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domenica, Dicembre 15, 2024

Trash Art: quando il mondo dell’arte incontra quello dei rifiuti

Se l'arte è (anche) un termometro del mondo, qual è l'atteggiamento dei creativi e delle creative nei confronti dell'inquinamento? Una carrellata globale di opere che, puntando sul riciclo, puntano a sensibilizzare le persone

Ludovica Nati
Ludovica Nati
Social media manager, copywriter, blogger e fotografa paesaggista. Collabora con diverse realtà i cui ambiti spaziano dalla sostenibilità ambientale alla medicina, dalla promozione territoriale e turistica alle aziende di servizi o di trasporti. Digital strategy, gestione social, redazione di testi SEO, copywriting, consulenza 2.0 e creazione di contenuti fotografici e grafici sono i suoi principali ambiti di competenza. Fa parte del network di Eco Connection Media

Partendo dai più antichi graffiti rupestri degli uomini primitivi, passando per le pitture rinascimentali fino ad arrivare alle più moderne avanguardie artistiche ispirate dall’evoluzione tecnologica, nel corso dei secoli l’arte è sempre stata una disciplina che ha seguito – e, in alcuni casi, anticipato – l’evoluzione e i cambiamenti che hanno contraddistinto le diverse epoche.

Alla luce di ciò ci viene spontaneo chiederci: potevano gli artisti contemporanei rimanere impassibili di fronte al problema dell’inquinamento? Ovviamente la risposta è negativa: a partire dal secolo scorso, infatti, sono tanti gli artisti che, per puro spirito estetico o per motivi ideologici, hanno iniziato a confrontarsi con il tema del riuso e del riciclo creativo dei rifiuti.

Abbiamo deciso di raccontarvi alcune storie di artisti e opere che ci hanno particolarmente colpito.

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Quando nasce il rapporto tra arte e rifiuti

Il rapporto tra arte e rifiuti inizia a svilupparsi nei primi anni del Novecento. Inizialmente si trattava prettamente di gesti dissacranti nei confronti dei movimenti artistici delle epoche passate che erano focalizzati esclusivamente sulla ricerca del bello. Troviamo così artisti come Marcel Duchamp, Alberto Burri e Piero Manzoni che, al posto della pittura, iniziano ad utilizzare materiali ed oggetti comuni conferendo ad essi, però, un nuovo scopo (o una nuova vita). È negli anni ‘60 invece che gli artisti iniziano ad esprimere una critica nei confronti della società consumistica che, a seguito dell’industrializzazione, stava contribuendo sempre di più allo spreco di risorse.

In particolare gli artisti del Nuovo realismo francese si sono distinti in questo intento, dando vita ad opere che non rappresentavano solo una semplice decorazione ma, al contrario, erano in grado di portare forti messaggi alla società.

Più ci avviciniamo ai nostri giorni e più diventa evidente quanto la consapevolezza ambientale e la coscienza ecologica abbiano preso piede nell’ambiente artistico, fino ad arrivare alla nascita di una vera e propria Trash Art (arte spazzatura) o Waste Art (arte dei rifiuti).

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I rifiuti e il Nuovo Realismo

Sono molti gli esponenti del movimento del Nuovo Realismo – nato in Francia nel 1960 –  che utilizzano materiali di uso comune e di seconda mano come oggetti (e soggetti) principali delle proprie opere. Troviamo, ad esempio, Spoerri che utilizza oggetti recuperati nei mercatini e nelle discariche.

Altro artista simbolo del riuso è Arman che viene ricordato in particolare per le “Accumulation” che si sostanziano in accumulazioni di oggetti d’uso comune, tutti uguali e, solitamente già usati, e per le “Poubelles” in cui rifiuti, detriti, scarti di vario genere venivano accatastati in un recipiente trasparente.

Tornando, invece, in Italia possiamo fare l’esempio di Mimmo Rotella, artista divenuto famoso per i suoi assemblages e ready-made realizzati con oggetti di scarto come poster cinematografici, tappi di bottiglia, pezzi di stoffa e corde.

L’arte del riciclo della plastica

Avvicinandoci ai nostri giorni, troviamo tantissimi esempi, più o meno noti, di artisti che, attraverso le proprie opere, hanno deciso di sensibilizzare il pubblico sul tema del riciclo, in particolare su quello della plastica. Di seguito vi riportiamo alcuni artisti le cui opere sono state create proprio sfruttando il riuso di oggetti realizzati in plastica.

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Le tastiere per computer di Erik Jensen

Erik Jensen è un artista statunitense che, oltre a un indubbio estro creativo, possiede anche un animo davvero ecologista. I suoi quadri vengono creati sfruttando la tecnica del mosaico e assemblando delle “tessere” davvero particolari: tasti recuperati dalle tastiere per computer ormai inutilizzate.

La meraviglia che si prova osservando il catalogo dell’artista deriva anche dal fatto che, attraverso l’assemblaggio di questi tasti, ogni opera rivela il proprio soggetto principale: ritratti di personaggi influenti come Alan Turing, Bill Gates e Steve Jobs, solo per citarne alcuni, o repliche di opere di artisti del calibro di Leonardo da Vinci, Van Gogh e Mondrian sino a loghi di famose aziende e paesaggi, sia “terrestri” che “spaziali”.

Tra fotografia e scultura attraverso gli occhi di Von Wong

L’artista e fotografo canadese Benjamin Von Wong si è da sempre distinto per il suo attivismo in difesa dell’ambiente, tanto da divenire consulente creativo dell‘Ocean Plastics Leadership Network ed essere giudice ai premi Reusie.

Nelle sue opere possiamo spesso trovare come protagonista il tema della lotta all’inquinamento da plastica. “Mermaids hate plastic”, “Strawpocalypse” e “#TurnOffThePlasticTap” sono solo alcune delle opere create, unendo fotografia e scultura, utilizzando principalmente bottiglie e cannucce di plastica recuperate. Il risultato è qualcosa di davvero stupefacente. Vedere per credere.

Il murale di plastica di Oscar Olivares

Ci spostiamo in Venezuela dove l’artista Oscar Olivares, in soli tre mesi, ha realizzato a Caracas un enorme murale – lungo 45 metri e alto 7 – costituito esclusivamente da tappi di plastica.

L’opera si ispira all’estro creativo di Vincent Van Gogh ed è stata realizzata riciclando oltre 200mila tappi di plastica, di diversi colori e dimensioni, con lo scopo sia di riqualificare il territorio che di sensibilizzare la popolazione sul tema dell’inquinamento e del riciclo.

Non solo plastica

La sperimentazione ha sempre contraddistinto gli artisti di ogni epoca e, come già anticipato, anche nel campo della Trash Art possiamo trovare esempi di diversi materiali riconvertiti in opere d’arte. Ecco alcuni artisti che hanno trasformato materiali particolari in protagonisti delle proprie opere.

Nikos Floros e le lattine di alluminio

Nikos Floros è un artista greco divenuto famoso per i suoi quadri e per le sculture realizzate attraverso la lavorazione di lattine di alluminio riciclate. Tra le sue creazioni possiamo trovare sculture che rappresentano abiti, scarpe e borse, ma anche dei ritratti monumentali della famiglia imperiale russa.

 

 

Dalla discarica al museo con Vik Muniz

Andiamo ora in Brasile, dove l’artista Vik Muniz, per trovare ispirazione nonchè i materiali necessari a realizzare le proprie opere, si reca regolarmente nella più grande discarica di Rio de Janeiro dove raccoglie scarti di ogni materiale e forma attraverso i quali crea immagini ispirate ad opere di pittori del calibro di Jacques-Louis David, Leonardo Da Vinci e Andy Warhol, ma anche opere originali ispirate dai rifiuti raccolti dall’artista e disposti l’uno di fianco all’altro. Anche in questo caso l’obiettivo principale dell’artista è quello di sensibilizzare il pubblico sul tema dell’ecologia.

Vik Muniz

Un hotel fatto interamente di rifiuti

Nel 2010, allo scopo di sensibilizzare i cittadini ad un corretto smaltimento dei rifiuti e alla tutela delle spiagge, il noto brand di birre Corona, nell’ambito della campagna Corona Save The Beach, ha fatto realizzare un hotel utilizzando, come materiali di costruzione, i rifiuti raccolti su alcune spiagge europee.

L’installazione temporanea è stata realizzata a Roma, nei pressi di Castel Sant’Angelo, sulla base del progetto dell’artista tedesco HA Schult, e, per alcuni giorni, è stato possibile, per pochi fortunati, anche pernottarvi, proprio come fosse un vero hotel.

trash art
Foto: Thomas Hoepker da Wikimedia

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