioni non basterà il passaggio alle fonti rinnovabili ma serve chiudere il ciclo nelle catene del valore dei prodotti. Per farlo bisogna intervenire sul settore degli imballaggi, che a oggi costituiscono il 36% dei rifiuti urbani. Ecco perché è fondamentale puntare sul riuso. Un dato su tutti: una bottiglia in vetro riutilizzabile produce l’85% in meno di emissioni rispetto a una bottiglia in vetro usa e getta, il 75% in meno rispetto a una bottiglia di plastica e il 57% in meno rispetto a una lattina in alluminio.
Non sorprende, dunque, che a livello mondiale negli ultimi anni i progetti di riuso del packaging si siano moltiplicati. Anzi, continuano ad aumentare ed evolversi in direzioni a volte molto diverse. Per mettere ordine tra le diverse opzioni disponibili, la Fondazione Ellen MacArthur (EMAF) ha ideato una classificazione che divide i sistemi di riuso dei contenitori in quattro tipologie, in base a dove si svolge la ricarica o a dove avviene la riconsegna dell’imballaggio vuoto.
I benefici del riuso, tuttavia, non si limitano soltanto agli aspetti ambientali ma hanno anche positive ripercussioni in ambito sociale ed economico. Prima che la pandemia mettesse le ali all’e-commerce (il quale a sua volta ha ulteriormente esacerbato la produzione di imballaggi “inutili”), nel 2019 era stato appurato che sostituendo solo il 20% degli imballaggi usa e getta con quelli riutilizzabili ne deriverebbero vantaggi economici per oltre 10 miliardi. Le potenzialità dei sistemi di riuso sono davvero enormi.
Una lezione che in Italia viene ancora troppo spesso ancora poco applicata. Accanto a belle storie di innovazione, come quella di Pcup (che propone un bicchiere in silicone realizzato in Italia con un chip sul fondo he consente di ordinare le bevande utilizzando il credito caricato sull’app), ci sono poi aziende leader nel settore degli imballaggi riutilizzabili come Ifco e Cpr System. La buona volontà però da sola non basta, che provenga dalle aziende o dai consumatori.
Crediamo infatti che servano misure fiscali che se da una parte disincentivano il consumo monouso (che attualmente gode del vantaggio di poter scaricare i costi della gestione del fine vita sui contribuenti), dall’altra favoriscano con una tassazione più ridotta le diverse esperienze di riutilizzo, legate ad esempio ai sistemi di deposito su cauzione (al quale abbiamo dedicato uno Speciale ad hoc). Insomma: gli strumenti per attuare una rivoluzione degli stili di vita, in ottica circolare anche qui da noi, ci sono. Noi qui li rendiamo noti, li raccontiamo, li analizziamo, individuando anche le inevitabili criticità, sempre con l’approccio costruttivo che ci ha contraddistinto fin dalla nostra nascita.
Come sempre, saremo lieti di accogliere il contributo alla discussione di lettori e addetti ai lavori. Buona lettura.
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