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venerdì, Dicembre 20, 2024

Vent’anni di innovazione e impegno per la conversione ecologica: la storia di AzzeroCO2

Nel 2004 Legambiente e Kyoto club danno vita ad AzzeroCO2, una società di consulenza con l'obiettivo di contribuire a una reale transizione energetica e sostenibile del Paese. Per mostrare che la conversione ecologica è anche un affare economico. Ne parliamo con l'amministratore delegato Sandro Scollato

Valeria Morelli
Valeria Morelli
Content Manager e storyteller 2.0. Fa parte del network di Eco Connection Media. Si occupa di strategie di comunicazione web, gestione social, consulenza 2.0 e redazione news e testi SEO. Per Green Factor, all’interno dell’ufficio stampa, si occupa delle relazioni istituzionali.

“Vincere lentamente è come perdere”, si legge nel libro di Greta Thunberg “La nostra casa è in fiamme”. Negli ultimi decenni la sostenibilità ambientale è diventata una priorità crescente per governi, aziende e cittadini. Ma questo non basta se non si agisce velocemente e collettivamente. Vi è però chi il buon esempio lo dà, da anni.

La consapevolezza dell’impatto delle attività umane sul clima e sull’ambiente – ben prima che i temi divenissero main stream – ha spinto alcune organizzazioni a intraprendere iniziative volte a ridurre le emissioni di CO2 e a promuovere pratiche ecologiche. In questo contesto, diversi soggetti hanno svolto un ruolo significativo, lavorando per creare un futuro più sostenibile attraverso progetti innovativi e collaborazioni tra vari attori della società.

Tra queste, 20 anni fa prendeva vita una realtà che potremmo definire peculiare: AzzeroCO2, società di consulenza per la sostenibilità e l’energia, fondata non da imprenditori ma da due associazioni ovvero Legambiente e Kyoto Club. Per sapere come nacque l’idea, come si è evoluta e cosa hanno visto cambiare attorno a sé coloro che ne fanno parte, abbiamo intervistato Sandro Scollato, attuale amministratore delegato.

Fornire gli strumenti per la transizione ecologica

Torniamo indietro di 20 anni. Il premio Nobel per la pace all’IPCC per gli studi sui cambiamenti climatici sarebbe arrivato solo 3 anni dopo. La lotta contro il climate change per un pianeta più equo, però, era già iniziata, per quanto ancora faticasse a finire sulle prime pagine dei giornali. Siamo nel 2004, come ci racconta Sandro Scollato, quando Legambiente e Kyoto Club sentirono il bisogno di dimostrare quanto la conversione ecologica fosse non solo indispensabile, ma anche un’opportunità per imprese, enti e territori. Da questa riflessione e dalla voglia di mettersi in prima linea nacque l’idea di AzzeroCO2, fondata quindi con l’obiettivo di contribuire a una reale transizione energetica e sostenibile del Paese.

Come? Creando una società che potesse fornire ad aziende ed enti pubblici strumenti utili per abbracciare la transizione ecologica e realizzare un’economia rispettosa dei principi di circolarità adottando pratiche che riducono gli sprechi e comportino un uso più efficiente delle risorse. “Si tratta di una strada non solo obbligata, ma piena di potenzialità e portatrice di vantaggi anche economici, e questo – a chi sapeva leggere i dati e la realtà – era palese già all’inizio del nuovo millennio” ci racconta Scollato.

Per raggiungere questi obiettivi è però essenziale costruire una rete di collaborazioni. “Creare sinergie tra aziende, istituzioni e comunità locali è da sempre uno dei nostri impegni principali” prosegue l’ad nell’intervista “Il nostro approccio è sempre stato quello di coinvolgere tutti i portatori d’interesse in un dialogo costruttivo. Solo attraverso la collaborazione possiamo affrontare le sfide ambientali in modo efficace e sostenibile e in questi anni riteniamo di averlo dimostrato”.

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Vent’anni al servizio della sostenibilità ambientale

AzzeroCO2 lavora da sempre a fianco di aziende e pubbliche amministrazioni, accompagnando le prime in un percorso volto alla compensazione delle emissioni con l’acquisto di crediti di carbonio sul mercato volontario e supportando le seconde nella redazione dei PAES (ora PAESC, Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima).

Senza mai dimenticare la sua missione principale: realizzare interventi finalizzati a migliorare l’efficienza energetica e promuovere la diffusione delle fonti rinnovabili, grazie alla qualifica di Energy Service Company (ESCo), e sviluppare un proprio codice etico per far mettere letteralmente radici a progetti di forestazione.

L’impegno nella promozione di una sostenibilità ambientale a 360 gradi si è andato via via concretizzando anche attraverso la messa a punto di numerose campagne. Ad esempio, “Mettiamoci il sole in casa”, che dal 2006 per diversi anni ha promosso la diffusione del solare termico. Oppure la campagna Eternit Free, che ha rappresentato un punto di riferimento per tutte le aziende alle prese con il problema della rimozione dell’amianto dai capannoni agricoli e industriali e che in soli due anni (2010 – 2012) ha portato alla bonifica di quasi 109.000 m² di eternit e all’installazione di oltre 12.000 kWp di potenza fotovoltaica.

Da allora ad oggi, la missione di AzzeroCO2 si è evoluta per rispondere alle mutate esigenze di sostenibilità – ambientale, economica e sociale – del nostro Paese ispirandosi all’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, continuando a sviluppare soluzioni innovative per affrontare le nuove sfide.

Arriviamo quindi ai giorni d’oggi.

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Un Mosaico Verde per rigenerare gli ecosistemi e creare nuovi boschi

Tra i progetti che negli ultimi anni hanno incontrato il maggior interesse da parte di aziende ed enti locali c’è la Campagna Mosaico Verde, che ha l’obiettivo di creare e riqualificare aree verdi, coinvolgendo aziende, istituzioni e comunità locali per favorire lo sviluppo di ecosistemi più sani. Da quando, sei anni fa, è stata avviata, insieme a Legambiente, sono state messe a dimora oltre 330 mila piante e riqualificati più di 3,3 milioni di mq di aree verdi, una somma di interventi in grado di generare un beneficio economico e sociale complessivo del valore di oltre 1 milione e 700 mila euro per ogni anno di vita degli impianti arborei ed arbustivi messi a dimora.

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“Nel corso del tempo questa campagna” ci racconta Scollato “è passata dall’essere un ambizioso progetto di riforestazione a un programma di rigenerazione ambientale volto a proteggere la biodiversità e ripristinare gli ecosistemi danneggiati, come oggi peraltro chiede la neo approvata Nature Restoration Law. Lavoriamo per costruire o ricostruire un equilibrio naturale che possa sostenersi nel tempo, adottando pratiche che garantiscono un impatto duraturo nella rigenerazione dei territori. In questo modo siamo in grado di creare ambienti più resilienti e capaci di mantenere una ricca biodiversità”.

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Inclusione sociale e sostegno alle persone in condizione di vulnerabilità

Come spesso accade a chi si occupa di sostenibilità, prendersi cura dell’ambiente implica un’attenzione particolare anche per il contesto sociale che gravita intorno. “Mettere al centro la tutela e il benessere delle persone in condizioni di vulnerabilità, e nello stesso tempo promuovere la biodiversità e il recupero di antiche colture attraverso la creazione di orti e frutteti, ci è sembrata l’evoluzione naturale della nostra idea di inclusione sociale e ambientale” spiega l’amministratore delegato. È nato così il progetto Ortofrutteto Solidale Diffuso che promuove l’inclusione sociale e l’inserimento lavorativo di persone fragili all’interno di cooperative sociali che fanno della rigenerazione della terra e delle persone la loro mission. “In questo modo uniamo competenze e valori per generare un progresso umano, ambientale e civico”.

OrtoFrutteto azzeroc02
OrtoFrutteto

Nella medesima ottica, ha visto la luce da poco la campagna Energy POP attraverso la quale vengono realizzati impianti fotovoltaici su edifici di edilizia residenziale pubblica e di proprietà di cooperative sociali, con il sostegno delle imprese, per alleggerire la bolletta di nuclei familiari in condizione di povertà energetica. Di costo dell’energia si parla purtroppo solo in situazioni di picco; eppure, senza energia non si può fare quasi nulla. Ma le fonti energetiche non sono tutte uguali. Anzi. Non si può pensare di cogliere le sfide europee del Green Deal senza una vera transizione energetica e tutto questo può e deve andare di pari passo con il diritto all’accessibilità all’energia, ci dice Scollato che aggiunge: “facendo leva sulla sinergia tra pubblico e privato puntiamo ad incrementare l’accesso all’energia pulita e solidale, contribuendo, allo stesso tempo, alla decarbonizzazione del sistema energetico nazionale”.

EnergyPOP
progetto EnergyPOP

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Compensazione delle emissioni: sfide e opportunità nel mercato dei crediti di carbonio

Ogni azione virtuosa di per sé ha poco valore se non si lavora per ridurre in primis la propria impronta ambientale. Per questo dalla fondazione ad oggi una delle attività chiave è stata ed è l’accompagnare le aziende in percorsi strutturati di riduzione della propria impronta ecologica per raggiungere nel medio periodo la cosiddetta carbon neutrality.

Sicuramente, a differenza del passato, cresce in maniera esponenziale il numero delle imprese che si pongono obiettivi net zero al 2030 o al 2050 e necessitano di supporto per orientarsi tra i diversi e complessi protocolli di riduzione delle emissioni.

Il mercato volontario dei crediti di carbonio è in grande espansione, soprattutto negli ultimi anni, e si prevede una sua ulteriore crescita in futuro. L’obiettivo corretto deve essere quello sì di compensare le emissioni residue ma al contempo di fare passi avanti significativi verso l’azzeramento del proprio impatto ambientale laddove ciò sia possibile. Per raggiungere questo traguardo è però necessaria una trasformazione profonda del modello energetico e produttivo dell’azienda e in questo serve spesso una guida, ci spiega Scollato.

Il lavoro di AzzeroCO2 è quello di supportare le imprese nell’acquisto di crediti di carbonio generati da progetti idonei per il mercato volontario e selezionare solo quelli certificati secondo standard riconosciuti a livello internazionale e che rispettano i criteri di addizionalità ambientale ed economica rispetto allo scenario base in cui il progetto stesso viene sviluppato. “Tuttavia il mercato dei crediti di carbonio è complesso e presenta sia ombre che opportunità” prosegue l’ad di AzzeroCO2 “per questo consigliamo alle aziende che vogliono intraprendere questo percorso di partire da un’attenta analisi delle emissioni di CO2 generate dalle loro attività e solo dopo aver pianificato e realizzato interventi di riduzione, acquistare crediti certificati per compensare le emissioni di CO2 residue. In questo modo peraltro si riduce il rischio di incappare in pratiche comunicative ai limiti del greenwashing”.

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E ora … uno sguardo al futuro

Come ogni anniversario che si rispetti, anche quello del ventennale di AzzeroCO2 è un momento di riflessione su quanto fatto finora con un faro sul futuro. “Siamo fieri dei progressi compiuti, ma siamo anche consapevoli di quanto ancora ci sia da fare”.

Oggi l’Italia si trova ad affrontare la sfida della transizione energetica in un contesto complesso, ci dice Scollato. Quello che stiamo vivendo è un vero e proprio conflitto generazionale: da un lato, coloro che sono nati e cresciuti durante la ripresa economica e con una forte spinta all’affermazione dei propri obiettivi personali, che trovano difficile adattarsi a nuovi stili di vita e di business più sostenibili. Dall’altro la generazione Z, cresciuta con internet e i social media, e dunque altamente digitalizzata che è fermamente convinta della necessità di cambiare passo adottando pratiche sostenibili per garantire un futuro migliore, ma che incontra resistenze significative nel contesto socio-economico attuale.

Il freno alla diffusione delle auto elettriche o la riapertura del dibattito sul nucleare sono chiari esempi di questa resistenza da parte di chi non è nato nell’era della digitalizzazione. Non aiuta neanche il contesto internazionale, segnato da conflitti e tensioni geopolitiche, che porta le risorse, che potrebbero essere destinate a innovazioni sostenibili, a essere spesso dirottate verso spese militari e di sicurezza, rallentando così il progresso verso un futuro più verde. In questo scenario è fondamentale riconoscere che la transizione energetica non è solo una questione tecnologica o economica ma anche culturale e sociale. Le sfide che affrontiamo richiedono un cambiamento di mentalità profondo, che abbracci la sostenibilità come valore centrale della nostra società.

Il lavoro che deve essere portato avanti ora è quello di creare un nuovo paradigma in cui la sostenibilità non sia vista come un sacrificio, ma come un’opportunità per migliorare la qualità della vita di tutte e tutti.  Questo richiede un impegno collettivo, probabilmente coraggio e sicuramente una visione a lungo termine, in cui ogni individuo, azienda e istituzione giochi un ruolo attivo nella costruzione di un futuro più equo e rispettoso dell’ambiente.

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